La fiction Tv di Rai 2, "Rocco Schiavone", che vede protagonista Marco Giallini è stata girata sull'arco alpino. L’attore romano interpreta il ruolo del vicequestore nato dalla penna di Antonio Manzini. Le sue storie sono ambientate in Valle d’Aosta, che il solitario Schiavone non apprezza particolarmente. Qualcosa che lo differenzia dal suo interprete, che ha più volte dichiarato come la regione e le sue bellezze lo affascino. La fiction è principalmente ambientata ad Aosta, città dal grande fascino e ricca di storia, lontana da quelle che sono le cupe atmosfere dello sceneggiato.
Nel cuore del centro storico di Aosta si erge il Palazzo Ansermin, splendido edificio interamente restaurato. A realizzarlo, nella fase iniziale del XVIII secolo, fu François René di Nus, in onore del quale, in passato, l’edificio era generalmente noto come Palazzo dei baroni di Nus. Nella fiction è qui che risiede Rocco Schiavone, la cui casa ha una posizione decisamente centrale, posta sopra il grande stemma.
Durante le sue indagini Rocco Schiavone si aggira per le bellezze cittadine, tra le quali anche la celebre Porta Pretoria. Si tratta dell’antico ingresso della città romana di Augusta Praetoria Salassorum, oggi nota con il nome di Aosta. Una struttura imponente, conservata in uno stato quasi perfetto. Non sente, o quasi, il peso degli anni, che sono tanti, essendo stata realizzata nel 25 a.C. con alcuni lavori che la videro protagonista nel Medioevo. Venne infatti realizzata una cappella alla sommità dell’arco, con un forno per il pane al di sotto. Ancora oggi è possibile notare i segni neri dovuti alle ripetute cotture.
Piazza Chanoux è la principale di Aosta. Posta nella zona centrale della città, un tempo portava il nome di piazza Carlo Alberto. Il nome venne sostituito dopo la seconda guerra mondiale, in memoria del martire della resistenza valdostana, Emile Chanoux, che venne ucciso nel 1944 dai nazifascisti. È facile ammirarla nel corso delle puntate della fiction. Sotto il porticato è infatti presente il Caffè Nazionale, luogo storico spesso frequentato da Schiavone.
Risale al 25 a.C. l’arco di Augusto, innalzato per celebrare il successo bellico dei Romani sui Salassi. È uno dei principali simboli dell’Aosta romana, poco distante dalla Porta Pretoria. Nel XII secolo venne anche adibito a dimora per una famiglia nobiliare, mentre nel 1318 il suo interno venne modificato, generando una piccola fortificazione. In origine vi era un attico a sovrastarlo mentre oggi si può ammirare un tetto in ardesia. Nel 1716 si operò la sostituzione a causa delle infiltrazioni ingenti, che ne minavano l’integrità.
Via Vevey è una delle strade storiche di Aosta, una di quelle che offre una vista ravvicinata della splendida cinta muraria, che un tempo delimitava interamente la città, andando a creare un rettangolo di 724 per 572 metri. Per erigerlo vennero sfruttati dei blocchi di travertino per la parte esterna. L’interno invece era interamente in ciottoli fluviali e malta. Luogo cruciale nella prima stagione di Rocco Schiavone, essendo una scena del crimine.
Piazza Plouves è uno dei luoghi più frequentati di Aosta. Zona di costante passaggio, ricca di negozi. Fa di certo parte della zona viva della città, spesso nel mirino di produzioni televisive e cinematografiche. Molto spesso Schiavone vi mette piede, in un set di certo meno riservato rispetto a quello adibito per Avengers – Age of Ultron, che portò alla totale chiusura dei negozi e all’impossibilità per i cittadini anche solo di affacciarsi al proprio balcone.
