È strano come a volte la bellezza si manifesti nella maniera più inedita e sorprendente all'interno di quei luoghi segnati da un tragico destino. Basta infatti una giornata di sole per scorgere tra le macerie e gli edifici abbandonati i resti di quel meraviglioso borgo di cui oggi ne è conservata solo la memoria storica, ripercorribile tra le case e le strade abbandonate dove il tempo si è fermato a quella maledetta domenica. Ed è raro che un luogo di così tanto dolore sia in grado di trasmettere un senso di pace e di serenità, ma Conza della Campania seguendo il destino degli altri paesi fantasma, lo fa.
Arroccata su una collina dell'Irpinia, Conza della Campania vanta uno scenario unico. Il paese vecchio, infatti, si trova su un'altura e affaccia sul lago artificiale che ospita anche un'oasi WWF; a poca distanza anche il paese nuovo di Conza e un grande spazio verde dove alloggi provvisori, prefabbricati leggeri e container hanno trovato il loro posto.
Entrando nel paese l'accoglienza non è delle migliori: case e vecchi edifici abbandonati sono chiusi con lucchetti e catene, altre invece sono pericolosamente aperte e mostrano i segni della distruzione e del dolore. Le macerie si mischiano agli abiti, a qualche pezzo di complemento d'arredo e ad altri simboli di vita vissuta.
Curiosare tra le stanze delle abitazioni private richiede tempo e attenzione, ma è qui che si conservano tutte le storie vissute di chi, da un giorno all'altro, si è trovato costretto a lasciare la sua casa e la sua vita per sempre.
Gli esterni non sono da meno, Conza sembra un vero e proprio gioiello di architettura estinta. Gli edifici e i suoi interni, i vicoli e le scale conservano tutti le strutture originali anche se oggi ogni cosa è ricoperta da una particolare vegetazione che sembra proteggere e preservare il luogo stesso.
Quando i raggi del sole inondano le strade, quel che resta di Conza splende, come se il paese fosse inghiottito da una foresta magica che gli consente, finalmente, di riposare in pace su quell'altura, lontano dal nuovo centro abitato che dista solo pochi chilometri.
Del resto lo abbiamo già detto che il fato non è stato magnanimo con Conza e i suoi abitanti che, il 23 novembre del 1980, hanno visto la distruzione del paese intero e la morte di quasi duecento persone.
Il terremoto e il conseguente abbattimento degli edifici più devastati hanno fatto emergere tesori archeologici inaspettati. Come uno scherzo del destino, proprio nel momento che ha segnato la fine di un paese è stato scoperto il suo valore. Da qui, infatti, si è ricostruita la storia antica di Conza che è stata l'abitazione di diversi popoli, i primi furono i Sanniti conquistati poi dai Romani.
E chi Conza ce l'ha nel cuore lo sa, che la memoria di questo borgo fantasma resterà sempre lì, nei ricordi e tra le macerie che conserveranno, forse per sempre, l'identità di un paese antico.
Ma nessuno decide di tornare, di ricostruire la propria casa o di ricominciare. Come se il sisma avesse portato via oltre alle case e ai muri anche l'anima del Paese. Ma basta guardare quelle strade, ancora una volta, per capire che in realtà l'essenza del borgo antico è proprio lì, tra gli edifici e i vicoli di Conza della Campania che ci hanno lasciato in eredità decenni di vita vissuta.