Dove è stato girato “I cacciatori del cielo” con Beppe Fiorello

È un omaggio all'“Asso degli assi” Francesco Baracca il docu-film della RAI che celebra il Centenario dell’Aeronautica Militare

Pubblicato: 29 Marzo 2023 16:22

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

È un omaggio all’“Asso degli assi” il docu-film della RAI “I cacciatori del cielo”, realizzato in collaborazione con Aeronautica Militare, che vede protagonista Giuseppe Fiorello nel ruolo del protagonista Francesco Baracca, il più grande pilota d’Italia considerato un eroe nazionale.

Per celebrare il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare nel 2023, il film racconta la storia privata e le vicende militari del grande aviatore che ha combattuto nella Grande Guerra, conseguendo il maggior numero di vittorie aeree in assoluto, ben 34.

I luoghi di Francesco Baracca

Baracca era originario di Lugo di Romagna, una cittadina nella pianura tra Bologna e Ravenna, a pochi chilometri dal Mare Adriatico e dai primi rilievi dell’Appennino Romagnolo, al centro della Romagna Estense. Lugo è famosa per la Rocca Estense, l’imponente castello che domina la città dalla fine del 1200. Ma Lugo è ben conosciuta dai melomani per essere stata, per alcuni anni, anche la città di Gioacchino Rossini che si trasferì qui con la famiglia nel 1802. Proprio a Lugo, il giovane musicista iniziò a studiare i primi rudimenti di teoria musicale. Per ripercorrere la sua storia è possibile visitare la casa-museo della famiglia Rossini.

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Il monumento dedicato a Francesco Baracca a Lugo

Dicono che, se si sorvola la cittadina con un aereo, vista dall’alto, la pianta di Lugo ricalchi fedelmente il profilo di un aereo. Era quindi destino che proprio qui nascesse l’eroe dell’aria.

La sua città natale ha dedicato a Francesco Baracca un museo intero, dove sono state girate alcune scene del film. È stato ricavato nella sua casa natale, che si trova nel pieno centro storico di Lugo, e che conserva i cimeli e gli oggetti appartenuti all’eroe. Ospita anche il famoso Spad VII, l’aereo del 1917 appartenuto alla 91^ Squadriglia Caccia, comandata da Baracca sul quale conseguì la trentesima delle sue 34 vittorie col famoso emblema del cavallino rampante, noto in tutto il mondo per essere stato adottato, poi, da Enzo Ferrari come stemma per le automobili prodotte a Maranello, che dista poco più di un’ora d’auto. Una copia fedele dell’aereo è esposta anche nell’area partenze dell’aeroporto di Venezia.

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Il Castello di Lugo

Nella casa-museo c’è anche un simulatore di volo che ricrea il paesaggio storico con la mappatura sul modello digitale del terreno delle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche e consente di vedere dall’alto sia il paesaggio degli anni 1915-18 sia quello odierno.

Il museo è il punto di partenza di un itinerario sulle orme di Baracca che è stato creato a Lugo e che comprende anche il monumento dello scultore Domenico Rambelli, alla base del quale spicca il celebre cavallino rampante che lo stesso Baracca voleva impresso sulla fiancata del proprio velivolo. Il monumento a Francesco Baracca venne inaugurato nel 1936 dal Duca d’Aosta.

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Dell’itinerario fa parte anche la Cappella sepolcrale nel cimitero cittadino, al cui interno si può ammirare il maestoso sarcofago fuso col bronzo dei cannoni austriaci del Carso che ospite le spoglie dell’aviatore.

Le altre location del film

Il film parte dal 1915, anno in cui Baracca, Pier Ruggero Piccio, aviatore che poi divenne Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, e Bartolomeo Piovesan, meccanico di umili origini addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca, si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino a Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo. Ed è proprio in questa piccola frazione del Friuli-Venezia Giulia, quella dei cosiddetti “Cacciatori di Santa Caterina” a cui s’ispira il docu-film, che è nata l’aviazione da caccia italiana.

La disfatta di Caporetto porterà la squadriglia ad abbandonare Santa Caterina per trasferirsi nel Veneto, sul campo di aviazione di Quinto, vicino a Treviso, che fu ad uso esclusivo della 91^ Squadriglia. L’aeroporto comprendeva nove hangar-tenda mimetizzati, intorno ai quali c’era una serie di baracche in legno.

Le scene del film sono state girate nella Aviosuperficie Francesco Baracca a Nervesa della Battaglia, proprio in provincia di Treviso, dove si trova anche la Fondazione Jonathan Collection che ospita una replica volante dello Spad XIII, uno degli iconici aerei di Baracca. Qui si trova l’ultimo esemplare originale di hangar Bessoneau Tipo H della Prima guerra mondiale che sopita diversi velivoli d’epoca originali, dai primi del Novecento fino ai modelli degli Anni ’50, ancora perfettamente funzionanti e alcune repliche più recenti.

Tre le altre location del Veneto ci sono anche Villafranca di Verona, famosa per la Roccaforte degli Scaligeri e passata alla storia per la pace di Villafranca, che fu preludio all’unità d’Italia; Lonigo, in provincia di Vicenza, e il Museo Villa Lattes di Istrana, vicino a Treviso, una splendida palazzina settecentesca che si può visitare.

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Villafranca di Verona e la Roccaforte degli Scaligeri

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