Leggendo il celebre romanzo “Dracula” di Bram Stoker, l’immaginazione corre subito alla Transilvania rurale, ai Carpazi, a Brasov, al Castello di Bran (noto, appunto, come il “Castello di Dracula”) e a Sighisoara, la città natale di Vlad l’Impalatore, figura ispiratrice per il vampiro più famoso di tutti i tempi.
In realtà, Stoker non aveva mai visitato di persona quei luoghi: il paesaggio che gli forniva suggestioni mentre scriveva il romanzo era un altro. Nato a Dublino, trascorreva le vacanze nel villaggio scozzese di Cruden Bay osservando il paesaggio quasi soprannaturale della costa dell’Aberdeenshire e usando il suo castello, le scogliere rocciose e i personaggi per mescolare, con le parole, realtà e finzione.
Un nuovo percorso letterario sulle orme del Vampiro
Per celebrare l’anniversario del debutto del libro nel 1897, Dacre Stoker, pronipote dell’autore, ha così tracciato un nuovo percorso letterario attraverso il Regno Unito utilizzando note redatte, trascrizioni, diari di famiglia, e lettere per individuare quei luoghi che hanno avuto un’influenza decisiva sull’opera del bisnonno.
“C’è una competizione tra Transilvania, Whitby e Cruden Bay per il turismo di Dracula“, afferma Dacre, a sua volta autore di Dracul, il prequel autorizzato di Dracula. “Ma mentre Bram non è mai arrivato in Romania, ha sicuramente lasciato una scia che possiamo seguire oggi nel Regno Unito“.
I luoghi “da brivido” che ispirarono Bram Stoker
Immaginate una città di mare con i tetti rossi: questa è Whitby, sulla costa dello Yorkshire, dove inizia il “sentiero Stoker“. Le strade al largo del porto sono ricche di luoghi chiave dei primi capitoli di “Dracula”: gli alti moli, il grande viadotto, i 199 gradini di pietra che conducono al cimitero della Chiesa di Santa Maria sulla cima di una scogliera segnata dal tempo.
Per non parlare, poi, delle rovine benedettine dell’Abbazia di Whitby, dove Stoker ha inventato la leggenda di una donna vampira che poteva essere scorta da una delle finestre, e dell’ex biblioteca in cui trovò un libro di testo del 1820 intitolato “An Account of the Principatos of Wallachia and Moldavia” di William Wilkinson.
Una frase, in particolare, lo colpì: “Dracula in lingua valacca significa diavolo“. Il personaggio dell’orrore più famoso prese allora forma nella mente di Stoker, e oggi, la cittadina di mare, ogni 26 maggio, celebra il “World Dracula Day” con gli abitanti e appassionati che sfilano per le vie indossando mantelli da pipistrello e rossetto rosso sangue.
Quattro ore a nord di Whitby, il percorso prosegue a Edimburgo dove l’autore, all’epoca direttore di un teatro a Londra, supervisionò una produzione di “Molto rumore per nulla” alla serata di apertura del Lyceum Theatre nel settembre 1883: la sede si trova sotto le rupi del castello di Edimburgo e il pozzo delle streghe, una fontana che rende omaggio a centinaia di donne condannate per stregoneria e bruciate sul rogo alla fine del XVI secolo.
Continuando a esplorare la costa, si dipanano altre suggestive località che ispirarono Stoker mentre soggiornava all’hotel Kilmarnock Arms: la bellezza diabolica dell’insenatura di Watter’s Mou’ e gli affioramenti di granito, il pozzo di St. Olaf, e Slains Castle, rovine del XVI secolo, con una stanza di pietra ottagonale perfettamente distanziata che corrisponde alla lettera alla descrizione della casa di Dracula.