Viaggio in Giappone: le regole culturali di cui tenere conto

State organizzando il vostro viaggio in Giappone e non vedete l’ora di immergervi nella cultura locale? Ecco alcune regole di cui tenere conto prima di partire

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

Prima di partire per il Giappone, ci sono alcune regole culturali da apprendere per riuscire a godere appieno delle straordinarie bellezze della terra del Sol Levante, un Paese lontano e assai diverso dal nostro di cui è difficile non subire il fascino.

Innanzitutto, in Giappone si parla il giapponese, una lingua molto diversa da quelle a cui siamo abituate che utilizza un alfabeto differente e, per l’inesperto, risulta piuttosto indecifrabile. Fortunatamente il Giappone, terra ospitale e accogliente, ha installato cartellonistica bilingue giapponese-inglese in tutti i luoghi pubblici delle zone più importanti e più visitate. Inoltre, esplorando con più attenzione i dintorni delle stazioni, sarà possibile individuare comunicazioni in inglese ricche di informazioni utili per i turisti, per facilitare la loro permanenza. L’inglese parlato non è così diffuso come potrebbe sembrare, e non è sempre facile trovare qualcuno capace di darvi indicazioni in quella lingua, soprattutto tra la popolazione più anziana.

In Giappone, le vie non hanno nome. O meglio: solo pochissime ce l’hanno, e spesso questi non vengono considerati un riferimento sufficiente per stabilire un luogo d’incontro. Se in Italia possiamo dire “Vediamoci in via Mazzini”, in Giappone e, in particolare, a Tokyo, dimenticatevelo. E allora, come ci si arriva anche solo in hotel? Il sistema giapponese degli indirizzi è molto diverso dal nostro, e molto più ragionato di quanto possiamo immaginare. Ogni strada principale (dori) ha un nome specifico, mentre le stradine, il nome, non ce l’hanno. Solitamente un luogo viene localizzato attraverso una formula che indica “Città + Prefettura + Quartiere/Circoscrizione + Blocco (chome) + Numero di Palazzina + Numero Civico”. In generale, si può affermare che se state cercando un indirizzo specifico potrebbe risultarvi fondamentale munirvi di GPS e di tanta pazienza. Dopo qualche giorno, diventerà più semplice.

I ristoranti giapponesi offrono una selezione sconfinata di cibi, più o meno tradizionali (e non solo sushi!), a prezzi molto variabili in base al luogo dove decideremo di fermarci. Molti ristoranti presentano, all’ingresso, una serie di riproduzioni in plastica dei piatti sul menù. Questo vi permetterà di capire a grandi linee che cosa viene servito all’interno, specialmente se non parlate la lingua e, in caso, indicare (senza puntare il dito!) al cameriere il tipo di piatto che desiderate. Nel momento in cui entrerete al ristorante, un responsabile vi saluterà (“Irasshaimase!”, benvenuti!) e chiederà in quanti vogliono mangiare prima di scortarvi al vostro tavolo. Questo accade spesso, ma esistono alcuni luoghi in cui ci si potrà sedere da soli. Sebbene molti ristoranti siano dotati di tavoli e sedie, alcuni presenteranno anche una sezione “zashiki”, dove gli ospiti vengono fatti sedere su cuscini a terra, e si mangia su un tavolo basso. In alcuni ristoranti giapponesi è consentito, nelle zone apposite, fumare.

Una volta seduti, il pasto viene solitamente servito insieme a un bicchiere d’acqua o tè offerto dalla casa. Se non viene consegnato al tavolo, sarà solitamente possibile bere gratis in una zona dedicata al self-service. Ai commensali viene consegnato un tovagliolo umido (oshibori) usato per pulirsi le mani prima di mangiare. Le bacchette saranno a disposizione sul tavolo.

Per quanto riguarda i menù, capita spesso che nei luoghi molto turistici essi siano dotati di figure che facilitano l’ordinazione. Quando però sono scritti in giapponese fitto (e incomprensibile), ordinare qualcosa potrebbe rivelarsi una missione impossibile. In quel caso, si può provare a chiedere al cameriere qual è il consiglio dello chef (omakase) o se c’è qualche raccomandazione specifica (osusume). Il risultato è molto variabile e richiede una certa dose di coraggio, oltre che un budget molto elastico. Si può attirare l’attenzione di un cameriere premendo un apposito bottone (se presente) o rivolgendosi a loro con il termine “sumimasen”, ovvero “mi scusi”.

In Giappone si paga con i contanti, sebbene sempre più ristoranti siano dotati di un sistema per pagare con la carta di credito. In Giappone non è usanza lasciare la mancia, che potrebbe anche essere considerata offensiva.

Muoversi a Tokyo è un’esperienza meravigliosa di organizzazione, puntualità e distribuzione capillare dei servizi. La prima volta che lo sguardo incontra la mappa metropolitana di Tokyo, si potrebbe rimanere stupiti (e un po’ spaventati) dalla complessità del sistema. Tuttavia, una volta capito dove andare sarà semplicemente necessario acquistare un biglietto, un giornaliero o un abbonamento settimanale per avere accesso rapido ai mezzi giapponesi.

Quando ci si trova in un luogo pubblico, è molto importante seguire una serie di norme di comportamento che potrebbero apparire bizzarre, ma che ci favoriscono l’integrazione in una cultura così diversa. Ad esempio, è maleducazione mangiare mentre si cammina. Anche avere il raffreddore può essere una missione impossibile: soffiarsi il naso in pubblico è un segno di grande mancanza di rispetto. Ecco perché non è raro vedere i giapponesi che girano per strada indossando delle curiose mascherine: è il loro modo per coprire naso e bocca ed evitare di contagiarvi con il raffreddore.

Una delle regole più complicate a cui abituarsi in Giappone riguarda invece le scarpe, quando indossarle e quando invece è necessario toglierle per non mancare di rispetto. In linea generale, si potrebbe essere invitati a togliere le scarpe anche al ristorante. Seguite le indicazioni dei camerieri e guardatevi attorno. Quando si entra nella casa di un giapponese, è fondamentale togliere le scarpe e accettare le ciabatte che vengono fornite, oppure procedere scalzi (o con i calzini). Questo può accadere anche in un ufficio. Inoltre, quando si entra in un bagno è essenziale lasciare le ciabatte che ci vengono fornite all’esterno e utilizzare unicamente quelle presenti nel bagno. Di vitale importanza è non dimenticare di toglierle una volta usato il servizio, e rimettersi le ciabatte precedenti.

Se volete ringraziare una persona per l’ospitalità e la gentilezza con cui siete stati trattati, potete fargli un regalo. I regali sono molto apprezzati e sono differenti in base al momento in cui vengono scambiati e l’occasione. Il regalo dev’essere accuratamente impacchettato o consegnato nell’apposito sacchetto del negozio. Consegnare il regalo va fatto con entrambe le mani, e lo stesso vale per il riceverlo. I regali di ringraziamento per una persona che si è dimostrata gentile si chiamano temiyage e possono consistere in piccoli oggetti, tazze, cibo o bevande. L’importante è consegnare il regalo con massima umiltà, minimizzandolo per non mettere in imbarazzo chi lo riceve e non ha niente a dare in cambio.

Queste sono solo alcune delle moltissime abitudini che troverete esplorando il Giappone, uno dei paesi più affascinanti del mondo.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963