Il Carnevale di Ivrea e la sua battaglia delle arance. Una festa meravigliosa, che fa talvolta storcere il naso agli estranei più scettici ma che ruba il cuore a chi lo conosce, l’ha sempre vissuto o lo scopre per la prima volta. Perché è un Carnevale antichissimo che affonda le sue radici nella storia, che ha un cerimoniale ricco di tradizione, e un significato, la rivolta dei cittadini poveri contro il tiranno e una donna (la mugnaia, simbolo del Carnevale) che con la sua ribellione alla violenza dell’uomo potente salva se stessa e un’intera città, mai così attuale come in questo momento storico. Vi raccontiamo come è nato, chi sono i protagonisti e come si svolge. Perché almeno una volta nella vita, va assolutamente vissuto
Lo Storico Carnevale di Ivrea affonda le radici nel Medio Evo; è un Carnevale i cui riti primari, la Zappata e l’abbruciamento degli Scarli condotti dagli Abbà sino alla fine del ‘700 – sono stati tramandati oralmente fino al 1808, anno in cui appare la prima trascrizione di una cerimonia ne I Libri dei Processi Verbali a futura memoria. Il Carnevale di Ivrea è un evento unico in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita a una grande festa civica popolare dal forte valore simbolico, durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria capacità di autodeterminazione ricordando un episodio di affrancamento dalla tirannide di medievale memoria. Noto ai più per la spettacolare Battaglia delle arance che si svolge per tre giorni nelle principali piazze cittadine, il Carnevale eporediese si caratterizza per un complesso cerimoniale che attinge a diverse epoche storiche fino a culminare nel Corteo Storico. Vera protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858
I numeri del Carnevale: sono circa 100.000 gli spettatori che lo Storico Carnevale di Ivrea attira ogni anno. 11.000 i quintali di arance utilizzate durante la Battaglia nel 2019. 9 le squadre a piedi e oltre 50 i carri divisi tra pariglie e tiri a quattro che prendono parte alla Battaglia in ogni edizione. Oltre 150 Personaggi animano il Corteo Storico e 12.000 sono stati gli aranceri iscritti all’edizione del 2019
La battaglia delle arance di Ivrea è l’elemento più spettacolare del Carnevale, quello che meglio racconta la rivolta del popolo (rappresentata dagli aranceri a piedi) contro le armate del tiranno (rappresentate dagli aranceri sui carri). Per tre pomeriggi (da domenica a Martedì Grasso) le squadre a piedi combattono contro gli aranceri sui carri. La Battaglia è un concentrato di ardore e lealtà e non è raro vedere avversari darsi la mano in segno di rispetto, riconoscendo l’abilità e il coraggio altrui. Si basa su regole cavalleresche non scritte condivise da tutti i partecipanti, che garantiscono l’incolumità̀ generale (a parte qualche inevitabile occhio nero). Le nove squadre, nate in epoche diverse, occupano ognuna una zona fissa, che coincide con una piazza cittadina. I carri da getto, divisi in pariglie (2 cavalli) e tiri a quattro (4 cavalli) si alternano all’interno delle piazze per pochi minuti.
Il Carnevale oltre ad essere un grande gioco di ruolo ed è anche una straordinaria lezione di educazione civica: migliaia di persone che scendono pacificamente in piazza a celebrare una festa di libertà, in un clima “agonistico” nel rispetto di regole non scritte, sono un grande esempio di civiltà̀ che la città può orgogliosamente vantare e deve “difendere”.
Vera protagonista è la Vezzosa Mugnaia, simbolo di libertà ed eroina della festa sin dalla sua apparizione nel 1858. Ad accompagnarla il Generale, di origine napoleonica che guida il brillante Stato Maggiore, e a seguire il Sostituto Gran Cancelliere, cerimoniere e rigido custode della tradizione, i giovanissimi Abbà, due per ognuno dei cinque rioni e il Podestà, rappresentante del potere cittadino. A scandire il Corteo le note delle pifferate degli amati Pifferi e Tamburi. Lo spirito dello Storico Carnevale d’Ivrea, perfettamente tramandato dalla Canzone del Carnevale Una volta anticamente, vive nella rievocazione della sollevazione del popolo contro il Marchese di Monferrato che affamava la città. Nella leggenda fu il gesto eroico di Violetta, la figlia di un mugnaio, a liberare il popolo dalla tirannia. Ribellatasi allo ius primae noctis imposto dal barone, Violetta lo uccise con la sua stessa spada e la celebre Battaglia delle arance rievoca proprio questa rivolta
Il Corteo Storico del Carnevale di Ivrea è popolato da svariati personaggi di epoche differenti: la Vezzosa Mugnaia (Violetta) con la sua Scorta d’Onore, il Toniotto (suo sposo), il Generale e lo Stato Maggiore, formato da Ufficiali e Vivandiere, il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, gli Alfieri con le bandiere dei cinque rioni, rappresentati dagli Abbà, la banda di Pifferi e Tamburi.L’identità della Vezzosa Mugnaia deve rimanere segreta fino alle 21 del Sabato Grasso, momento in cui viene proclamata dal Sostituto Gran Cancelliere dal balcone del Municipio.
