Il sentiero del Mar Rosso è il primo percorso di trekking esistente sulla lunga distanza in Egitto ed è gestito interamente dalla tribù beduina dei Maaza. Sorge sulle antiche rotte di passaggio presenti da secoli, con un'estensione di 170 km, percorribili in circa 10 giorni, tra paesaggi spettacolari, vaste pianure, profonde gole e alte vette. All'interno del percorso, inoltre, è possibile avere un'assaggio della storia passata, visitando le rovine romane, le zone con pitture rupestri preistoriche e alcune delle cappelle dei Padri del Deserto. Può essere un'alternativa alla classica vacanza sul Mar Rosso, per conoscere da vicino la storia e le tradizioni delle tribù beduine.
La prima tappa è Jebel Shayib, appena fuori dalla penisola del Sinai. Si tratta di una delle montagne più alte d'Egitto, che con i suoi 2187 metri domina il Mar Rosso, dando da un lato verso il Sinai e dall'altro sulla Valle del Nilo. Non è molto conosciuta e raramente viene scalata, soprattutto per le diverse difficoltà che presenta, ma offre un panorama molto particolare.
Um Anab è una delle grandi cime del Mar Rosso, chiamata così a causa della piccola pianta simile all'uva che si trova nella zona, anam in arabo significa appunto uva . Dalla cima si vedono le colline che scompaiono, per poi riapparire a poche centinaia di chilometri di distanza, con uno dei panorami più spettacolari della regione. Nei pressi si trovano la Piana del Graygar e Tila Hussein, con interessanti siti storici, tra cui la città romana di Mons Claudianus.
Jebel Abul Hassan è una delle vette più spettacolari del percorso, con la grande gola di Wadi Ghuza e il cimitero di eroi Maaza. Il granito rosso impermeabile intrappola enormi quantità di acqua e crea delle spettacolari piscine verdi, sommergendo totalmente alcune gole. La zona presenta prati alti che ospitano cicogne, gru e altri uccelli migratori, ma anche i pascoli di greggi di pecore e di capre.
È uno dei massicci più alti della zona, composto da un labirinto di enormi cime granitiche con gole e burroni, probabilmente uno dei più estesi del mondo, con un paessaggio senza eguali. Ospita anche alcune vasche d’acqua verde intenso, cascate, insenature e sorgenti. Sono presenti anche grafitti preistorici raffiguranti giraffe e stambecchi, incisi sulle rocce, oltre alle cappelle degli eremiti, i cristiani d’Egitto che si dispersero per sfuggire alle persecuzioni dell’impero.
Il nome, Jebel Abu Dukhaan, significa “la montagna di fumo” forse a causa della foschia che è presente nella stagione calda. Le sue rocce sono molto particolari, interamente scure, in una regione dove prevale il rosso. In una giornata di bel tempo, inoltre, da qui è possibile vedere anche il Monte Sinai. È una delle regioni migliori per incontrare gli stambecchi, ma ospita anche le rovine dell'antica città romana Mons Porphyrites, che risale a 2000 anni fa.
Ci sono due passi chiamati in questo modo, Wadi Faalig El Shail ovvero quello facile e Wadi Faalig el Waar, quello difficile, in relazione alla difficoltà di passaggio dei cammelli . Ospita anche la pianura di Monfia, zona utilizzata dai beduini per il pascolo. Per questo presenta diversi accampamenti, e qui si trovano le escursioni più facili, che la rendono la tappa più adatta a i bambini e ai principianti.