Cosa vedere a Platamona e dintorni: i siti archeologici

Itinerario nei dintorni di Platamona. Dalla spiaggia dei sassaresi alla scoperta di necropoli del neolitico, città romane e all’unico ziqqurat d’Europa

Pubblicato: 4 Ottobre 2017 17:00

SiViaggia

Redazione

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Platamona, conosciuta come “la spiaggia dei Sassaresi”, è una località nel Golfo dell’Asinara, sulla costa nord della Sardegna. Si tratta della spiaggia più vicina e frequentata da chi vive nel capoluogo più a nord dell’isola, anche se non è sicuramente tra le spiagge più rinomate. Eppure ha circa una decina di chilometri di fondale basso, acqua cristallina e spiaggia profonda, con alle spalle una fitta pineta e alte dune di sabbia. Perfetto mix chi vuole godersi vacanze al mare in tranquillità.

La zona, facilmente raggiungibile dai maggiori porti e aeroporti, è un ottimo compromesso per chi desidera godersi una vacanza al mare ma preferisce stare lontano dalla calca delle località più rinomate della costa settentrionale dell’isola. In più, la zona di Platamona è ricca interessanti siti archeologici, anche di epoca nuragica, antiche chiese e musei, accontentando così anche gli amanti di vacanze più “impegnate” o per chi decide di visitare la Sardegna in bassa stagione.

Camminando lungo la spiaggia di Platamona, verso ovest, è facilissimo raggiungere la Torre di Abbacurrente. Costruita in riva al mare su un bancone di roccia, è una delle numerosissime torri “da segnalazione” costruite nel medioevo a difesa delle coste della Sardegna. La struttura, in pietra calcarea, simile per forma a quella dei nuraghi, è alta circa 12 metri. Così come la gran parte delle torri costiere sarde, l’ingresso è a circa 4 metri dal suolo ed era accessibile solo con scalette facilmente rimovibili in caso di pericolo.

A meno di 5 chilometri dalla Torre, continuando ancora verso ovest lungo la costa, si arriva alla chiesa di San Gavino a mare, costruita su una rupe sul mare, nella punta più estrema della città di Porto Torres. La cappella, costruita nel 1850 nel luogo dove si racconta furono sepolti i martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario, viene aperta nel mese di maggio in occasione del trasferimento delle statue in legno dei tre santi, conservate per il resto dell’anno nell’omonima basilica in città.

In pieno centro di Porto Torres, a 10-15 minuti d’auto da Platamona, c’è il bellissimo Museo Antiquarium Turritano, che ospita i reperti archeologici provenienti dagli scavi della città romana di Turris Libisonis. L’esposizione, interessante anche per i semplici curiosi non addetti ai lavori, merita decisamente una visita, anche solo per la notevole varietà di materiali: dalle ceramiche e utensili d’uso quotidiano a suppellettili votivi e cultuali, dalle statue alle urne cinerarie, passando per mosaici e intonaci affrescati.

In occasione della visita al museo approfittate per dare un’occhiata anche all’area archeologica di Turris Libisonis, l’antica città venuta alla luce grazie a scavi iniziati addirittura nella prima parte del Seicento. Turris Libisonis fu fondata dai romani nel I secolo a.C. al centro del golfo dell’Asinara, ed è considerata seconda solo a Caralis per numero di abitanti, magnificenza e traffici commerciali. Il primo insediamento sorgeva su entrambe le rive del rio Mannu e sono ancora oggi perfettamente visibili significativi resti dei quartieri della prima e media età imperiale, con strade, tabernae (botteghe) e aree termali.

Tornando verso Platamona, ma passando questa volta dall’interno, dietro lo stagno, a pochi chilometri da Porto Torres merita una visita la bellissima necropoli di Su Crucifissu Mannu. Scavata su un banco di calcare in località Li Lioni, la necropoli comprende almeno 22 sepolture, alcune delle quali, rinvenute sigillate. Il complesso, scavato in due diverse tranche tra gli anni Cinquanta e Ottanta del Novecento, è databile al neolitico finale, tra il 3200-1600 a.C.

A meno di 10 minuti di macchina da Platamona, non perdete il bellissimo tempio-altare preistorico di Monte d’Accoddi . Si tratta di un grande e importantissimo monumento megalitico scoperto nel 1954 e conosciuto come “ziqqurat di Monte d’Accoddi” proprio perché considerato l’unico esempio di ziqqurat dell’intera Europa. Il complesso, risalente a epoca prenuragica, comprende l’altare, un villaggio e una necropoli ipogeica. Accanto all’altare altare si trovano due grandi massi ovali e un lastrone di pietra calcarea per cui si ipotizza una precisa funzione nei riti preistorici.

Se ancora non siete stanchi e avete voglia di scoprire altre meraviglie della storia antica della Sardegna, rimettetevi in macchina e andate verso Sorso, proprio dall’altra parte della spiaggia di Platamona. A dieci minuti dalla marina di Sorso, infatti, c’è l’area archeologica di Serra Niedda, con il suo suggestivo pozzo sacro e i resti di diverse capanne. Durante gli scavi, alla fine degli anni Ottanta del XX secolo, sono stati rinvenuti qui numerosi oggetti votivi di bronzo, resti ossei di animali sacrificati e materiali addirittura di età romana.

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