La meta del divertimento che vuole diventare destinazione culturale

È l'isola degli stereotipi, da tutti conosciuta come la meta del divertimento per eccellenza. Ma ora gli abitanti vogliono che diventi anche una destinazione culturale

Pubblicato: 14 Settembre 2022 07:30

SiViaggia

Redazione

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Un’isola splendida, dispersa tra le limpide acque del Mar Mediterraneo, che da molti è conosciuta certamente per le sue paradisiache spiagge, ma anche perché è una vera e propria meta del divertimento. Locali notturni, cocktail bar e strutture turistiche attirano milioni di viaggiatori provenienti da tutto il mondo, ma a quanto pare gli abitanti vorrebbero cambiare le cose.

Mykonos, presa d’assalto dai turisti

Il luogo in questione è la pittoresca Mykonos, meraviglia greca situata nel Mar Egeo, che più di altre isole elleniche si è creata la fama di essere la destinazione della movida per eccellenza. Un luogo degli stereotipi, che tra case bianche, finestre e porte blu, balconi in fiore, vicoli stretti e mulini che rendono il tutto ancor più affascinante, ogni anno vede arrivare sul suo territorio molte persone comuni, ma anche vip, influencer e diversi personaggi noti.

Con la sua superficie di 86 chilometri quadrati, secondo le stime questa estate ha ricevuto più di un milione di visitatori. E la cosa che sorprende maggiormente è che la stagione non è ancora finita. Ma del resto, con il passare degli anni a Mykonos sono state costruite sempre più discoteche e locali notturni, condizioni che hanno portato a un costante aumento di arrivi turistici (sopratutto di giovani) ma anche a degradare il territorio.

Come ha fatto Mykonos a diventare la meta del divertimento

Non prendiamoci in giro: il fatto che Mykonos sia conosciuta come meta del divertimento è, in realtà, una sua grande fortuna. Tutto ciò che, più di altro, l’ha resa la regina delle Cicladi. In fondo, il prodotto interno lordo della Grecia dipende per circa un quinto dal turismo. Ma come ha fatto quest’isola a diventare una meta così amata?

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Turismo a Mykonos

Il suo successo, dal punto di vista turistico, è iniziato solo tra gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del secolo scorso. Durante questo periodo furono costruite molte strutture per i viaggiatori, grazie certamente all’impegno della comunità locale, ma anche agli investimenti mirati da parte del governo greco.

È stato in questo modo che Mykonos, fino a prima quasi completamente sconosciuta, è diventata un’isola ospitale e anche simbolo di libertà, tolleranza, scambio culturale e un importante punto di riferimento per la comunità gay. In sostanza, Mykonos è stata la prima delle isole greche ad attirare un gran numero di turisti, quella che ha spianato la strada anche alle altre.

Mykonos vuole cambiare volto

Stando a quanto riporta The Guardian, noto quotidiano del Regno Unito, molti residenti dell’isola cominciano a pensare che sia il caso che le cose cambino. Vorrebbero, in poche parole, che Mykonos provasse ad attirare anche visitatori che non cercano solo divertimento da una vacanza in questo luogo.

Un tipo di turismo, quello festaiolo, che viene molto criticato, a tal punto che secondo gli abitanti rovinerebbe la fama e il paesaggio dell’isola. In poche parole, per loro Mykonos dovrebbe essere riconosciuta anche come meta di turismo culturale.

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Il porto di Mykonos

Tra le opinioni raccolte dal giornale britannico c’è quella del sindaco, Konstantinos Koukas, che ha fatto sapere che per l’isola il 2022 è stato “il migliore anno di sempre” per quanto riguarda gli arrivi turistici e il ritorno economico. Tra i motivi di questo successo c’è stato anche il fatto che quest’anno Mykonos ha firmato una serie di accordi con alcune compagnie aeree del Medio Oriente che hanno permesso l’arrivo di nuovi turisti altolocati dal Golfo Persico.

Koukas, allo stesso tempo, ha mostrato anche la sua preoccupazione: secondo lui Mykonos potrebbe essere vicina a un punto di saturazione, soprattutto dopo che il governo ellenico ha annunciato di voler portare avanti dei piani che hanno lo scopo di costruire altre strutture esclusivamente turistiche. Vi basti pensare che uno dei progetti recenti, finanziato da investitori di Abu Dhabi e del Kuwait, prevede l’edificazione di un minuscolo villaggio sulla costa con un porto in grado di ospitare grandi e lussuosi yacht.

Per Koukas, quindi, è necessario che Mykonos venga riconosciuta pure come centro di turismo culturale, anche perché gli abitanti non vogliono perdere le loro tradizioni e identità.

In che modo Mykonos vuole diventare una meta anche culturale

Non è facile trasformare Mykonos anche in una meta culturale. Nonostante questo, gli abitanti ci stanno provando con diverse iniziative. Irene Syrianou, per esempio, possiede un laboratorio in cui realizza dei mosaici ispirati a quelli trovati nelle rovine di Delo. Delo, dal canto suo, è un’isoletta disabitata situata accanto a Mykonos che si distingue per essere una sorta di gigantesco sito archeologico in grado di richiamare turisti e appassionati di archeologia da ogni parte del mondo. Ben prima che iniziasse a farlo anche Mykonos. Anzi, proprio le visite in questo lembo di terra hanno fatto notare la vicina Mykonos nei lontani anni Cinquanta, creando le condizioni iniziali per renderla una destinazione turistica.

L’isola di Delo, in Grecia

La signora ha raccontato a The Guardian che per lei abitare su quest’isola è orami molto difficile: i prezzi nel corso del tempo sono aumentati notevolmente. Non solo per i turisti, anche per la popolazione che vive soprattutto di lavori stagionali.

Nikos Zouganelis è un altro residente ma che possiede una fattoria. Il suo obiettivo, in questo caso, è quello di offrire ai turisti la “Mykonos delle nostre radici”. In poche parole, da queste parti si organizzano corsi di cucina e gite sui cavalli. Il tutto in un luogo particolarmente silenzioso che si trova al centro dell’isola, lontano dal classico rumore che contraddistingue le estati di questo angolo di Grecia.

A dire la sua sull’argomento anche la presidente del museo del folklore locale, Marigoula Apostolou, che ha fatto sapere che il turismo sull’isola non è più sostenibile nemmeno dal punto di vista ambientale. In particolare ha dichiarato che: “Il nostro paesaggio naturale è stato distrutto, le nostre infrastrutture idriche e fognarie non reggono”. Per non parlare del fatto che si stanno perdendo completamente le tradizioni locali e le origini.

Proprio per questo motivo, a febbraio il ministro del turismo greco, Vassilis Kikilias, ha presentato un piano al sindaco Koukas per un turismo sostenibile anche nella stessa Mykonos. Un progetto che prevede alcuni investimenti sulle infrastrutture, sulla gestione dell’acqua e dei rifiuti, ma anche un maggiore controllo del turismo che proviene dalle crociere e del traffico di veicoli sull’isola.

Una delle priorità di cui Kikilias ha parlato più è quella di estendere la stagione turistica, rendendo l’isola appetibile anche nei mesi non estivi. Un piano che, secondo il ministro del turismo locale, riguarda anche altre destinazioni greche. L’obiettivo, ovviamente, sarebbe diminuire la concentrazione di persone in vacanza durante i mesi più caldi, in modo da riuscire a sviluppare un tipo di turismo che punti a essere sostenibile, ma anche rilanciare l’interesse sulla storia, tradizioni e cultura di questa eccezionale isola.

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Paradise Beach in primavera a Mykonos

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