Un borgo che scivola mollemente sulla collina ai piedi del Monte Serano quasi a immergersi ancora di più nelle migliaia di piante d’ulivo che lo circondano. La visione di Trevi non rende giustizia, ma basta passeggiare per le strade del centro o lungo i suoi sentieri, ammirare i suoi tesori d’arte e assaggiare le sue prelibatezze per capire. Un connubio di cultura e tradizioni contadine che dal 23 al 25 aprile darà vita alla terza edizione di Pic & Nic a Trevi, un weekend all’insegna della semplicità e della tradizione.
Un bastone e una sacca rossa a quadretti, che all’occorrenza si trasforma in tovaglia, saranno tutto ciò che occorre per passeggiare tra gli ulivi in fioritura e fare tappa per degustare la carne e le verdure alla brace, i formaggi e soprattutto le bruschette condite con l’olio, quel pregiato extra-vergine di Oliva Dop Umbria dall’aroma intenso e dal sapore vagamente piccante che hanno incoronato Trevi “città dell’olio”. Un viaggio enogastronomico e culturale legato a un paesaggio che non manca di premiare chi ama stare all’aria aperta. La maggior parte delle iniziative si svolgeranno nella Chiesa degli Ulivi, lo splendido uliveto della seicentesca Villa Fabbri che vanta un giardino affacciato proprio sulla vallata, oltre che in collina e lungo il Sentiero degli Ulivi: il percorso si snoda tra Spoleto e Foligno ma è dalla chiesa di S. Michele Arcangelo a Trevi che si trova il suo tratto più suggestivo – tra le piante di moraiolo, i terrazzamenti, i ciglioni e le torri colombaie – percorribile anche a cavallo o in sella ai muli.
È la riscoperta di una dimensione di relax, anche grazie agli eventi artistici e musicali open-air, e di un territorio che vuole mostrare tutti i suoi angoli, sia i più famosi sia quelli segreti, la vita di tutti i giorni dei contadini e degli artigiani. Lungo la collina degli ulivi si possono infatti vedere le cosiddette case sparse olivate – insediamenti rurali del XV-XVI secolo – che testimoniano la storia locale e contadina legata alla coltura dell’ulivo, e le tante chiesette rurali (alcuni del XIII sec.).
In città non si può saltare la visita al duomo di Sant’Emiliano, al piccolo Teatro Clitunno, dall’atmosfera fin de siècle, alla Chiesa di San Francesco e all’ex convento – che la tradizione fa risalire al 1213 per volere dello stesso santo, che qui venne a predicare nella piazza del comune – oltre al museo della Civiltà dell’Ulivo. A pochi chilometri di distanza, mertitano una visita l’Olivo millenario di S. Emiliano, che con i suoi 1700 anni è il più antico dell’Umbria e l’antico frantoio Cardarelli. Costruito alla fine del 1660 e utilizzato fino al 1920 è un esempio unico nel suo genere: non solo la pressa a 4 viti e la grande macina in pietra sono perfettamente conservati, ma è uno dei pochi rimasti in Centro Italia.