Balabac è il nome di una grande isola abitata all’estremo sud di Palawan e, allo stesso tempo, un insieme di oltre 30 terre emerse che circondano quella principale. Una doppia identità che crea spesso equivoci, anche perché l’intera area resta appartata rispetto ai circuiti turistici più battuti.
Per arrivare da queste parti, infatti, sono necessari trasferimenti lunghi attraverso tratti marini delicati, per poi ritrovarsi al cospetto di servizi essenziali gestiti da famiglie che vivono qui da generazioni. Sono in pochi, quindi, a conoscere questo arcipelago delle meraviglie, ma tra chi ne ha sentito parlare si sa che la fama che ha è quello di Paradiso in Terra (uno degli ultimi), definizione che nasce dalle sue acque limpide con tonalità accese, banchi di sabbia che sembrano scolpiti dal vento e da una fauna marina ancora prospera.
Ma non solo, perché le Isole Balabac rimangono pure un segreto selvaggio a causa della loro difficoltà d’accesso, per la presenza ridotta di infrastrutture e per la scarsa diffusione di reti digitali, elementi che scoraggiano il turismo frettoloso e attirano invece viaggiatori curiosi e pazienti.
Indice
Cosa fare e cosa vedere sull’isola principale di Balabac
L’isola maggiore di Balabac permette di vivere, a chi la sceglie come sua meta di viaggio, esperienze molto varie grazie anche alla presenza di paesaggi altamente sorprendenti. Lungo la costa si erge un faro ottocentesco, costruito durante la dominazione spagnola, che ancora adesso domina la scena con la sua struttura cilindrica in pietra parzialmente invasa dalla vegetazione, testimoniando la storia marittima di queste acque che sembrano finte.
Più a sud, le cascate di Indalawan scendono tra pareti scure e rocciose, restituendo al visitatore un ambiente fresco e silenzioso. Poi ci sono le spiagge, come quelle che circondano il centro abitato che sfoggiano sabbia chiara e morbida, luoghi frequentati quasi esclusivamente dagli abitanti e in cui il ritmo della vita segue le maree e le stagioni.
Le acque circostanti sono custodi di giardini corallini vivaci, in particolare vicino a Sicsican e Pulau Bato, perfetti per osservare pesci tropicali e altre forme di vita marina. Mansalangan Sandbar e Patawan Island mostrano banchi sabbiosi dalle forme uniche, il primo esteso verso il mare aperto, il secondo sinuoso come un grande animale marino visto dall’alto, regalando prospettive insolite e scorci naturali intatti.
L’insieme di spiagge, banchi e fondali bassi mette in scena ambienti ideali per ammirare tartarughe e altre creature che popolano le acque cristalline, mentre i percorsi tra le zone sabbiose aiutano ad apprezzare la biodiversità senza interferire con l’equilibrio naturale.
Le altre isole dell’arcipelago
Oltre all’isola principale, l’arcipelago di Balabac si compone di più di 30 isole minori, ciascuna con caratteristiche proprie. Bancalan ospita comunità dedite alla pesca e agli scambi quotidiani, con pontili semplici e imbarcazioni leggere che animano il panorama.
C’è poi Candaraman che è segnata da spiagge morbide e palme alte che creano ombra naturale, mentre Tangkahan sorprende con gradazioni di blu che cambiano con la profondità, dovute alla trasparenza dell’acqua e al fondale sabbioso. Onok, conosciuta per le piattaforme in legno che avanzano sul mare poco profondo, regala l’opportunità di avvistare curiose tartarughe tra acque calme e trasparenti.
Poi ancora Bugsuk con il suo sorprendente litorale lunghissimo, soffice al tatto e abbagliante alla luce del mattino, il top per lasciarsi alle spalle qualunque tensione. In un’area poco distante, un banco di sabbia frequentato da numerose stelle marine offre un colpo d’occhio sorprendente grazie al fondale chiaro che esalta colori e forme.
Patawan si distingue per una linea sinuosa che ricorda un grande animale marino (qualcuno è pronto a giurare che sia un delfino) quando osservata dall’alto, mentre Mansalangan allunga una striscia candida verso il mare aperto, amplificando la sensazione di trovarsi su un lembo di terra emerso da poco.
Camiaran, detta anche Pink Island, vanta in alcuni periodi dell’anno una particolare colorazione rosata dei suoi arenili dovuta ai frammenti di corallo mescolati alla sabbia.
E poi le isole meno battute che contengono tratti di foresta bassa, frutti selvatici e piccoli sentieri naturali, tracciati dagli abitanti per spostare materiali e pesce essiccato. Ogni lembo emerso reagisce diversamente ai venti stagionali e alle maree, dando vita a un mosaico di micro-ecosistemi separati da brevi tratti di mare, in cui la geologia e la vegetazione formano mondi distinti e intatti. Questo insieme di realtà conferisce all’arcipelago una varietà straordinaria, con paesaggi e scorci che cambiano durante la traversata e regalano un senso di scoperta continua.
Come arrivare
Raggiungere Balabac richiede pazienza. Si parte dall’aeroporto di Puerto Princesa, principale porta d’ingresso per chi arriva dalla Capitale delle Filippine. Da lì occorre procedere verso sud per circa 6 ore, attraversando distretti agricoli, villaggi affacciati sulla strada e zone di vegetazione fitta. L’ultimo tratto conduce a moli semplici situati sul lato meridionale di (altrettanto magnifica) Palawan.
Le partenze dipendono da onde e vento, per cui conviene dedicare una giornata all’avvicinamento senza fretta. Una volta saliti sull’imbarcazione, la traversata dura da 2 a 4 ore, con tratti più rapidi quando la corrente favorisce l’avanzamento.
Le escursioni successive tra un’isola e l’altra prevedono tempi variabili poiché alcuni punti presentano correnti delicate che il capitano preferisce affrontare con prudenza. In questo territorio, infatti, la figura del barcaiolo è centrale grazie alla conoscenza accurata di passaggi e secche, oltre alla lettura istintiva dei mutamenti delle acque.
Quando andare
La stagione più stabile va da marzo a maggio, periodo in cui il sole prevale e le acque restano generalmente tranquille. Questa fase attira un numero maggiore di viaggiatori attratti da cieli tersi e tonalità particolarmente brillanti. I mesi da giugno a novembre possono alternare giornate serene e piogge improvvise, mentre il mare varia in base al respiro dei venti che attraversano Palawan da est e da sudovest.
In questo periodo è possibile trovare spazi più tranquilli grazie alla diminuzione dei visitatori, sebbene alcune traversate possano richiedere qualche cautela in più. Da dicembre a febbraio soffiano correnti più fresche che danno vita a condizioni variabili e portano talvolta nuvole cariche d’acqua.
Ciò vuol dire che la scelta dipende soprattutto dal tipo di esperienza desiderata, anche se l’arcipelago mantiene inalterato il suo fascino grazie alla vitalità della natura.