Da oltre duemila anni, i Re Magi giungono alla grotta di Betlemme, in Palestina, dove è nato Gesù per depositare oro, argento e mirra davanti alla mangiatoia. Puntualmente, ogni anno, il 6 gennaio si celebra l’Epifania, la festa che commemora la visita dei tre Magi, Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, al bambino nella culla.
Tuttavia, dei Re Magi poco si sa: chi erano, da dove venivano e il viaggio che hanno fatto per giungere da chissà dove fino a qui. Alcuni studiosi sono risaliti alla loro storia e ne hanno ricostruito il percorso, un itinerario che è possibile ripercorrere anche ai giorni nostri.
Secondo la tradizione, alcuni (tre ma anche 12, le ipotesi sono tante) nobili uomini provenienti da lontano giunsero nella Giudea ebraica dominata dai Romani, per rendere omaggio al “figlio della luce”, guidati da una stella rivelatrice.
Lo studioso della Bibbia, Brent Landau, ritiene di aver trovato almeno una risposta a queste antiche domande. Uno dei testi da lui tradotti è la cosiddetta “Rivelazione dei Magi”, un racconto apocrifo della tradizionale storia di Natale che si presume sia stata scritta dagli stessi Magi.
La storia dei Magi appare solo una volta, nel Vangelo di Matteo (2,1-12), dove sono descritti come misteriosi visitatori che giungono a Gerusalemme in cerca del bambino di cui hanno osservato la stella “al suo sorgere”. Non si dice, invece, che i Magi erano tre né che erano Re (forse erano degli astronomi) né tanto meno si fanno i loro nomi.
Il viaggio dei Re Magi: l’itinerario
Pellegrini per eccellenza, simbolo dell’incontro tra Oriente ed Occidente, i Re Magi sono stati tra i primi a percorrere una via di pellegrinaggio, religioso ma anche semplicemente turistico.
I Re Magi arrivavano molto probabilmente da una località non ben definita della Persia, oggi Iran, e, secondo alcuni studiosi, per giungere fino a Gerusalemme a dorso di dromedario, il viaggio sarebbe durato 13 giorni (c’è chi parla anche di nove mesi), motivo per cui si sente spesso dire che arrivavano dal “lontano Oriente”.
Oggi, in linea retta, Google Maps ci dice che ci vogliono tre settimane a piedi, mentre in auto poco più di un giorno, ma ai tempi dei Magi non c’erano strade asfaltate né gallerie che attraversavano montagne né ponti sui fiumi.
L’itinerario verso Occidente parte quindi dall’Iran, presumibilmente dalla Capitale Teheran, e attraversa l’Iraq, la Siria e la Giordania per concludersi in Israele. Circa 2.000 chilometri attraverso catene montuose, deserti, città e diversi interessantissimi siti archeologici.
Le tappe più significative sono: l’antica città persiana di Pasargade, la città di Ciro il Grande, Patrimonio Unesco; Bagdad, culla della civiltà, immortalata per il suo fascino e splendore nei racconti di “Le Mille e una Notte”; Persepoli, in Iran, le cui rovine sono oggi uno dei siti archeologici più importanti del Paese, e il vicino sito di Naksh’e Rostam dove, su una parete rocciosa, sono state scavate le tombe dei Re Dario I, Serse I, Artaserse I, Dario II e dario III, sconfitto da Alessandro Magno nella celebre battaglia avvenuta tra 40.000 fanti macedoni e 400.000 persiani tra il fiume Tigri e i monti Zagros, nell’Iraq Nord-orientale; Damasco, una delle più antiche città del mondo, fondata, secondo gli storici, nel terzo millennio prima della nascita di Cristo e il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità, e, infine, prima di arrivare a Gerusalemme, Amman, la Capitale giordana sorta su sette colli come Roma, una città che conta ben 5.000 anni di storia.
Arrivati a Gerusalemme, i Re Magi chiesero ai Giudei il luogo della nascita di Gesù poiché, secondo la profezia, “essi conoscevano il tempo ma non il luogo”. Dopo l’incontro con Re Erode il Grande, che finse di voler adorare il bambino appena nato, ma che, in realtà, progettava di eliminarlo, i tre seguirono ancora la stella che li condusse alla grotta di Betlemme, circa due ore a piedi da Gerusalemme, dove trovarono Gesù insieme a Giuseppe e Maria.
Lì, si inginocchiarono e lo adorarono, presentandogli i loro doni. Poi, senza fare rapporto a Erode il Grande, chiuso nel Palazzo d’inverno, in Giudea, ripartirono verso casa, prendendo, però, una strada diversa.
I Magi, da Gerusalemme a Milano e Colonia
Il viaggio dei tre Re Magi non si sarebbe interrotto con il ritorno al loro Paese d’origine “per un’altra strada”, come scrive Matteo. Sarebbe, invece, proseguito anche dopo la loro morte, avvenuta, secondo una leggenda, a Gerusalemme, dove sarebbero tornati per testimoniare la fede.
Le loro spoglie sarebbero poi state ritrovate da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, trasportate a Costantinopoli, l’attuale Istanbul, nella chiesa di S. Sofia e, in seguito, donate a Eustorgio, vescovo di Milano dal 343 al 355 circa, che le fece traslare nella sua città. In loro onore, il vescovo fece erigere una basilica (Sant’Eustorgio, appunto) dove fece deporre le loro reliquie nella Cappella dei Magi nella Basilica milanese di Sant’Eustorgio, aperta tutto l’anno, ma particolarmente significativo è visitarla il giorno dell’Epifania quando si può assistere a una suggestiva rievocazione storica.
Vi rimasero fino al 1164, quando Federico Barbarossa, dopo aver sconfitto i milanesi, se le portò a Colonia, in Germania, nella cui cattedrale, dietro l’altare maggiore, sono tuttora custodite, lasciando a Sant’Eustorgio solo il sarcofago con cui le spoglie dei Magi sarebbero state traslate.
Durante la Seconda guerra mondiale, però, il reliquiario fu danneggiato e venne restaurato nel 1973. Fu proprio in quell’anno che l’arcivescovo di Colonia restituì un frammento dei Magi alla chiesa di Sant’Eustorgio di Milano.