Gli scavi, i progressi della tecnologia, studi e ricerche incessanti hanno contribuito a portare alla luce alcuni dei più grandi tesori del mondo. E non è un segreto che molti di questi si trovano proprio in Italia. Ecco alcune delle scoperte più emozionanti degli ultimi cinquant’anni, tra tesori sepolti e impensabili città nascoste.
Indice
Gli eccezionali ritrovamenti a Saqqara, in Egitto
Il governo egiziano ha annunciato all’inizio del 2021 una serie di nuove scoperte significative a Saqqara, una vasta area di sepoltura antica a sud del Cairo, vicino alla celebre piramide di Djoser. Tra i ritrovamenti più importanti e recenti, ci sono quelli di oltre 50 sarcofagi in legno, che si vanno ad aggiungere alle oltre 100 bare monumentali rinvenute nel 2020. L’eccezionale scoperta potrebbe gettare nuova luce sulla storia di Saqqara durante il Nuovo Regno, il periodo della storia egizia compreso tra il XVI secolo a.C. e l’XI secolo a.C. I sarcofagi, quasi tutti perfettamente intatti, portati alla luce da un team di archeologi, guidato dall’egittologo Zahi Hawass, sono stati trovati in 52 pozzi sepolcrali, profondi tra i 10 e 12 metri, che farebbero parte del tempio funerario dedicato alla regina Naert, moglie del re Teti, il primo faraone della sesta dinastia del Vecchio Regno.
L’anello di megaliti a poca distanza da Stonehenge
Risale a giugno 2020 una scoperta legata al più famoso monumento preistorico d’Europa: Stonehenge. La struttura costituisce il più grande monumento preistorico mai venuto alla luce in Gran Bretagna: un anello di megaliti costruiti oltre 4.500 anni fa, durante il Neolitico, nell’insediamento di Durrington Walls, distante appena tre chilometri. Secondo i ricercatori, i 20 megaliti di almeno 10 metri di diametro e 5 metri di larghezza delimiterebbero il confine di quella che doveva essere un’area sacra.
Il mosaico romano scoperto tra i vigneti della Valpolicella
Sempre nel 2020, dopo cento anni, sono stati riportati alla luce in mezzo ai vigneti di Negrar, in Valpolicella, i resti della pavimentazione di una villa romana del terzo secolo dopo Cristo. Una scoperta archeologica sensazionale, possibile anche grazie al lavoro dei viticoltori della zona. Già nota per il suo patrimonio storico e culturale, quest’aera era stata setacciata negli anni ’20, ma poi fu abbandonata a se stessa, almeno fino al 2019, quando l’archeologo Gianni de Zuccato, con l’aiuto dei tecnici della Soprintendenza di Verona e le risorse del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha ripreso gli scavi. Attraverso una campagna di carotaggio mirato nel suolo, è stato possibile identificare la posizione degli altri manufatti seppelliti arrivando alla scoperta del magnifico pavimento a mosaico romano, risalente a quasi 2000 anni fa.
Falerii Novi: scoperta un’antica città romana
Restiamo in Italia, dove, ancora nel 2020, è stata fatta una scoperta archeologica davvero eccezionale in piena valle del Tevere, nella zona dell’attuale Falerii Novi, in provincia di Viterbo. Servendosi di un georadar, i ricercatori hanno portato alla luce un’antica città romana risalente al 241 a.C., costruita all’interno delle antiche mura di Falerii tutt’ora visibili insieme alla monumentale Porta di Giove. Lo studio è stato condotto da un team di scienziati delle Università di Cambridge e di Ghent e pubblicato su “Antiquity”, e apre nuove strade di ricerca in campo archeologico.
La sensazionale scoperta a Tikal
Risale, invece, al 2018 la scoperta più sensazionale legata all’insediamento Maya di Tikal nel nord del Guatemala, quando una nuova tecnologia chiamata LIDAR (Light Detection and Ranging) ha permesso agli archeologi di scavare un po’ più a fondo, portando alla luce risultati straordinari. Gli studi hanno, infatti, rivelato che Tikal è circa quattro volte più grande di quanto gli esperti pensassero inizialmente, e hanno anche scoperto un tempio centrale che prima si supponeva fosse una collina. Si trattava, invece, di una piramide che era una replica in scala ridotta di quella di Teotihuacan, in Messico, il che ha suggerito stretti legami tra i due centri.
La scoperta dell’Homo Naledi
Nel 2013, una coppia di speleologi ha scoperto nella grotta del Sud Africa chiamata Rising Star, a circa 50 chilometri da Johannesburg, 1.500 reperti fossili che appartengono, probabilmente, ad almeno 15 individui di una specie di Homo, chiamata nel 2015 Homo naledi. Si è scoperto che aveva un cervello molto più piccolo rispetto alle altre specie di Homo, tanto da assomigliare di più al cervello di un gorilla che non a quello di un umano, e anche il bacino e le spalle erano piccole. Ma i denti, relativamente minuti, le gambe lunghe e la struttura dei piedi lo avvicinano di molto all’uomo moderno.
Hang Sơn Đoòng, la grotta più grande del mondo
Fu un contadino ad imbattersi per la prima volta nella Grotta Hang Sơn Đoòng in Vietnam, nel 1991, anche se rimase inesplorata fino al 2009. Si trova nel parco nazionale di Phong Nha-Ke Bang, una delle più grandi regioni di calcare del mondo, è lunga circa 9 chilometri e ha un’estensione media, sia in altezza che in larghezza, di 80 metri. Alcuni passaggi raggiungono dimensioni eccezionali: 250 metri di altezza e oltre 200 di larghezza. Nel 2013 è stata aperta al pubblico con spedizioni guidate. Nel 2019, i subacquei hanno scoperto un tunnel sottomarino che la collega con un’altra enorme grotta, Hang Thung, rendendola ancora più grande di quanto si pensasse.
La tomba del Signore di Sipán, in Perù
Nel 1987, l’archeologo peruviano Walter Alva, insieme alla sua squadra, scoprì la tomba del Signore di Sipán, sulla costa nord del Perù. Un rinvenimento che segnò una tappa importante nell’archeologia del continente americano perché, per la prima volta, fu rinvenuta una sepoltura reale di una civiltà peruviana anteriore agli Inca, intatta e senza tracce di saccheggio. La bara di legno fu la prima del suo genere trovata in America e rivelò la magnificenza dell’unico governante e guerriero dell’antico Perù, che però non era solo nella tomba. Tre donne (molto probabilmente sue spose), un bambino, due uomini e due lama sono stati trovati sepolti accanto a lui.
La Città Perduta in Colombia
Nel 1972 nella Sierra Nevada di Santa Marta, in Colombia, è stato scoperto un gigantesco complesso archeologico circondato da una vegetazione lussureggiante, e da una imponente cascata. Parliamo della Ciudad Perdida. Conosciuta anche come Buritaca o Teyuna, si crede che fosse stata fondata attorno all’800, circa 650 anni prima di Machu Picchu. L’unico modo per arrivarci, oggi, è attraverso una faticosa escursione di cinque giorni, che culmina con una scalata di 1.200 gradini. Ma lo sforzo è ricompensato dal fatto che questo luogo sacro e appartato offre magnifiche terrazze, antichi sentieri di pietra e viste incredibili.