Il Friuli-Venezia Giulia ha tre propaggini orientali, tre lembi di terra che si spingono verso la Slovenia: a nord c’è Tarvisio, crocevia verso l’Austria e gli impianti sciistici di Kranjska Gora; a sud Gorizia e Nova Gorica, divise soltanto da una linea di confine; e a far da baricentro fra queste due zone c’è una regione poco conosciuta, che dalla pianura udinese muove verso nord-est seguendo il placido scorrere di un fiume: sono le Valli del Natisone.
Ma perché se il fiume è uno le valli sono al plurale? Perché a far parte di questo insieme geografico non è solo la vallata principale del fiume Natisone, che entra in Italia dalla Slovenia nei pressi della minuscola cittadina di Stupizza per scorrere fino a Cividale del Friuli e oltre, fino a perdersi nelle acque del Torre prima e dell’Isonzo poi. Sono anche le piccole, nascoste e misconosciute valli laterali dei suoi affluenti principali: i torrenti Erbezzo, Cosizza e Alberone.
Le Valli del Natisone coniugano la bellezza incontaminata della natura alla facilità nel raggiungere tutti i luoghi di interesse, siano essi i piccoli borghi che punteggiano il territorio, i verdi boschi nei quali affrontare una delle tante escursioni verso le montagne che circondano la valle o le spiagge d’acqua dolce sulle rive smeraldine del corso d’acqua, frequentate da locali e visitatori durante l’estate.
È l’ideale per chi ama un tuffo rinfrescante senza lunghe sfacchinate, ma al tempo stesso ritrovandosi in pochi minuti nel mezzo della natura, senza niente di artificiale che inquini il contesto. Vi ritroverete in spiagge d’acqua dolce da sogno, senza nessuna traccia umana se non la presenza di qualche altro bagnante, a poche centinaia di metri da dove avrete lasciato il vostro mezzo, sia esso a quattro o a due ruote, a motore o a pedali.
Le acque del Natisone sono particolarmente tendenti al verde, ma sempre limpide e pure, come uno smeraldo, una pietra preziosa incastonata in un territorio dove la natura la fa da padrona. In più, è un corso d’acqua particolarmente temperato: rinfrescante d’estate, ma raramente freddo come lo sono tanti altri torrenti e fiumi montani che caratterizzano il territorio friulano.
Le Valli del Natisone sono inoltre ideali per chi ama il turismo in sella a una bicicletta: l’altitudine limitata e un terreno sostanzialmente pianeggiante rendono il territorio ideale ad essere attraversato dalle due ruote, come testimonia anche la presenza della Ciclovia della pianura e del Natisone, che da Cividale del Friuli risale fino a Stupizza.
È una zona che si adatta perfettamente ad essere scoperta a ritmo lento come lo scorrere del fiume, perlustrando ogni angolo, perché anche il più remoto ha una piccola storia da raccontare, il suo piatto tipico da assaggiare, l’impronta del passaggio della Storia e delle storie delle persone che queste valli hanno popolato nel corso del tempo: negli ultimi 60 anni le Valli del Natisone hanno perso circa il 30% degli abitanti, rimanendo un luogo ancorato al passato e immerso nel verde.
Valli del Natisone: le più belle piscine naturali
Lungo i 15 chilometri d’asfalto della Strada statale 54 che collegano Cividale del Friuli, bella cittadina che rappresenta il portale d’ingresso alle Valli del Natisone, a Stupizza, ultimo avamposto italiano prima del confine con la Slovenia, il fiume Natisone regala alcune delle più belle piscine naturali di tutto il Friuli.
Nelle immediate vicinanze di Cividale si trova subito uno dei luoghi magici lungo il corso del fiume. Basta uscire dalla città da Borgo Brossana, l’antica porta d’accesso alla città per chi proveniva da oriente, e seguire la strada tra i campi fino ad arrivare al primo incrocio dopo la fine dell’abitato. Qui si può vedere una traccia attraversare il campo e inoltrarsi verso il letto del torrente.
Si ha così accesso a una bella e comoda spiaggia di sassi bianchi con un’ampia piscina naturale dove si può fare il bagno in completo relax. Poco più a monte un’ampia ansa del Natisone dà vita a una polla molto profonda, dove ci si può tuffare dalle rocce sovrastanti. Sono due zone piuttosto conosciute e frequentate, tanto che i locali preferiscono a volte risalire ancora un po’ più a monte, dove si trova una spiaggia molto ampia di piccoli sassi bianchi con una zona dove il letto del fiume presenta diverse profondità, adatte a tutti i gusti.
