Escursioni tra la natura, musei nascosti tra i boschi, borghi abbandonati. Il Trentino è un territorio che nasconde ancora molti segreti. Abbiamo selezionato dieci luoghi inusuali e che pochi conoscono dove poter andare con tutta la famiglia. Per altri suggerimenti su esperienze di viaggio in Trentino clicca qui
Una delle più belle passeggiate che si possono fare in una zona non ancora così conosciuta è quella delle Cascate di Valorz, un imponente getto d’acqua formato dal Rio Valorz, che precipita maestoso al centro di un ampio anfiteatro naturale roccioso. Nella bella stagione, è possibile arrivare alla base di queste cascate attraverso un percorso molto suggestivo e adatto a tutti, che parte dal paese di San Bernardo. Le cascate sono frequentate anche d’inverno, però, quando il getto d’acqua si ghiaccia trasformandosi in una parete verticale che, i climber più esperti, amano sfidare
A Fiavé, tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, è possibile fermare il tempo e viaggiare nella vita quotidiana di un villaggio di palafitte di 3.500 anni fa, sorto sulle sponde dell'antico Lago Carera. Lo specchio d’acqua, divenuto una torbiera, ha custodito per alcune migliaia di anni le tracce di quelle prime comunità sospese tra acqua e terra, scavate e riportate alla luce dagli archeologi nei primi Anni ’70. In questo sito, il 26 giugno sarà inaugurato il Parco Archeo Natura, ideato e curato dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, un allestimento creato per vivere un’esperienza tra archeologia, storia e natura, dalla forte connotazione emozionale e multisensoriale
A pochi passi dalla Terme di Comano, un imponente canyon inciso dal fiume Sarca crea una meravigliosa gola dove le rocce sono calcaree che si chiama il Limarò. Visitarlo è come immergersi nelle profondità della Terra: si possono infatti osservare pozzi, marmitte, erosioni fluviali dove le rocce rosse si alternano a quelle grigie, con singolari effetti cromatici. Percorrendo l’itinerario s’incontrano sculture naturali dove le gole si alternano a impressionanti pareti verticali. La forra si può esplorare dal basso, ma anche ammirarla dall’alto dei ponticelli e di alcune terrazze panoramiche. La si può raggiungere dalla strada delle Terme di Comano verso San Lorenzo in Banale e Molveno, e poi proseguendo a piedi, oppure, ancora meglio, lungo la pista ciclopedonale che ha recuperato il tracciato della vecchia strada che parte dalle Terme di Comano, il cosiddetto Cammino dell'acqua
In Val di Rabbi, lungo lo scosceso versante che delimita il Prà di Saènt, è stato realizzato un percorso didattico-naturalistico che porta alla scoperta di alcuni larici plurisecolari, eccezionalmente concentrati a una quota di circa 1.900 metri di altitudine. È uno dei luoghi più affascinanti che ci siano in Trentino, con 23 giganteschi larici che datano fino a 500 anni fa, ognuno con un nome ispirato dalle loro forme particolari. I larici sono cresciuti in una delle zone più suggestive del Parco, conosciuta come uno dei regni della marmotta. Per osservarli da vicino si sale lungo un sentiero dove sono stati realizzati ben 700 scalini, ottenuti con la semplice sistemazione delle pietre
Esiste un luogo dove la natura ha messo in scena il suo spettacolo più bello, creando dei capolavori inediti e unici in tutto il mondo. Torri, creste, alte colonne e pinnacoli disposti a canna d’organo: queste sono le Piramidi di Terra. Ci troviamo nei pressi di Segonzano, in Val di Cembra, ad ammirare la bellezza di queste piramidi alte fino a 20 metri, le cui origini sono antichissime. Si sono formate dal movimento dei ghiacciai dell’Avisio, che ha disgregato i fianchi della montagna facendo sì che si creassero questi enormi depositi morenici. Così, anche l’Italia ha le sue piramidi, un fenomeno geologico unico nel nostro Paese e molto raro, oggi divenuto attrazione turistica dall’altissimo valore didattico, storico e culturale