L'abbruciamento dello Scarlo rappresenta la conclusione del Carnevale, simbolo della morte del tiranno. Durante il "rogo", infatti, la Mugnia tiene alzata la spada con l'aranca conficcata, a rappresentare la testa del despota ucciso. Lo Scarlo è il palo rivestito di erica e ginepro bruciato in segno di rituale, ma per Ivrea è molto di più: le fiamme crepitanti, che il martedì sera avvolgono gli scarli di ogni quartiere, sono il simbolo di vitalità e di buon augurio lasciati in dono dal Carnevale che così si conclude.Quanto più velocemente le fiamme risalgono il palo, tanto più la folla si rallegra, essendo questo un segno di buon auspicio per l’anno da poco iniziato.
Il Berretto Frigio è simbolo del Carnevale di Ivrea e va rigorosamente indossato da tutti i cittadini e spettatori, in borghese, per non essere fatti oggetti di "gentile getto". Ovvero: Chi non ha il berretto diventa bersaglio di arance da parte degli aranceri nelle piazze.
Carnevale di Ivrea 2020: appuntamento è per i giorni dal 23 al 25 febbraio. I giorni clou della prossima edizione saranno la serata di sabato 22 febbraio con la presentazione della Vezzosa Mugnaia dal balcone del Municipio in Piazza di Città alle ore 21 e i tre giorni successivi, domenica 23, lunedì 24 e martedì 25 febbraio: giorni in cui il Corteo Storico e la Battaglia delle Arance animeranno e coinvolgeranno tutta la città di Ivrea in una manifestazione ricca di storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali.
Nel 1858 in occasione dell’introduzione della figura della Mugnaia nel Carnevale il professor Ferdinando Bosio scrive la Canzone del Carnevale, messa poi in musica dai Maestri Lorenzo Olivieri e Angelo Burbatti. La canzone è conosciuta a memoria da tutti gli eporediesi, che la cantano a squarciagola da inizio a fine Carnevale. "Una volta anticamente/ Egli è certo che un Barone/ Ci trattava duramente/ Con la corda e col bastone; D’in sull’alto Castellazzo/ Dove avea covile e possa/ Sghignazzando a mo’ di pazzo/ Ci mangiava polpa ed ossa. Ma la figlia d’un mugnaio/Gli ha insegnato la creanza/Che rapita all’uom più caro/Volea farne la sua ganza/Ma quell’altra prese impegno/Di trattarlo a tu per tu/Quello è stato il nostro segno/E il Castello non c’è più.."
Carnevale di Ivrea, squadra dell'Asso di Picche. Nati nel 1947 da un gruppo di giovani giocatori dell’Ivrea calcio, hanno una divisa rossa e blu, con l’asso di picche come distintivo e un foulard nero. La squadra, tra le più antiche, ha come luogo di tiro, Piazza di Città.
Carnevale di Ivrea, squadra della Morte. Dividono la piazza di Città con i Picche, sono nati nel 1954 grazie un gruppo di amici del quartiere di San Grato. La casacca originale era costituita da una tuta da lavoro blu. Attualmente invece la divisa è composta da una casacca nera con lo stemma bianco raffigurante un teschio e pantaloni rossi
Carnevale di Ivrea: squadra degli Scacchi. Il loro nome fu dettato dal numero dei primi tiratori, sedici come le pedine di una parte della scacchiera. Dal 1964 ad oggi, il numero degli iscritti è cresciuto ma è rimasta la casacca bianca e nera a quadri, su cui si staglia una torre arancione, simbolo del castello eporediese. Il foulard è di colore arancione. La squadra, tra le più numerose, ha come luogo di tiro, Piazza Ottinetti.
La squadra, che divide insieme agli Scacchi la piazza Ottinetti, è nata nel 1966 ed eredita il proprio nome da una delle vie più suggestive del centro storico di Ivrea, via Arduino. Gli appartenenti alla squadra dello scorpione, indossano calzoni verde chiaro, un foulard che ogni anno viene rinnovato, e una casacca gialla con la riproduzione di uno scorpione nella parte posteriore.
Sono l’ultima squadra a dividersi, insieme a Mercenari e Diavoli, l’immensa piazza del Rondolino. Le Pantere, nate nel 1966, hanno “combattuto” per una decina di anni in piazza di Città dove praticamente sono nati, per poi spostarsi in piazza Ferrando, Ottinetti, sino a giungere nell’attuale luogo di tiro. I membri della squadra indossano un completo nero, listato di giallo come il foulard. Lo stemma è rappresentato, come dice il nome stesso, da una pantera ruggente.
Tra le squadre più blasonate, i Diavoli hanno come luogo di tiro piazza del Rondolino. Nati nel 1973, sono riconoscibili grazie alla casacca e pantaloni rossi con bande gialle e un foulard giallo. Il loro stemma è un diavolo con la forca.
Anche loro in piazza del Rondolino, i Mercenari sono nati nel 1974 e vestono uno stemma color vinaccia, pantaloni gialli, che hanno sostituito gli originali blue-jeans, e foulard a fantasia. La squadra ha scelto come stemma una coppia di scimitarre, inserite in una stella gialla a cinque punte.
Sono gli ultimi nati, 1985 ma riconosciuti solo nel 1989, tirano in piazza Freguglia e la loro casacca è gialla e blu con il foulard giallo. Lo stemma è rappresentato dal con il Palazzo della Credenza sotto il quale sono riportate, incrociate, la mazza (simbolo del Comune) e la scure d’arme (simbolo del Podestà) e, sotto ancora, il nome della squadra.