San Maurizio, la Cappella Sistina di Milano: ecco i suoi segreti

È un vero e proprio gioiello nascosto nel grigiore di Milano e sconosciuto anche alla gran parte dei milanesi

Pubblicato: 3 Maggio 2017 12:12

SiViaggia

Redazione

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È un vero e proprio gioiello nascosto nel grigiore di Milano e sconosciuto anche a gran parte dei milanesi: a prima vista, dall’esterno, San Maurizio al Monastero Maggiore, infatti, sembra una chiesa come tutte le altre, peraltro piuttosto anonima. Chi, però, incuriosito, decide di varcare il portale di corso Magenta 15, rimane letteralmente a bocca aperta. Lo spettacolo è così meraviglioso da togliere il fiato e vale alla chiesa la definizione di “Cappella Sistina di Milano“.

Gli affreschi di San Maurizio a Milano

Le pareti e il soffitto sono della chiesa sono completamente ricoperti di dipinti, stucchi e da un ciclo di affreschi di Bernardino Luini e dai suoi seguaci, di scuola leonardesca che, in pieno Rinascimento, dal 1522 al 1529, ritrassero a San Maurizio storie di Santi, parabole, episodi della vita di Cristo e della Bibbia sia nella parte pubblica sia  in quella anticamente riservata alle monache.

San Maurizio, infatti, è una chiesa doppia e divisa in due parti. In quanto appartenente all’ex Monastero Maggiore, il più grande e antico convento femminile di Milano, nel 1503 l’edificio di culto venne costruito non solo per la cittadinanza, ma anche per le monache di clausura, che non potevano entrare in contatto con il pubblico. Da qui, la divisione della chiesa in due parti: quella pubblica, con ingresso dalla strada ovvero da corso Magenta, e quella interna, il Coro delle Monache, separate l’un l’altra da un tramezzo.

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Dettaglio di uno degli affreschi nellas Chiesa di San Maurizio, la Cappella Sisitina di Milano

Da non perdere gli affreschi sul tramezzo di separazione, raffiguranti il martirio di San Maurizio e San Sigismondo che offre al Santo il modello della chiesa. Nella parte pubblica della chiesa, una figura di spalle sembra guardare altrove, mentre nel Coro delle Monache, in un grande affresco raffigurante l’arca di Noè, fanno capolino alcuni unicorni.

Le sante che si affacciano dai tondi dipinti sul matroneo sono probabilmente ritratti delle ricche monache del convento, e i committenti della chiesa, Alessandro Bentivoglio e Ippolita Sforza, compaiono anch’essi negli affreschi, vestiti sontuosamente e con tratti giovanili, nonostante all’epoca avessero già raggiunto i sessant’anni di età. Sotto il coro, poi, è da ammirare un magnifico cielo stellato.

Nella monumentalità delle figure, nei meravigliosi passaggi e nell’espressività dei volti, molti critici hanno visto anche l’influenza di Raffaello, mentre altri ne sottolineano quella di Leonardo.  Dal 1985 e fino al 2015 la chiesa è stata oggetto di interventi di restauro grazie a contributi privati.

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Affreschi nella Chiesa di San Maurizio

La leggenda milanese

Delle otto cappelle interne La cappella Besozzi, la terza sulla destra, rappresenta scene del martirio di Santa Caterina d’Alessandria realizzate da Bernardino Luini. Secondo Matteo Bandello, novelliere dell’epoca, nella scena della decapitazione, il volto della santa raffigurerebbe la Contessa di Challant che, accusata di essere la mandante dell’uccisione dell’amante, fu giustiziata in questo terribile modo nel 1526 nel Castello Sforzesco. Un ricordo indelebile del pettegolezzo più famoso del ‘500 a Milano.

Visitare la chiesa di San Maurizio

I volontari Touring Club Italiano accolgono i visitatori tutto l’anno (anche ad agosto) dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.30, ultimo ingresso alle 17.00. L’ingresso è libero senza prenotazione. È raggiungibile con i mezzi pubblici: tram 16 e metropolitana MM1 e MM2, fermata Cadorna.

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