Salendo a bordo del bus della linea 54 è possibile raggiungere Ortica, la periferia a est di Milano che si fa spazio tra i binari ferroviari. È qui che, grazie alla realizzazione di venti opere murarie, è custodita tutta la storia della città e della periferia in quello che è ufficialmente riconosciuto come il quartiere museo del capoluogo lombardo, protagonista di un progetto unico del nostro Paese. Sfogliate la gallery per scoprire Ortica, i murales e la sua storia.
Grazie a un progetto incredibile, che ha visto la realizzazione di grandi murales sui muri del quartiere, Ortica si è completamente trasformata, diventato oggi una meta di interesse di cittadini e viaggiatori. In realtà questa periferia affascina da sempre artisti e musicisti: Enzo Jannacci la menziona nel suo Faceva il Palo e Vittorio De Sica la sceglie come parte del set di Miracolo a Milano, come se sapesse che quel miracolo, poi, sarebbe davvero avvenuto.
Tutti i capolavori murari che oggi contraddistinguono in maniera univoca Ortica, raccontano una storia fatta di periferia e di binari ferroviari, di gente che è arrivata e che andata via, e di quella Madunina che si trova a pochi chilometri di distanza, ma che riguarda anche quel quartiere.
Lì, dove cresce l'erba alta e gli orti già scandivano il paesaggio nel Medioevo è nata Ortica, e il nome fa riferimento proprio a questa natura selvaggia che, ancora oggi, caratterizza la periferia.
Palazzi e case basse, giardini con ringhiera, e piccoli negozi in cui tutti si salutano e si chiamano per nome, danno il benvenuto a chiunque entri a Ortica. Si respira un'atmosfera di tranquillità che fa da contrasto al passato della periferia di Milano.
Ortica, tra fine '800 e inizio '900 viene scelta per ospitare il primo troncone ferroviario, la linea Milano-Treviglio. Sono anni in cui il quartiere è in fermento: fabbriche e ferrovia lo trasformano in un polo industriale isolato dal centro.
Nonostante la sua anima periferica, il quartiere Ortica, ha sempre esercitato un certo fascino tra cittadini e viaggiatori, tra artisti, scrittori e registi, che giungevano qui per cercare ispirazione e un senso di libertà.
E forse, quello che andavano cercando in questa periferia, tutti l'hanno trovato. Enzo Jannacci era un assiduo frequentatore di questa zona di Milano, forse lui prima degli altri aveva colto il fervore artistico e culturale che si respirava qui. Ma da qui sono stati passati anche Dario Fo, Strelher e Franco Parenti, alla ricerca delle loro ispirazioni.
Chiunque passava da questo quartiere lo sapeva che avrebbe conosciuto e toccato con mano un mondo vero, fatto di operai e ferrovieri, di persone pronte a raccontare la loro storia. La stessa che oggi parla attraverso i murales.
Grazie al progetto Ortica Memoria, tutta la storia del quartiere è stata trasformata in un grandissimo capolavoro artistico che invade i muri di questa periferia.
La realizzazione dei murales non è avvenuta solo a opera di grandi artisti della scena internazionale. A creare queste opere d'arte murarie sono state le persone, i ragazzi delle scuole e i membri delle associazioni guidati dal collettivo artistico, gli Orticanoodles, tutti uniti in questo progetto collaborativo per realizzare qualcosa di grandioso.
Dopo aver dipinto, per primo, il cavalcavia Buccari, il progetto ha preso piede. C'è un omaggio alla musica popolare, ma anche a personaggi che hanno fatto la storia come Dalla Chiesa, Giorgio Ambrosoli, Walter Tobagi.
Man mano che si definivano i murales il progetto diventata sempre più chiaro agli occhi di tutti: quello di realizzare una serie di opere che raccontassero la storia, passando per temi attuali e strumenti di comunicazione moderni, come la street art.
Sui muri compaiono Giorgio Gaber a Carlo Alberto dalla Chiesa e ancora Alda Merini, Liliana Segre. C'è, ovviamente, Enzo Jannacci e poi i volti di partigiani. Ci sono anche gli sportivi e tutti gli artisti che hanno lasciato un segno a Milano e non solo. I muri prendono vita, diventano parlanti, per raccontare la storia italiana del Novecento, che parte dal movimento dei lavoratori e passa per i due conflitti mondiali senza dimenticare le grandi migrazioni e le icone della musica e dell'arte.
Grazie al progetto Or.Me, Ortica è un museo permanente a cielo aperto che si snoda tra le case, i muri, le botteghe e le scuole. Le opere possono essere ammirate "da sole", ma è nell'osservazione d'insieme che compongono un itinerario culturale ben preciso.
L'itinerario culturale da scoprire attraverso i murales passa dalle donne che hanno fatto la storia, dai temi legati alla migrazione, a quelli della legalità, passando per la musica e per la stessa storia del quartiere, come dimostrano i murales che raffigurano le campagne e gli orti di un tempo.
Il museo a cielo aperto dell’Ortica, Or.Me. – Ortica Memoria, è anche uno dei luoghi proposti dal Fondo ambiente italiano per le Giornate FAI di Primavera 2021. L'obiettivo è quello di portare le persone, attraverso un tour guidato dai volontari del Fai, alla scoperta del quartiere dove la storia è scritta sui muri.