Borgo a Mozzano, il paese del misterioso Ponte del Diavolo

Voluto da Matilde di Canossa, il Ponte della Maddalena è al centro di spaventose leggende che rimandano a Satana

Pubblicato: 13 Giugno 2019 15:34Aggiornato: 28 giugno 2019 14:32

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Redazione

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In provincia di Lucca, Borgo a Mozzano è il primo paese dalla Valle del Serchio. Ed è celebre per quel misterioso Ponte della Maddalena che tutti conoscono come il Ponte del Diavolo.

Attraversato dal fiume Serchio, Borgo a Mozzano si trova a 20 chilometri da Lucca. È vegliato dal monte Bargiglio, sulla cui cima si trovano i resti di quell’antica torre di segnalazione che era “l’Occhio di Lucca“, da cui si controllavano Castiglione Garfagnana, Bagni di Lucca, Brancoli e Lucca. Sono sufficienti dieci minuti di cammino lungo il sentiero per raggiungere la vetta, e godersi così il panorama sul villaggio e sui suoi dintorni.

Fatto costruire da Matilde di Canossa, è però il Ponte del Diavolo il vero motivo per cui a Borgo a Mozzano ci si reca. Sito sul fiume Serchio, ha una struttura davvero particolare con quell’arco più alto ampio e quasi innaturale. Ricostruito dal condottiero ghibellino Castruccio Castracani, fu gravemente danneggiato da una piena del Serchio nel 1836 e poi modificato agli inizi del Novecento.

Perché è così misterioso? Perché, secondo la leggenda, il muratore che avrebbe dovuto costruire il Ponte della Maddalena, preso dallo sconforto per non riuscire ad ultimarlo, evocò Satana. Questi gli promise di aiutarlo ad ultimarlo in una sola notte, in cambio dell’anima del primo essere vivente che da lì sarebbe passata.

Il capomastro accettò ma, spaventato dalla promessa fatta a Satana, corse dal parroco del paese e – insieme a lui – studiò uno stratagemma per ingannarlo: lanciò sul ponte un pezzo di focaccia, così da attrarre un cane (mentre, secondo un’altra versione, sarebbero stati gli abitanti del paese a far fare la passerella inaugurale non ad una cane ma ad una capra). Adirato per l’inganno, il Diavolo avrebbe per ripicca modificato in modo incongruo l’ampiezza delle arcate.

Un’altra leggenda è invece legata al nome della nobildonna Lucida Mansi che, bella e ricca, era terrorizzata dall’idea di invecchiare. Le provò tutte, Lucida, dalle alchimie ai viaggi presso vecchi saggi. Una mattina, al risveglio, si accorse di una lieve ruga sul viso e si mise ad urlare in preda alla disperazione. La sera, mentre camminava nervosamente sul Ponte della Maddalena, incontrò un giovane che le promise trent’anni di giovinezza in cambio della sua anima. Così, lui la condusse sul punto più alto del ponte, dove si trasformò in Lucifero e la gettò nel Serchio.

Leggende, certo. Ma capaci di regalare al ponte del Diavolo un’aura ancor più suggestiva.

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