Dolceacqua è uno splendido borgo della Liguria di Ponente, a soli dieci chilometri da Ventimiglia. Arroccato sul fiume Nervia, Dolceacqua ha affascinato artisti e turisti provenienti da tutto il mondo per la sua invidiabile posizione, per la sua architettura e, soprattutto, per il bel Ponte Romano che unisce le due parti del paese. Con la sua imponenza, il Castello di Dolceacqua sovrasta tutto l’abitato e ci racconta una lunga storia fatta di lotte, intrighi e riappacificazioni tra due famiglie molto importanti: i Doria e i Grimaldi. Le vicende intrecciate di queste due dinastie – una delle quali è ancora a capo del Principato di Monaco – è ben raccontata in alcune sale restaurate del Castello di Dolceacqua che, proprio durante queste guerre è andato in parte distrutto.
Dolceacqua, però, non è l’unico paese che merita una visita in questo angolo di paradiso che inizia a pochi chilometri dal mare di Ventimiglia e Bordighera: il fiume Nervia, infatti, lambisce altre località arroccate su questa verde vallata tra ulivi e vigneti. Qui ha avuto origine il primo vino D.O.C. della Liguria: il Rossese, un prodotto unico che ha un sapore ed un odore molto particolari anche grazie alle condizioni climatiche della zona che risentono delle correnti calde provenienti dal mare e di quelle fredde provenienti, invece, dalle Alpi Marittime. Dopo aver acquistato una buona bottiglia di Rossese di Dolceacqua, potete, perciò, continuare a salire lungo la strada provinciale 64 che costeggia il fiume Nervia e che da Ventimiglia giunge fino a Castel Vittorio.
Il primo paese che incontrerete è Isolabona, un borgo arroccato su un monte e racchiuso da una cinta fortificata. Il paese si chiama in questo modo perché è costruito su un isolotto del fiume Nervia, ma anche perché i suoi abitanti sono conosciuti per essere particolarmente ospitali e di buon umore. Dominato da un altro castello della famiglia Doria – anche se più piccolo e peggio conservato di quello di Dolceacqua – Isolabona merita una visita per il suo centro storico dove spicca la bella fontana ottagonale e per il santuario tardomedievale di Nostra Signora delle Grazie.
A questo punto vi consigliamo di procedere in direzione del borgo di Apricale. Qui si abbandona la valle Nervia, per entrare in quella del Merdanzo e raggiungere un luogo unico nel suo genere. Non si tratta, infatti, solo di un classico borgo sormontato dallo splendido Castello della Lucertola e caratterizzato da strettissimi carruggi ed abitazioni risalenti al 1200, ma presenta aspetti modernissimi grazie alla creatività di tanti artisti che qui hanno lavorato. Intorno al 1960, l’allora sindaco decise di contrastare lo spopolamento del paese – arroccato in montagna e abbastanza distante dal capoluogo Ventimiglia – invitando artisti di ogni nazione a lasciare un segno della loro presenza nel borgo. Per questo, ogni via, carruggio e portone è testimonianza visibile ancora oggi quel melting pot di stili. Da non perdere è anche la visita alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, situata ai piedi del paese e della parrocchiale della Purificazione della Vergine, posta invece in cima al borgo. Il Castello della Lucertola è visitabile ogni pomeriggio e da esso si gode di una vista incredibile sul paese e su tutta la valle fino a Dolceacqua, mentre la sua torre campanaria è caratterizzata dall’insolita, e scenografica, presenza di una bicicletta posta in cima al campanile.
Rientrando a Isolabona si riprende la strada statale 64 che da Dolceacqua costeggia il fiume Nervia e si incontra il comune di Pigna. A 280 metri sul livello del mare, anche questo borgo – come tutti quelli della valle di Dolceacqua – è ricco di storia e ha visto scontrarsi nel corso dei secoli le nobili famiglie dei Savoia, dei Grimaldi, dei Doria e dei Duchi di Ventimiglia. Il paese era conosciuto anche per la presenza di un grande e sontuoso stabilimento termale, che purtroppo, però, è momentaneamente in disuso.
Proseguendo fino ai 420 metri di altitudine si arriva a Castel Vittorio, uno splendido paesino arroccato al termine della strada. Da non perdere è la chiesa parrocchiale di Santo Stefano e, ovviamente, non può mancare un giro nei carruggi tipici di questo borgo che conserva ancora la forma tipica del castrum medioevale. La parte centrale del paese risale al 900 d.C. e attorno al primo nucleo sono state costruite le case più recenti, senza perdere mai la sua struttura omogenea. Attorno a Castel Vittorio ci sono uliveti e secolari boschi di castagno che sono l’ideale per fare lunghe e salutari passeggiate, mentre nei ristoranti locali viene servita ottima cacciagione, cucinata secondo le ricette tradizionali del luogo.
Insomma, la valle del Nervia e quella di Dolceacqua sono un piccolo tesoro architettonico, storico e naturalistico che merita certamente un itinerario di scoperta.
Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.