Ci sono luoghi nel mondo che, diciamolo pure, sembrano baciati dalla bellezza. Il loro fascino, i loro colori e i loro scorci sono sempre mozzafiato. Però, proprio come le persone, ci sono momenti dell’anno in cui “indossano” degli abiti ancor più particolari, che da belle le fanno diventare quasi divine: è il caso di Kyoto, perla giapponese che diventa ancor più straordinaria a ottobre e durante i mesi autunnali.
La città, inserita nei siti protetti dall’Unesco, si trasforma e riesce, in maniera mozzafiato, a coniugare la sua essenza di reliquiario della cultura tradizionale giapponese ai suoi paesaggi naturali che, cambiando colore, sembrano quasi diventare dei dipinti. Come? Partendo dal Jidai Matsuri e continuando con una serie di iniziative e consuetudini che catturano il cuore di chi le guarda e le vive.
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Kyoto e il Jidai Matsuri: un’esperienza unica
Per chi non lo sapesse, il Jidai Matsuri è uno dei più importanti festival del Giappone. Pur essendo meno noto nel mondo rispetto alle iniziative legate alla fioritura dei ciliegi, per l’intero Paese è un motivo di grande orgoglio, oltre che ragione di profonda emozione. Si svolge ogni anno il 22 ottobre, giorno della fondazione di Kyoto, e prevede una sfilata in cui tutti i partecipanti indossano vestiti tradizionali appartenente a ogni epoca della storia giapponese.
A partecipare sono sempre oltre 2000 persone, tra uomini e donne, e durante la sfilata vengono anche rappresentati alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia del Giappone. La “processione” parte dal Palazzo imperiale di Kyoto e arriva al Santuario Heian-jingu, per un totale di 4,6 chilometri. Non è possibile, però, seguirla, ma soltanto osservarla mentre passa. Le strade vengono infatti transennate, e chi desidera avere una posizione privilegiata deve prendere posizione almeno una notte prima.
Il foliage e la caccia alle foglie a Kyoto
Il Jidai Matsuri è sicuramente una delle ragioni per visitare Kyoto in autunno, ma chi conosce un minimo le bellezze giapponesi sa che non è tutto qui. Come abbiamo detto precedentemente, una delle “magie” della città è quella di unire la sua lunga tradizione ai suoi panorami mozzafiato che, proprio in autunno, iniziano ad assumere dei colori caldi, talmente suggestivi da dare la sensazione di perdersi nell’abbraccio più intimo della natura.
Ammirare il foliage diventa praticamente d’obbligo. Anzi, diventa necessario, perché proprio a Kyoto si trasforma in una tradizione, quella del momijigari, ovvero caccia alle foglie. Sì: per gli abitanti di Kyoto (e ormai per i turisti) l’autunno diventa il momento per “catturare le foglie“, con particolare attenzione a quelle che vanno dal giallo al rosso. La cattura, ovviamente, è virtuale: si parla infatti di fotografare o osservare le zone dove le foglie (in particolare quelle d’acero) hanno i colori più belli.
Kyoto, l’autunno e la meditazione
Cos’hanno in comune il Jidai Matsuri e il momijigari? Semplice: sono momenti lenti, profondi, incentrati all’osservazione della storia e del cambiamento. Sia la sfilata che la caccia alle foglie, così come l’accensione delle izakaya serali (le luci notturne della città che in questo periodo diventano più flebili e d’atmosfera) e le visite al castello di Nijojo, che si caratterizzano per il melodico scricchiolare delle foglie secche, invitano a riflettere e a meditare.
Visitare Kyoto nel mese di ottobre e, in generale, nel periodo autunnale, significa dunque fare una full immersion non solo nel bello ma anche nello spirituale, scoprendo passo dopo passo non solo un luogo nuovo, ma anche una nuova parte di sé.