L’abbazia di San Galgano, il luogo più simile all’Irlanda che ci sia in Italia

Questa antica archiettura cistercense, in rovina, senza il tetto e circondata dalla natura, porta subito alla mente la terra d'Irlanda

Pubblicato: 14 Aprile 2020 16:00Aggiornato: 9 maggio 2024 16:43

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Redazione

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Chi cerca un angolo d’Irlanda in Italia può andare sul sicuro con una visita all’abbazia di San Galgano. Questa antica costruzione dallo stile gotico, risalente al 1218, si trova in Toscana, a circa 30 chilometri da Siena, nel Comune di Chiusdino.

La storia dell’Abbazia di San Galgano

Si tratta di un’abbazia cistercense che, per rispettare i canoni d’architettura di questo particolare ordine monastico, non presenta ornamenti, sculture né pitture, ma alzate e navate di altezze ben precise. Bellissima, insomma, in tutta la sua austera semplicità. Una struttura vissuta dai monaci fino al periodo di pieno splendore, ovvero almeno fino al 1300, quando poi fu abbandonata a se stessa a causa dell’arrivo di carestia e peste. A nulla sono serviti i tentativi di ripristino dell’antico e splendido edificio e i successivi ampliamenti e ritocchi artistici, riprovati anche alla fine Settecento, tant’è che il luogo di culto fu presto sconsacrato e lasciato in balìa del tempo.

Anno dopo anno, le architetture sono presto andate in rovina. E, mentre la natura ha circondato completamente l’abbazia, il tetto è crollato definitivamente lasciando dietro di sé uno spettacolo unico e magico. Le rovine dell’abbazia di San Galgano sono infatti quanto di più magico questi luoghi toscani possano offrire. Il cielo è il nuovo tetto dell’ex luogo di culto e una visita qui regala emozioni fortissime e ricorda l’Irlanda, terra legata a fiabe, folletti e miti. Guardando l’abbazia di San Galgano vengono subito in mente quelle di Cashel o di Glendalough dove le chiese strizzano l’occhio al cielo e vengono avvolte da atmosfere incantate. In questi luoghi la fantasia vola.

Luogo di miti e di leggende

Una storia intrigante alimentata anche da antiche leggende, legate al Santo Graal e all’eremo di Montesiepi, a poca distanza dall’abbazia. Si narra che San Galgano, cavaliere senza paura, decise di passare proprio qui gli ultimi attimi della sua esistenza. Costruzione più antica dell’abbazia, la Rotonda fu edificata tra il 1182 ed il 1185 e il Santo cavaliere passò qui il suo ultimo anno di vita, isolandosi da tutto e da tutti, abbandonando come gesto simbolico la sua spada nella roccia, che si può ammirare ancora oggi, incastonata nella pietra. Negli anni moltissime persone hanno cercato di estrarla o di rubarla senza alcun successo però. Anzi, proprio l’impossibilità di farlo ha dato vita a nuove e suggestive storie. Si narra, infatti, che uno dei ladri che tentò di portare via la spada fu sbranato dai lupi. Per evitare altri tentativi di furti fu scelto di custodire l’arma in una teca che ancora oggi la protegge.

Ma cosa c’entra il mito di Re Artù con la Toscana? E perché la spada nella roccia si trova nell’Eremo dove visse San Galgano? Sono queste le domande che hanno tenuto aperto il dibattito tra gli studiosi per anni. Per molti, infatti, il mito della spada sarebbe nato proprio nel nostro Paese, un’ipotesi che ha fatto pensare anche che il Santo e il cavaliere della tavola rotonda Galvano fossero la stessa persona.

Secondo la tesi più accreditata, la spada che oggi è conficcata nella roccia all’interno dell’edificio di Montesiepi apparteneva al cavaliere Galgano Guidotti. Dopo aver condotto una vita dissoluta, l’uomo arrivò nel territorio di Montesiepi dove cambiò radicalmente la sua vita. Una volta ritiratosi nell’edificio, conficcò la sua spada all’interno della roccia per creare una croce davanti alla quale pregare ogni giorno. Questa stessa tesi, però, è stata messa in dubbio per anni da molti studiosi che hanno ipotizzato che l’arma fosse un falso. La maggior parte delle ricerche fatte nel tempo, però, hanno confermato che la realizzazione della spada risale proprio al 1100.

E Re Artù? La spada che avrebbe estratto il re quando era solo un bambino, in realtà, non fu mai trovata alimentando ancora di più il mistero di una storia che affascina oggi, esattamente come ieri. Una storia che di certo ha creato ancora più mistero attorno a queste due splendide creazioni architettoniche, facendo dell’Abbazia di San Galgano set di film e palco per grandi opere liriche e musicali.

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