Thailandia: Ko Lipe e l’arcipelago delle Tarutao. Spiagge, mare e snorkeling

Isole coralline abitate dai Chao Lee, zingari di mare, poste nell'estremo lembo sud occidentale della Thailandia, nel Mare delle Andamane

Pubblicato: 22 Aprile 2016 10:18

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Un arcipelago di circa una cinquantina di isole sparse nell’estremo lembo sud occidentale della Thailandia, precisamente nel Mare delle Andamane: le Tarutao Islands.
A sud ovest dell’arcipelago, Ko Lipe, un delizioso gioiello incastonato in chilometri variopinti di barriera corallina abitata dal popolo dei Chao Lee, gli zingari del mare. Un’isola dove natura relax scandiscono le giornate.

Il Tarutao National Park è la prima riserva marina, istituita dal governo di Thailandia negli anni settanta. L’arcipelago delle Tarutao confina con Malesia (da Ko Lipe si può scorgere in giornate limpide l’Isola di Langkawi), Indonesia e Myanmar.

Ko Taurato (ko in thailandese significa isola e tarutao in malese, che è simile alla lingua dei Chao Lee, significa “misterioso e antico”) è la più grande di tutte e la più vicina alla terra ferma. Fu per anni una prigione per condannati a morte e prigionieri politici. Più che per i suoi fondali marini, Tarutao è preziosa per le sue cascate, le cave dove i pirati nascondevano i tesori e per alcuni tipi di animali che prediligono questa isola per andare a deporre le uova: le tartarughe (da settembre ad aprile). La rigogliosa foresta pluviale che ricopre Tarutao, isola abitata solo dai ranger thailandesi del parco e dai turisti di passaggio, ospita un folto numero di uccelli, rettili, insetti, scimmie e scoiattoli.

Il Butang Group, il gruppo di isole e isolotti che stanno a ovest dell’arcipelago, è composto principalmente da: Ko Adang, Ko Rawi e la più minuta, ma ormai la più famosa e la più abitata, Ko Lipe.

Le più piccole, ma non meno preziose sono: Jabang, Hin Ngam, Dong, Yang, Laja, Klang, Bit Si e altre minori.La notorietà di Ko Lipe, mi spiegavano alcuni amici Chao Lee, è nata nel momento in cui si è diffusa la notizia che Lipe, pur essendo di fronte a Banda Aceh (nell’isola di Sumatra), epicentro del disastro causato dallo tsunami del 2004, non è stata nemmeno scalfita dal maremoto. Mentre Pak Bara (da dove partono i traghetti per Lipe), Ko Lanta e altre isole limitrofe sono state in parte distrutte.
Lipe è diventata l’isola baciata dalla fortuna, protetta dalle stelle.
Sulle possibili cause dell’accaduto, s’ipotizza che possa esser stato un vantaggio il tipo di conformazione della barriera corallina (non piatta, ma in ascesa), la bassa marea, e sicuramente lo scudo di isole che la proteggono: Rawi, Adang e quelle minori.

Ko Lipe, in lingua thai, Palau Nipish in chao lee (ovvero isola piatta) è un delizioso gioiello incastonato in chilometri variopinti di barriera corallina. La sua spiaggia principale Pattaya, è una lunga lingua di bianca sabbia corallina, al tatto sembra borotalco, dove ormeggiano le long tail dei pescatori (imbarcazioni con forma allungata, tipiche di queste isole) e dove si possono trovare bangalows, ristoranti e bar sulla spiaggia. Qui a Pattaya si svolge la mite vita notturna di Lipe.
Lipe, come Ko Bulon e Adang, sono isole date in usufrutto dal governo thailandese al popolo dei Chao Lee, gli zingari del mare, che in passato erano principalmente pescatori, ora ottime guide per lo snorkelling e il diving.

In principio animisti, i Chao Lee furono poi convenzionalmente suddivisi in buddhidsti (Ko Lipe e Ko Adang) e in musulmani (Ko Bulon Lae, sempre dell’arcipelago Tarutao a una ventina di chilometri dal porto di Pak Bara, nella provincia di Satun, nel sud della Thailandia).
Mi raccontava davanti al fuoco Cheng, amico e guida Chao Lee per lo snorkelling, che una volta i Gipsy Sea non vivevano sulla terraferma ma perennemente in barca sulle long tail, vita che ancora fanno durante i mesi dei monsoni: per giorni pescano, mangiano e dormono sulla barca.
E’ un popolo pacifico e molto gentile, le donne hanno il potere in casa mentre gli uomini comandano sulla barca.
La vita a Lipe trascorre calma e serena, il crepuscolo è uno spettacolo che affascina ogni giorno, colori pastello avvolgono sabbia, mare e cielo.
Tranne per i turisti che sono solo di passaggio a Lipe e hanno poco tempo per ammirare quest’isola, si consiglia ai viaggiatori che hanno la possibilità di sostare qualche giorno, di non perdersi gli scorci sottomarini che offrono i fondali delle isole limitrofe: da Adang a Rawi, da Ko Peng a Ko Khai, da Ko Hing Iam a Ko Jabang. Sono solo nomi, ma il loro tesoro è imperdibile. Basta contattare una guida snorkelling del luogo per trascorrere una giornata indimenticabile, magari resa tale perchè si è visto uno squalo di due metri e mezzo, credo un silvertip shark!

Insomma un’isola dove natura e relax scandiscono le giornate e le sere, dopo una prelibata cena a base di pesce alla brace, trascorrono placidamente mentre si gusta lo sciabordio del mare sull’amaca, nella veranda di uno spartano ed economico bungalows.
Come arrivare
Da Langkawi (da quest’anno c’è un traghetto diretto per Lipe)
Da Pak Bara (aereo interno da Bangkok ad Hat Yai, da Hat Yai in share taxi verso il Pak Bara Peer. Dal porto di Pak Bara si può andare a Ko Tarutao, Ko Bulon e Ko Lipe)
Periodo migliore
Da novembre ad aprile, i monsoni arrivano verso i primi di maggio.
N.B.
Per uscire dalla Thailandia c’è una tassa fissa di 500 baht. In aeroporto ricordate di tenere da parte la somma, altrimenti non potete abbandonare il suolo thailandese!

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