In passato Kobe è stata il centro dei commerci tra il Giappone, la Cina e l’Occidente, ed è stata anche la prima città nipponica ad accettare stranieri nel suo territorio mentre il resto del Paese viveva in un rigido isolamento. Il nome Kobe deriva probabilmente dalla parola kanbe, che nel giapponese arcaico indicava una città legata ad un santuario di grande importanza, in questo caso il santuario di Ikuta, considerato il più antico di tutto il Giappone.
La storia contemporanea di Kobe è segnata da due eventi molto drammatici, il primo durante la seconda guerra mondiale quando venne quasi rasa al suolo dal bombardamento americano della primavera del 1945, evento che ha ispirato lo struggente film d’animazione Una tomba per le lucciole del celebre Studio Ghibli; e il secondo nel 1995 quando un terremoto di forza devastante investì il cuore del centro storico, danneggiando moltissimi edifici e provocando oltre 6.000 vittime.
Oggi Kobe ha saputo riprendersi con grande vigore e con l’ordinata pianificazione nipponica è tornata ad essere una delle città più importante del Giappone a livello economico, commerciale e culturale. Una delle eccellenze di Kobe, conosciuta in tutto il mondo, è la particolarissima carne di manzo che viene prodotta da una rara varietà di bovini allevati solo nella Prefettura di Hyogo (il dipartimento amministrativo di Kobe) e che viene considerata da molti la carne più pregiata del mondo, per via della ineguagliabile qualità degli alimenti mangiati dagli animali e della selezione in allevamento.
La rigida selezione delle carni ha fatto nascere leggende che sostengono che gli animali vengono alimentati con birra e massaggiati ogni giorno con il sakè, ma queste sono solo dicerie senza fondamento e il segreto della carne kobe, che a Londra usano anche per preparare cocktail, sta nella sapienza e nell’abilità degli allevatori giapponesi. In questa guida scopriremo le mete da non perdere e le attrazioni più spettacolare per orientarsi in un viaggio a Kobe, la più cosmopolita città giapponese.
Il centro storico di Kobe rappresenta la tipica realtà urbana giapponese dove le strutture ipermoderne dei grattacieli coesistono con gli antichi templi e i magnifici giardini pubblici di soave bellezza. Una volta nel centro è difficile non restare rapiti dalla ipnotica sequenza di vetrine illuminate e di insegne coloratissime che costellano le principali strade nel cuore della città e dopo un breve giro nel quartiere dello shopping, Kobe Harborland, dove si può trovare ogni genere di accessorio hi-tech, ci si può dirigere verso il Kobe City Museum, la principale istituzione culturale della città.
Il Kobe City Museum è formato dall’unione tra le precedenti collezioni d’arte e archeologiche per formare un grande polo museale che conserva le più importanti testimonianze del passato di Kobe. In questo museo si possono ammirare le opere dei maestri pittori della città e gli esiti dell’influenza che i commerci con il resto del mondo ebbero sul panorama artistico. Di particolare interesse sono le collezioni dedicata alla cosiddetta Namban Art, una particolare forma d’arte pittorica nata in Giappone dopo il contatto con i primi missionari gesuiti alla fine del Cinquecento.
Nelle vicinanze del museo si può visitare il quartiere di Meriken, dove si trova il Memoriale del Terremoto del 1995, una grande area dedicata alla memoria del terribile disastro naturale che oggi svolge anche il ruolo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso i temi della prevenzione e della conoscenza della forza che la natura può scatenare.
In quest’area si trovano anche due attrazioni da non perdere: la Kōbe Port Tower e il Museo del Mare. La Kōbe Port Tower è una torre alta più di 100 metri dalla quale si può ammirare uno spettacolare panorama su tutta l’area del porto e della città che si distende dalle colline fino al mare.
Il Museo del Mare è, invece, un’istituzione culturale dedicata alla conoscenza del porto di Kobe e del suo rapporto simbiotico con il mare, grazie all’ausilio di materiali audiovisivi, spazi interattivi e l’utilizzo massiccio delle nuove tecnologie di realtà virtuale. L’edificio stesso è uno spettacolo per gli occhi, con la sua leggiadra struttura esterna costruita come una enorme vela gonfia di vento.
Spostandosi verso i quartieri più interni non si può perdere una visita al suggestivo tempio shintoista di Ikuta, da molti considerato il più antico santuario ancora esistente del Giappone. Il tempio è dedicato alla dea Wakahirume, pacifica sorella del dio del sole Amaterasu, ed è un trionfo dell’antica architettura giapponese, dove le strutture decorate e colorate con maestria incredibile circondano la cella della divinità. Il tempio è anche il palcoscenico dove ogni anno si tengono alcuni degli spettacoli di teatro no più importanti del Giappone, Ebira e Ikuta Atsumori, che narrano la storia della Guerra del Genpei.
Il lato più cosmopolita di Kobe lo si può scoprire visitando la Chinatown di Nankinmachi, che sebbene abbia assunto dei tratti molto turistici, offre la possibilità di assaggiare i deliziosi piatti della fusione tra la cucina cinese e giapponese, nonché di visitare uno dei mercati di tecnologia più forniti della regione.
Prima di lasciare Kobe non bisogna dimenticare di visitare il quartiere di Kitano, realizzato ad inizio Novecento e che riproduce l’aspetto di una città occidentale, più interessante per capire cosa i giapponesi vedevano nell’Occidente che per le architetture in sé, e la meravigliosa funivia di Shin-Kobe, una funicolare che porta dal centro della città fino alle pendici meridionali della catena montuosa Rokko, un luogo magico immerso nella poetica natura giapponese.