I maestri liutai, tra i quali Stradivari, si recavano fin qui da Cremona per acquistare i legni più pregiati, trasformandoli in strumenti musicali di rara perfezione. Si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini, in particolare gli abeti di risonanza, quelli rossi plurisecolari. Da qui, il nome della "Foresta dei Violini" di Paneveggio, in Val di Fiemme. Il legno degli abeti rossi di questo bosco è, infatti, particolarmente elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d'organo che creano risonanza. Ci si arriva dal Lago di Forte Buso, lungo la statale che da Predazzo sale al Passo Rolle
È un bellissimo museo naturale open air nella pineta di Pur, poco distante dal Lago di Ledro, con una ventina di grandi opere che si mimetizzano con il paesaggio tra le quali poter passeggiare. Non c’è un percorso consigliato, ognuno deve lasciarsi ispirare dall’opera e dalla propria curiosità. C’è la grande mucca, la scimmia, l’UFO, la chiocciola e la scopa gigante della strega del bosco e tante altre. Ogni opera è stata realizzata un artista diverso e ha un significato che spesso vuole raccontare il connubio tra uomo e natura. Il percorso artistico ha avuto inizio nel 2012 grazie al Comune di Ledro al fine di valorizzare il territorio e l'arte
Un tempo, qui, c’era un lago, del quale resta solamente un piccolo specchio d’acqua, circondato da un ampio canneto. È stato il primo biotopo protetto del Trentino, nel 1971, voluto dal Comune di Baselga di Piné per porlo sotto vincolo di tutela, dato l’elevato valore naturalistico. L’ingresso al sentiero di visita del biotopo si trova lungo la provinciale che da Baselga di Piné porta a Montagnaga, in località Ferrari. Il percorso è un anello, dove sono indicati 12 punti di particolare interesse, in corrispondenza dei quali è stata collocata una tabella con una breve descrizione con qualche curiosità. A tre quarti del percorso si trova una bellissima casetta di legno sospesa, alla quale si accede con una scaletta per osservare dall’alto la palude
È un'area naturale protetta al centro delle Piccole Dolomiti trentine istituita nel 1971. Il contesto in cui si trova è unico: la riserva è circondata da una serie di monti che variano tra i 1.900 e i 2.000 metri sul livello del mare. Queste cime che circondano la valle sono di tipo dolomitico, da cui il nome di Piccole Dolomiti, e sono il rifugio naturale di marmotte, camosci, caprioli e di tanti altri animali del bosco. Questa zona non è molto cambiata rispetto a mille anni fa e il tempo, qui, sembra essersi fermato. Si tratta, in effetti, di una sorta di enclave medievale. Nei Comuni che ne fanno parte si parla addirittura un antico dialetto millenario
Sulla strada immersa nel verde che collega Ragoli a Stenico, a 40 chilometri da Madonna di Campiglio, si arriva all’antico borgo trentino di Irone, meglio noto come il borgo fantasma. Nascosto da una fitta vegetazione, è rimasto per anni isolato. Da quando fu abbandonato nel 1600 per via della peste, quella stessa raccontata dal Manzoni nei “Promessi Sposi”. Il villaggio ha mantenuto la propria struttura tradizionale. Solo di recente è stato recuperato come località di villeggiatura dove i turisti vengono d’estate in occasione dei numerosi eventi, con lo scopo di promuovere le tradizioni locali e la cultura popolare. A Irone è stato conferito il titolo di “Meraviglia Italiana”, per il suo paesaggio, per la sua struttura urbanistica pressoché intatta, per la sua particolare storia legata alla peste seicentesca e per la splendida natura che lo circonda. È un luogo incantato, ricco di storia e di leggende che emana sicuramente un fascino senza tempo