La Stonehenge italiana potrebbe diventare patrimonio Unesco

Argimusco, in Sicilia, è conosciuta come la Stonehenge d’Italia e potrebbe entrate nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco

Pubblicato: 26 Ottobre 2018 11:18Aggiornato: 26 Ottobre 2018 14:14

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Redazione

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Argimusco è meglio conosciuta come la Stonehenge d’Italia. Si trova in Sicilia, nel borgo di Montalbano Elicona, uno dei Borghi più belli d’Italia.

Qui si trovano dei curiosi megaliti che ricordano, per forma, dimensione e peso, proprio quelli del noto sito inglese.
Ebbene, Argimusco potrebbe entrate ben presto nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

L’Argimusco, la Stonehenge siciliana nota in tutto il mondo e che ricade nel territorio di Montalbano Elicona, potrebbe entrare a far parte dei siti considerati patrimonio dell’Umanità e divenire diventando così un punto di riferimento internazionale in ambito archeologico, astronomico, storico culturale.

Una trentina di ricercatori internazionali provenienti da 32 Paesi si sono incontrati a Montalbano Elicona per discuterne la candidatura. Si tratta di geologi, archeologi, ricercatori, docenti universitari ed enti di ricerca italiani e stranieri, rappresentanti di istituzioni e studiosi.

Lo scopo dell’incontro e studiare il sito di Argimusco, cercando di avvalorare le tesi scientifiche sulle sue origini e sull’evoluzione del luogo, che servirà a promuovere la candidatura all’Unesco.

Quello dell’Argimusco è un altopiano al confine tra i monti Nebrodi e i Peloritani e si trova all’interno della Riserva naturale orientata Bosco di Malabotta. È un luogo molto panoramico, da cui si possono ammirare l’Etna, le isole Eolie, le curiose montagne Rocca Salvatesta e Montagna di Vernà, capo Tindari, capo Calavà fino a capo Milazzo.

Le pietre hanno forme particolari, antropomorfe e zoomorfe. La loro natura è dovuta all’erosione eolica e forse, in parte, a un antico intervento dell’uomo. C’è il menhir della virilità, l’aquila, il guerriero, la scimmia, la torre, l’occhio ecc. Nei pressi della Rupe dell’acqua ci sono anche  delle vasche, di cui una dalla forma regolare che misura 1,50x 0,45 metri, e una trincea a forma di arco: la loro funzione non è ancora chiara.

Si dice che il sito venisse usato per rituali esoterici. Le rocce, infatti, potrebbero avere un allineamento astronomico e quindi una funzione rituale o persino di calendario. Nel borgo di Montalbano Elicona, casualmente, visse Arnaldo da Villanova, medico e scrittore, ma che, nel XIV secolo, era considerato un alchimista e addirittura un mago. I suoi libri di medicina, astrologia, teologia e alchimia in Spagna, suo Paese d’origine, erano vietati, tanto che alla sua morte vennero bruciati dall’Inquisizione. La sua tomba per secoli non fu mai trovata, ma nel 1969, durante alcuni scavi, fu rinvenuto un sepolcro di pietra che pare proprio appartenesse a Villanova. Ora è conservato nel catello di Montalbano Elicona.

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