Uscendo da Cividale sulla sponda opposta del Natisone, invece, si può raggiungere la frazione di Purgessimo. Qui, poche centinaia di metri dopo l’insegna stradale che annuncia l’inizio dell’abitato, si trova un sentiero sulla sinistra che porta a una lunghissima lingua di sassi bianchi in fondo alla quale una rapida forma una bella piscina naturale profonda.
A Vernasso, piccola frazione di San Pietro al Natisone, si trova una delle spiagge d’acqua dolce più gettonate, in particolare per la sua comodità: a fianco della classica spiaggia di sassi si trova un bel prato verde dove sistemare l’asciugamano. È un luogo ideale per le famiglie con i bambini grazie alla sua ampia piscina naturale con acqua piuttosto bassa e corrente pressoché inesistente.
Il titolo di più bella piscina naturale sul corso del Natisone se la contendono però due luoghi vicini: il mulino di Biarzo e i massi nei pressi del ponte di Tiglio, entrambe piccole frazioni raggiungibili da strade che si diramano dalla solita Strada statale 54 succitata.
A Biarzo il Natisone è costretto a compiere una brusca curva da un promontorio roccioso che diventa l’ideale trampolino per rinfrescanti tuffi nella profonda piscina naturale sottostante. Un luogo animato da un’atmosfera vivace, ma con tanto spazio a disposizione per tutti.
A valle del ponte di Tiglio una spiaggetta oltre una radura alberata, in concomitanza di una cascatella, delimita l’inizio di un tratto altamente spettacolare del fiume. Grosse conformazioni rocciose, come scogli decorati da una sparuta vegetazione, sorgono dal letto del fiume in un tratto dove raggiunge elevate profondità. La corrente è dolce e c’è tanto spazio per nuotare fra i riflessi e le trasparenze smeraldine dell’acqua.
Valli del Natisone: da vedere
Le Valli del Natisone, territorio nascosto e dimenticato, sono punteggiate non solo da prodigi della natura, ma anche da sottovalutate bellezze artificiali.
Una visita non può prescindere da un giro per Cividale del Friuli, centro più importante lungo il corso del fiume. Il Natisone scorre in una gola diversi metri sotto il Ponte del Diavolo, mirabile opera ingegneristica e architettonica dal quale si accede al centro storico del borgo. Qui, di fronte al Palazzo comunale, veglia lo sguardo di Giulio Cesare, reso permanente da una statua che ritrae il condottiero romano, fondatore della città. La chiamò Forum Iulii, toponimo a cui risale l’origine del nome Friuli, mentre la denominazione di Cividale risale ad epoca medievale.
A quest’ultimo periodo deve le sue origini il Tempietto longobardo, una delle opere architettoniche più rilevanti del borgo. Un giro per il curatissimo centro storico, fra eleganti bar e osterie con la cucina tipica locale, non può prescindere dalla visita al Duomo e all’antistante piazza.
Non perdetevi un assaggio di gubana e strucchi, i dolci tipici delle Valli: la prima è una torta di pasta lievitata ripiena di uvetta, frutta secca e scorza di limone che viene tipicamente servita bagnandola con della grappa per ammorbidirla; i secondi sono piccoli pasticcini ripieni di un ripieno simile a quello della gubana, spesso arricchito dai profumi della cannella, del miele e del burro fuso.
Altro luogo sensazionale delle valli è la Grotta di San Giovanni d’Antro. Antro è una frazione del comune di Pulfero, dove si trova una chiesa ipogea costruita all’interno di una montagna. Un luogo unico, al quale si ha accesso salendo gli 114 scalini che portano al maestoso ingresso. All’interno della grotta, tra cunicoli e stalattiti, si trova una vera e propria pieve. Un sito dall’enorme valore sia speleologico che storico.
La leggenda vuole che la chiesa e la grotta siano stati rifugio per le popolazioni delle Valli durante le scorrerie degli Unni. In realtà sin dal IX secolo d.C. si hanno testimonianze dell’utilizzo delle grotte di Antro come luogo di preghiera, ascesi e contemplazione.
A Polava, minuscola frazione di una delle valli laterali dove scorrono gli affluenti del Natisone, resiste un incredibile tempio buddista. Fondato negli anni Novanta dal maestro Yeshe Tobden, il piccolo santuario prosegue le sue attività in un luogo di pace piuttosto sperduto: a Polava sono rimasti solamente 3 abitanti stabili, mentre sono un migliaio le statue di Buddha presenti al tempio.