Il migliore itinerario da fare a piedi in autunno

Il "Sentiero del castagno", è un bellissimo percorso, perfetto per la stagione autunnale: un imperdibile cammino tra natura, gastronomia e storia

Pubblicato: 30 Settembre 2020 13:14Aggiornato: 20 Febbraio 2024 17:20

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Un cammino in mezzo alla natura che, con l’arrivo dell’autunno, si tinge di colori caldi. Boschi, castagneti, spazi aperti, silenzio e relax. È ciò che s’incontra percorrendo il Sentiero del castagno della Valle Isarco.

Un’unica fascia di castagneti ricopre i pendii della valle altoatesina, che parte dalla storica Abbazia di Novacella, alle porte di Bressanone, e che arriva fino all’altipiano del Renon e poi giù, fino al maniero illustrato di Castel Roncolo, a Nord di Bolzano.

Il bellissimo Sentiero del castagno

Il “Keschtnweg” (“Sentiero del castagno“, appunto) è un bellissimo percorso, perfetto per la stagione autunnale ma non solo: qui, infatti, la vegetazione è talmente varia da affascinare in qualsiasi periodo dell’anno. Per una maggiore praticità solitamente viene diviso in quattro tappe ed è possibile percorrerne anche una soltanto.

La prima tappa tocca Novacella, Bressanone e il borgo di Pinzago. La seconda il Castello di Velturno, il paese di Chiusa, Villandro, San Maurizio e Barbiano. La terza tappa: Barbiano, Colma, Longostagno, Campodazzo e Siffiano, sotto a Collalbo. La quarta e ultima tappa da Siffiano arriva ad Auna di Sotto per finire a Soprabolzano, sull’Altopiano del Renon.

Il sentiero segnalato porta attraverso boschi di latifoglie colorati, prati dal verde intenso e attraverso castagneti secolari, uno spettacolo della natura unico. Lungo il sentiero diversi contadini offrono prodotti regionali a chi lo percorre. È soprattutto durante il periodo del “Törggelen” che il Sentiero del castagno è particolarmente popolare.

L’usanza secolare del “Törggelen”

Di cosa si tratta esattamente? Il “Törggelen” consiste nel passeggiare tra i boschi – di castagni e non – ammirando i colori del foliage autunnale e respirando aria buona, facendo tappa nei diversi masi e nelle cantine che si incontrano lungo i sentieri per gustare i prodotti di stagione nelle tipiche stube di legno.

Oltre alle castagne si possono assaggiare l’immancabile speck, il pane di segale e il vino nuovo. Proprio dal vino, infatti, prende il nome  “Törggelen”: “Torggl” significa “torchio” ed era l’usanza, dopo la vendemmia, di andare di torchio in torchio ad assaggiare il vino nuovo prodotto da ogni contadino. Una pratica secolare che ha ancora molto successo e che, in autunno, attira sempre più turisti in Alto Adige.

Una passeggiata a piedi attraverso il paesaggio autunnale, passando vicino ai vigneti, a vecchi masi, attraverso castagneti, dovrebbe sempre accompagnare il “Törggelen”, prima di passare all’assaggio dei vini e delle specialità del territorio. Scoprire il paesaggio, la storia, la tradizione, il tutto accompagnato da prodotti genuini e da piatti sapientemente preparati. Lungo i percorsi la gastronomia e l’ospitalità della Valle Isarco si mostrano in tutta la loro ricchezza.

Viaggio tra cultura e spiritualità

Percorrere il Sentiero del castagno è anche un’occasione per visitare alcuni dei luoghi storici della regione. L’Abazzia di Novacella, per esempio, è una delle più importanti dell’Arco Alpino e merita senza dubbio una visita, anche perché è considerata una delle più belle d’Italia. Il suo splendore, in parte, lo si deve anche al fatto che qui si possono ammirare opere architettoniche di epoche artistiche diverse che rendono magico questo luogo da fiaba.

Fondata nel 1142 e ampliata nel corso dei secoli, da sempre ha rappresentato un luogo di ricovero per i pellegrini provenienti dal Nord Europa e diretti verso Roma e la Terra Santa. L’edificio più notevole è la cappella di San Michele, detta “Castello dell’Angelo”. L’Abbazia ha, tra le sue attività, anche la produzione e la vendita di eccellenti vini bianchi, in particolare il Sylvaner e il Gewürztraminer.

Altrettanto imperdibile, Castel Velturno era la residenza estiva dei Vescovi di Bressanone nel XVI secolo ed è rimasto praticamente tale e quale. Specie gli affreschi sulle pareti interne, come quello dedicato alle Otto meraviglie del mondo, e i soffitti a cassettoni. Considerato oggi il più prezioso monumento dell’Alto Adige, è un patrimonio culturale adibito a museo che tra i mesi di marzo e novembre apre le sue porte al pubblico. Merita anch’esso una sosta.

Alla scoperta di borghi unici

E poi ci sono i paesi, come Chiusa, borgo altoatesino dall’anima artistica, tra i più belli d’Italia. Qui si può ammirare uno dei centri storici più pittoreschi della regione e del nostro intero Paese, puntellato da vicoli stretti, casette graziose alternate a sontuosi palazzi e numerosi tesori d’arte. Passeggiando per le sue viuzze si possono osservare le insegne in ferro battuto di alberghi e botteghe, alcuni risalenti al 1300.

Altrettanto incantevole Barbiano,  conosciuto come “il paese dalla torre pendente”. Con un’altezza di 37 metri e una punta inclinata di 1,57 m rispetto alla base, il campanile della chiesa parrocchiale consacrata a San Giacobbe il Vecchio sarebbe più inclinato della torre di Pisa.

Una volta qui, si può fare una piacevole escursione fino a Bagni Trechiese, raggiungibile solo a piedi. Questo borgo, di straordinaria bellezza, è composto da una serie di edifici centenari e tre cappelle gotiche collegate tra loro, ma è anche una località rinomata tra i buongustai.

Da non perdere, infine, Colma, che anticamente era il punto di partenza della strada degli imperatori che portava a Bolzano attraverso il Renon. Nel tempo è diventata una destinazione vacanziera particolarmente amata da personalità di spicco, tra cui lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe che menzionò il borgo altoatesino durante il suo viaggio in Italia.

Il Sentiero del pastore e la “Passeggiata di Freud”

Dall’Altopiano del Renon, dove termina il Sentiero del castagno, si apre un altro paradiso naturalistico bellissimo da scoprire proprio in autunno. Inaugurato nel 2019, il sentiero didattico, “Hirtensteig” (il “Sentiero del pastore”) è dedicato alla vita e alle storie dei pastori.

Si snoda intorno a Collalbo per tre chilometri tra prati, boschi e malghe in un percorso con cinque stazioni tematiche che, grazie a video e tavole, raccontano passato e presente di questo antico mestiere. Tra i sentieri da percorrere c’è la “Passeggiata di Freud”, un facile cammino che porta da Soprabolzano a Collalbo, arricchito lungo il percorso da panchine che riportano alcuni aforismi del grande filosofo austriaco. Dovete, infatti, sapere che già ai primi del ‘900, Sigmund Freud raccontava della bellezza di questo altipiano al suo amico Carl Gustav Jung. Ma questo è un altro viaggio.

Fonte: @IDM Alto Adige - Alex Filz
Il Sentiero del castagno della Valle Isarco @IDM Alto Adige – Alex Filz

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963