Paestum: nuovi scavi rivelano il mistero del Tempio di Nettuno

A fianco del Tempio di Nettuno, la "Casa dei Sacerdoti" è stata oggetto di nuovi scavi. Obiettivo, definire la sua misteriosa funzione

Pubblicato: 12 Aprile 2019 10:05Aggiornato: 12 Aprile 2019 10:10

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Redazione

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Antica città della Magna Grecia, Paestum (che inizialmente era Poseidonia, in onore di Poseidone) è un piccolo gioiello della Campania, una frazione di Capaccio Paestum a una trentina di chilometri da Salerno.

Qui, nella Piena del Sele e vicino al litorale, esiste un tempio che è il più famoso di tutta la Magna Grecia: il Tempio di Nettuno. Risalente al V secolo a.C., è disposto parallelamente alla Basilica ed è ricco di misteri. Misteri che però, ora, sembrano farsi un po’ meno oscuri. Al suo fianco si trova un edificio che fino ad oggi era identificato come “Casa dei Sacerdoti”, per la sua funzione non del tutto chiara: con questa denominazione si indicano infatti quegli edifici di cui mancano denominazioni certe, ed ecco che gli studiosi hanno fatto a gara – nel tempo – per regalare qualche certezza.

Così ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore degli scavi, a Cilento Notizie: «Da questo mistero mai risolto è partita l’idea di avviare nuovi scavi in un complesso che, per la sua posizione accanto all’altare del tempio cosiddetto di Nettuno, deve aver avuto un’importanza centrale nelle attività rituali: speriamo così di avere nuovi dati sul contesto più ampio del tempio, anche perché non conosciamo ancora la divinità alla quale era dedicato. Sicuramente non era Nettuno, ma forse Apollo o Hera, o chi sa».

La prima fase dei nuovi scavi si è conclusa lo scorso 10 aprile, e ha portato alla datazione dell’edificio tra il IV e il III secolo a.C., tra la fase lucana e la fase romana. Pianta irregolare e pavimenti fatti di grandi basoli, la Casa dei Sacerdoti fu dunque eretta in un’epoca in cui a Paestum c’erano ancora i Greci ma a comandare erano i Lucani e poi i Romani: i templi iniziarono in quel periodo una seconda vita, e cioè rimasero in uso ma con una rivisitazione. Furono ribattezzati, certo, ma anche la loro ritualità cambiò. Ed ecco che la Casa dei Sacerdoti potrebbe inserirsi in questo processo di rivisitazione.

Durante la ristrutturazione del II secolo a.C., come evidenziato dagli scavi, all’interno dell’edificio fu chiuso un pozzo con resti di animali forse sacrificali, e il pavimento in bosoli fu ricoperto in diversi punti dal cocciopesto. È stato poi scoperto quello che sembra un focolare o un forno scoperto, di cui ancora non si conosce l’esatto utilizzo (se servisse a cucinare, o a realizzare degli utensili). Ora, però, per proseguire le ricerche provando a far luce una volta per tutte sulla Casa dei Sacerdoti, servono nuovi fondi. Che gli archeologi sperano d’ottenere, per proseguire una ricerca che promette sorprese.

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