Viaggio in Cile, sulla strada del giovane Che Guevara

Viaggiate in Cile sulla rotta de I diari della motocicletta, alla ricerca del percorso del leggendario viaggio compiuto dal giovane Ernesto Che Guevara.

Pubblicato: 19 Giugno 2017 11:37

SiViaggia

Redazione

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Il Cile è stato la seconda tappa del leggendario viaggio attorno al continente sudamericano che il giovane Ernesto Che Guevara fece nel 1952 a bordo della motocicletta La Poderoza in compagnia di Alberto Granado e seguendo la strada Panamericana.

Il viaggio cileno dei due argentini iniziò dalla regione dei laghi del Parco Nazionale Puyehue, e la prima tappa del nostro itinerario è la cittadina di Peulla, un piccolo porto sul lago di Tutti i Santi che collega Cile e Argentina. Sulle rive di questo lago troverete un’atmosfera magica e misteriosa, immersi nella nebbia e nei rumori della natura. Mentre siete sul lago ricordate anche di fare una piccola deviazione per le spettacolari Cascate de los Novios.

Prendete il traghetto per Petrohué e cogliete l’occasione per concedervi una piccola escursione sul massiccio Osorno, un grande vulcano che non erutta dal tempo in cui Charles Darwin visitò il Cile nel 1835, e costeggiate il vasto lago Llanquihue, il secondo più grande del Cile, fermandovi in una delle tradizionali osterie dove si parla ancora il Lagunen-deutsch un dialetto germanico importato dai tanti immigrati tedeschi nel corso del XIX secolo.

Riprendete il viaggio verso Valdivia, la cittadina all’incrocio dei fiumi Calle Calle e Cau Cau dove Guevara e Granado si fermarono per chiedere alla stampa del Cile di sponsorizzare la loro impresa. Il piccolo centro stato completamente ricostruito dopo che un terremoto nel 1960, il più forte mai registrato nella storia, la rase al suolo e oggi è diventata famosa per la qualità della birra che viene prodotta, eredità dell’immigrazione tedesca. A Valdivia non dimenticate di visitare il piccolo, ma suggestivo museo archeologico che raccoglie molti reperti dell’antica storia della città.

La tappa successiva, a poca distanza da Valdivia, è la città di Temuco, dove i due argentini andarono a rendere omaggio alla casa natale di Pablo Neruda. Questo centro, molto importante per le tratte commerciali di tutto il Cile, offre la possibilità di scoprire gli ultimi rappresentanti della cultura dei Mapuche, ancora in lotta per vedere riconosciuta la loro terra ancestrale. Se volete scoprire l’aspetto delle città della zona prima del grande terremoto del 1960, visitate il Museo Regionale dell’Araucania, che conserva una ricchissima collezione di fotografie d’epoca.

Prima di intraprendere la lunga tappa fino a Santiago del Cile, seguite le orme della Poderoza e fermatevi nella città di Los Angeles, da cui potrete partire per una bella escursione del Parco Nazionale Laguna de Laja, che con i suoi paesaggi spettacolari, dominati dal vulcano Antuco, vi lascerà senza parole.

Dirigetevi ora verso la capitale del Cile, Santiago, la grande città che nel viaggio di Guevara e Granado segna anche la fine della fedele Poderoza. Dopo aver percorso migliaia e migliaia di chilometri, infatti, il motore della vecchia motocicletta esala l’ultimo respiro e i due amici sono costretti a proseguire tra autostop e autobus. Prendetevi alcuni giorni per visitare le mete più interessanti del centro storico di Santiago, come il Palazzo della Moneda, la Piazza de Armas, il Museo Cileno di arte precolombino e la casa di Pablo Neruda. Santiago offre anche ogni tipo di struttura turistica, cogliete quindi l’occasione di rilassarvi prima di riprendere il viaggio verso nord.

Riprendete la strada dirigendovi verso Valparaiso e una volta in città salite sui suggestivi ascensori che portano nella parte alta del centro urbano dove godrete della stessa meravigliosa vista che i due argentini ammirarono nel marzo del 1952. Per rendere l’atmosfera ancora più indimenticabile non dimentica di leggere l’Ode a Valparaiso di Pablo Neruda. Mentre siete a Valparaiso cogliete l’occasione di passeggiare nella zona de El Plan e scoprire la vitalità, i colori e anche le contraddizioni di questo centro affacciato sull’Oceano e stretto dalle colline.

Quando decidete di ripartire preparatevi all’ultima parte del viaggio verso il nord del Cile, una zona più desertica e disabitata rispetto al centro del paese, ma che offre paesaggi spettacolari e notti stellate che non hanno pari in nessun altro luogo del mondo, come scoprirono Alberto Granado e Ernesto Guevara mentre viaggiavano verso il Perù.

Dirigetevi verso la zona di Atacama piegando verso est in direzione di Chuquicamata, la enorme miniera di rame dove il giovane medico argentino vide le tremende condizioni di lavoro degli indios, scuotendo la sua coscienza politica. Oggi la miniera a cielo aperto non è più in funzione e visitandola rimarrete stupefatti dalla sua enormità e dalle sue geometrie che si stagliano nella pianura salata del deserto. Mentre siete nella zona andate a visitare i geoglifi di Chug Chug, gli enormi disegni tracciati sulla superficie del deserto realizzati da una misteriosa civiltà precedente all’arrivo degli Inca e distinguibili perfettamente ad alta quota.

A questo punto prendere la direzione di Iquique, verso la costa per concludere il viaggio che dal Cile vi porterà vicino al confine con il Perù , non dimenticando di visitare le città fantasma, abitate in passato dai minatori di nitrati nei pressi della città balneare. Iquique è una tranquilla località di mare, dove potrete trovare spiagge dove riposarvi e un gran numero di ristoranti e locali a poca distanza dalle acque dell’Oceano.

Ma per arrivare all’ultima tappa dovrete spingervi poco più a nord, ad Arica, a soli 16 chilometri dal Perù. Era il 22 marzo 1952 quando Guevara e Granado salutarono il Cile per addentrarsi sempre più a nord in un viaggio che li avrebbe portati fino nel cuore dell’Amazzonia. Ad Arica troverete ogni tipo di attrazione turistica, dalle spiagge per i surfisti alla Chiesa di ferro di San Marcos, realizzata da Alexandre Gustave Eiffel, il padre della Tour Eiffel.

E prima di riposarvi dopo il vostro lungo viaggio attraverso il Cile, riprendete in mano Latinoamericana, il diario di viaggio di Ernesto Guevara e Alberto Granado e rileggete le prime pagine: Il personaggio che ha scritto questi appunti è morto quando è tornato a posare i piedi sulla terra d’Argentina, e colui che li riordina e li ripulisce, ‘io’, non sono io; per lo meno, non si tratta dello stesso io interiore. Quel vagare senza meta per la nostra “maiuscola America” mi ha cambiato più di quanto credessi.

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