Se per percorrere i cammini di montagna servono belle giornate soleggiate, non è il caso del primo sentiero d’Italia che si può fare di notte. Il percorso di cui vi vogliamo parlare è illuminato da 15mila mini-led e da 180 fari di diversi colori, tali da rendere l’atmosfera “magica” oltre che assolutamente sicura.
Il primo sentiero notturno in Italia
Si tratta del Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” che si trova ad Ampezzo in provincia di Udine, sulle Alpi carniche, ed è il primo percorso naturalistico notturno nato in Italia. L’idea di creare un itinerario da percorrere solo al buio ha lo scopo di consentire, a chi lo percorre, di osservare il bosco di notte. Appena la luce lascia spazio all’oscurità, infatti, il bosco cambia aspetto e la vista lascia il posto agli altri sensi che troppo spesso vengono messi in secondo piano quando si cammina.
Il bosco si rivela, così, con tutti i suoi segreti notturni, stimolando un’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, amplificata dalla notte, con i suoi colori, i suoi suoni e i suoi profumi. Le tenebre avvolgono la realtà e la poca luce rimanente dà spazio all’immaginazione. I tronchi degli alberi assumono forme grottesche. Le fronde dei rami si trasformano in esseri misteriosi indecifrabili e anche il vento sembra sussurrare frasi. Un luogo magico, insomma.
Accompagnati dai versi dei molti animali notturni – mammiferi, rettili, insetti e uccelli amanti della notte come il gufo o il pipistrello – si giunge sino ai margini del torrente Teria che, ancora oggi, molti giurano sia abitato da Sbilfs e Aganis, due esseri fatati della tradizione carnica-friulana, abitanti dei boschi e dei corsi d’acqua. Il sentiero ad anello si completa in circa un’ora e venti minuti, dopo aver percorso 1,5 chilometri, superato cento metri di dislivello, salito 140 scaloni e attraversato diversi ecosistemi, dalla faggeta al bosco misto, dal bosco ripariale al torrente e il prato.
Cos’è il parco “Lumina Milia”
Lumina Milia è un giardino botanico esperienziale con un percorso naturalistico ad anello di circa 2 km diviso in sette tappe sia diurno sia notturno. Il percorso notturno è il primo del genere in Italia. Una splendida faggeta fa da contorno all’incessante scorrere di un torrente alpino che anima un mondo composto di innumerevoli specie vegetali, come la Mirabilis jalapa, i cui fiori si schiudono solamente all’imbrunire, animali e qualche magico segreto.
Questo progetto di “didattica leggera”, unico in Italia, intende approcciare la conoscenza della natura secondo un metodo esperienziale, facendo vivere al visitatore esperienze particolari, combinando le dinamiche naturali con le emozioni e le sensazioni. In questo modo, il bosco non avrà più segreti. Si può apprezzare la bellezza delle piante spontanee e l’utilità di quelle officinali. Per garantire tranquillità, silenzio e quiete, gli accessi al giardino sono limitati a un massimo di 25 persone al giorno.
I benefici del bosco
Sono tantissimi i benefici che può avere il bosco sulla nostra salute. Secondo alcune ricerche condotte in Giappone, si è potuto constatare che i vari elementi dell’ambiente boschivo, come per esempio l’odore del legno, il suono prodotto dall’acqua che scorre e, più in generale, il paesaggio portano a una sensazione di rilassamento, riducendo così lo stress. In particolare, tra i volontari che si sono sottoposti ai test si è verificato un abbassamento dei livelli di cortisolo (l’ormone associato allo stress), una riduzione della frequenza cardiaca e una diminuzione della pressione sanguigna.
A conclusioni simili sono giunti anche i ricercatori britannici dell’Università dell’Essex, i cui studi hanno evidenziato che sono sufficienti pochi minuti al giorno trascorsi all’aria aperta immersi in uno spazio verde per migliorare l’umore, la salute mentale e l’autostima, soprattutto fra le persone stressate, sedentarie e con difficoltà a livello psicoemotivo.
Di particolare interesse scientifico sono anche le ricerche condotte dal professore della Nippon Medical School di Tokyo, Qing Li, il quale ha scoperto che la terapia forestale ha un effetto stimolante sull’attività delle cellule Natural Killer (NK). Le cellule NK fanno parte dell’immunità innata, la prima linea di difesa contro gli agenti patogeni e il cancro. In uno studio del 2009, i soggetti esaminati dal Professor Li hanno mostrato un aumento significativo dell’attività delle cellule NK nella settimana successiva alla visita di una foresta, e gli effetti positivi sono perdurati nel tempo. Una sola giornata trascorsa nel bosco fa aumentare, in media, di circa il 40% le cellule NK. Se si rimane per due giorni consecutivi in una zona boschiva, il numero di queste cellule può crescere addirittura del 50%.
Buona parte di questi miglioramenti sono, con ogni probabilità, dovuti ai “fitoncidi” ovvero agli oli essenziali presenti nel tronco delle piante, che vengono rilasciati nell’aria per difendersi dall’attacco di parassiti e insetti. In Giappone si è dunque diffusa la consuetudine di trascorrere più tempo possibile immersi nella natura. Tale pratica prende il nome di “Shinrin-yoku”, che potremmo tradurre con “bagno nella foresta” meglio conosciuto come “Forest Bathing“. Una pratica consolidata anche in Nuova Zelanda, dove il ministero della Salute propone, da diversi anni, le “Green Prescriptions” (“prescrizioni verdi”) ossia suggerimenti ed esercizi da fare obbligatoriamente in mezzo al verde.
Dove fare Forest Bathing in Italia
Il Giardino botanico esperienziale “Lumina Milia” fa proprio parte delle zone Forest Bathing del Friuli-Venezia Giulia. Ma nel nostro Paese di zone dove praticarlo ce ne sono diverse. Il più famoso è il Parco del Respiro che si trova sulle Dolomiti della Paganella, in Trentino, un’area forestale di 36 ettari ricoperta da un bosco misto. Lo CSEN, il primo Ente nazionale del CONI riconosciuto per le attività sociali dal ministero dell’Interno, ha nominato quest’area come Centro nazionale di formazione qualificato per le prove in presenza di conduzione gruppi in foresta del Diploma nazionale Forest Bathing ed è una realtà terapeutica unica in Europa.
Nell’Appennino parmense ci sono boschi di querce, faggi e castagni, abeti rossi, qualche esemplare di abete bianco, pino cembro e larici, gli abitanti del Parco Nazionale dello Stelvio, un luogo in cui la natura regna sovrana. I tronchi alti e sottili dei pini silvestri sono i protagonisti intorno al lago naturale di Flötscher Weiher, nel cuore della Valle Isarco, in Alto Adige. Questo è il posto perfetto per riscoprire un contatto autentico con la natura e con il proprio io interiore. Pino mugo, larice, abete rosso e un sottobosco di mirtilli e rododendri, una natura che sa resistere anche agli inverni più rigidi, sono quelli che si trovano nel Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies, sempre in Alto Adige, una delle mete più in voga di sempre, per la sua bellezza incontaminata.