Per staccare dalla routine quotidiana e vivere un’esperienza davvero unica non c’è niente di meglio di un “viaggio indietro nel tempo” dove la modernità con la sua frenesia non è riuscita ad arrivare. Un sogno? No, un’appassionante realtà in alcune località sparse per il mondo come Tombstone, in Arizona, dove respirare l’autentica atmosfera del Selvaggio West tra saloon, porticati in legno, residenti abbigliati in stile western e la rievocazione della leggendaria “Sfida all’O.K.Corral” del 1881. (Nella foto, Tomstone, Arizona).
Vanta duemila anni di storia Shahristan, la Città Vecchia di Bukhara in Uzbekistan, ed è la meta ideale per immergersi appieno nelle intramontabili meraviglie del Paese. Una passeggiata lungo i vicoli in mattoni di fango consente di scoprire madrasa (scuole religiose), antiche moschee e vivaci bazar coperti.
La penisola di Thanet, parte del Kent in Inghilterra, affonda le radici in un remoto passato e, ancora oggi, conserva località “retrò” dove “il tempo si è fermato”. Una di queste è Broadstairs, dove divertirsi sulle spiagge dorate, passeggiare lungo la scogliera, scoprire i colorati cottage dei pescatori e visitare il Dickens House Museum, che raccoglie l’eredità dello scrittore che qui amava trascorrere le vacanze.
A un’ora da Lisbona, si apre il magico e grazioso scenario del borgo medievale di Obidos, uno dei più belli del Portogallo. Il romantico centro storico, arroccato in collina e dominato dal Castello duecentesco, è un dedalo di candide casette e stradine lastricate, cinto tuttora dalle mura edificate sotto il dominio dei Mori.
L’antica medina di Fès, Marocco, sembra aver attraversato i secoli senza uscirne intaccata e si presenta ancora oggi come una città medievale viva e vivace. Tortuosi vicoli, profumate spezie, ampie vasche di tintura dagli intensi odori e colori: varcarne la soglia significa viaggiare indietro nel tempo di ben mille anni.
Città museo dei Caraibi (o Città museo di Cuba) Trinidad, fondata nel 1514 da Diego Velázquez de Cuéllar, Patrimonio UNESCO dal 1988, è rimasta “intatta” e ha preservato la sua identità culturale e il suo ricco patrimonio storico-artistico. Il centro, dalle stradine ciottolate che in gran parte si possono percorrere solo a piedi, conserva il lascito dell’epoca coloniale con le chiese di Plaza Mayor e le “casas particulares” dai colori pastello.
Nel Deserto Occidentale in Egitto, l’oasi di Siwa è una delle più difficili da raggiungere e ospita circa 20mila persone di origine berbera. Le strade sabbiose, i resti del Tempio dell’Oracolo consultato da Carlo Magno, i carri trainati dagli asini e le pozze nel deserto ne fanno un “luogo senza tempo” per eccellenza.
In Turchia, sorprende e affascina il villaggio fantasma di Kayakoy, a otto chilometri dalla località costiera di Fethiye. Abbandonato dagli ultimi abitanti nel 1923, è rimasto a quell’epoca ed è un autentico “museo a cielo aperto” con due chiese greco-ortodosse e 500 case in pietra ormai in rovina.
Sull’omonima isola a nord del Kenya, la città di Lamu è uno dei primi insediamenti swahili sulla costa orientale africana dove gli unici mezzi di trasporto ammessi sono biciclette e asini. Il tempo scorre lento, il porto esiste da almeno un millennio, l’atmosfera è medievale, lo stile architettonico ancora intatto.
Infine, non può mancare la capitale dello Yemen, Sana’a, al centro di un ampio altopiano vegliata da alte montagne. Abitata da oltre 2500 anni, conserva i vicoli dell’antica medina plasmati da case di fango e mattoni su più piani con le facciate impreziosite da disegni ornamentali.