L’acciaieria Cogne è un’azienda siderurgica, nata nei primi del Novecento, seppur con un altro nome. Elemento chiave dello sviluppo cittadino, economico, demografico e urbano, portando alla realizzazione di quartieri popolari. Uno su tutti il Quartiere Cogne. È proprio in quest’area che la produzione ha ricostruito la sede del commissariato, luogo di partenza delle indagini del vicequestore.
Nel Borgo di Sant’Orso, in un’area ancora rurale, si erge lo storico e omonimo cimitero. Tappa di molti turisti, il luogo, immerso nel verde, accoglie le spoglie di quelle che sono state le principali personalità cittadine, dalla metà del XIX secolo fino agli inizi del XX secolo. Da Innocenzo Manzetti a svariati membri della famiglia Passerin d’Entrèves, è oggi unicamente un luogo di visita, che trova il suo spazio nella fiction nel terzo episodio della prima stagione, Castore e Polluce.
A breve distanza dal cimitero, si erge la gotica e affascinante chiesa di Sant’Orso, arricchita da un chiostro da sogno, a forma rettangolare, racchiuso tra colonne spesse, in pietra, e ammalianti capitelli risalenti al XII secolo. Rocco Schiavone deve recarvisi nel secondo episodio della prima stagione, La costola di Adamo.
Si ritiene che pochi decenni dopo la fondazione della città, nel 25 a.C., sia stato realizzato il teatro romano, il cui anfiteatro risale all’età Claudia. Occupa in totale tre isolati, contigui al muro di cinta cittadino e, nell’ambito dello sceneggiato Rai, è probabilmente il luogo preferito da Schiavone. Si tratta di un posto mistico, che predilige quando intende restare del tutto solo con i propri fantasmi. È qui che a volte riesce a vedere sua moglie, assassinata anni addietro.
In inverno, ricoperti da una calotta di ghiaccio alquanto spessa, i monti Castore e Polluce sono decisamente simili. Per questo motivo si sono guadagnati l’appellativo di gemelli. È però tutta questione di prospettiva. Guardandoli da sud infatti il Castore si accomuna alle cime del Monte Rosa, svettando di molto oltre i 4mila metri. Il Polluce è invece più piccolo, superando appena quota 4mila. Schiavone non apprezza Aosta e tutto ciò che la circonda. Sale in montagna perché deve ma, fosse per lui, se ne resterebbe in città, tra pozzanghere e vetrine.
Nel primo episodio Schiavone si reca a Cuneaz, frazione del comune di Ayas, a 2032 metri. Un centro abitato alquanto rilevante, ricco di antichi rascard, restaurati, e baite. Un borgo dal fascino innegabile, posto sul pendio che dà sul fondo di un vallone, tra ampi pascoli e boschi in cui la natura domina su tutto. Il vicequestore vi mette piede nel primo episodio della prima stagione, Pista nera.
Saint-Nicolas si trova a 15 km da Aosta, in un ampio pianoro, che garantisce un panorama incredibile sull'intera zona centrale della valle, da Mont Emilius al Rutor. Una posizione favorevole agli insediamenti umani, che avvengono in quest’antica zona fin dal neolitico. Fu qui che venne alla luce Jean Baptiste Carlogne, personalità di spicco locale. Fu uno studioso della lingua dialettale valdostana, da lui codificata in lingua scritta. Il vicequestore vi ci deve addentrare, tra l’alta neve, nel secondo episodio, La costola di Adamo.
Rocco Schiavone resterebbe piacevolmente lontano dalle montagne e, potesse, andrebbe via anche da Aosta. Ad ogni modo, per concludere le proprie indagini, si ritrova anche a mettere piede sul Monte Rosa. Uno splendido massiccio montuoso, il più esteso delle Alpi. Si tratta di una delle zone più visitate dai turisti, transitato fin dall'antichità. Si ritiene infatti che già nel XIII vi misero piede i Walser, attraversando il Colle del Lys per trasferirsi dal Vallese alla Valle del Lys.