Di borghi misteriosi in Italia ce ne sono tantissimi e per questo dei più famosi ve ne avevamo già parlato. Oggi, però, vogliamo portarvi alla scoperta di paesini meno noti che nascondo storie e leggende davvero particolari. Il primo che vi consigliamo è Fenestrelle in provincia di Torino (in foto), dove risiede un maestoso forte soprannominato anche “la grande muraglia piemontese”. Secondo l’Associazione E.P.A.S. (European Paranormal Activity Society), all'interno delle sue mura sono numerosi gli avvistamenti di ombre e figure nebulose. In particolare i testimoni riferiscono che la presenza assume le fattezze di un soldato della Marina Militare che gestiva la struttura nell’800. Ma non solo. Nei sotterranei, infatti, è stata persino registrata quella che sembra essere la voce di un bambino che grida “pericolo”.
Voliamo poi a Fumone, in provincia di Frosinone, dove si erge un castello che gli amanti del mistero considerano "delle anime perdute". Da queste parti, infatti, aleggia una leggenda che racconta del Marchese Bambino che morì dopo aver accusato dolori lancinanti. La madre non sopportava l’idea di seppellirlo e così lo fece imbalsamare, per poi conservarlo intatto nel castello all'interno di una teca. Pare che il medico autore dell’imbalsamazione morì subito dopo in circostanze poco chiare e oggigiorno si dice che l’intera struttura sia infestata da presenze oscure. Molteplici testimonianze, infatti, raccontano di strane voci, rumori di passi, oggetti spostati e grida di dolore.
Poi Montefusco, in provincia di Avellino, dove pare abitasse un feroce drago che terrorizzava i paesi limitrofi con le sue malefatte. Fino al 1421, quando venne sfidato da un nobiluomo che un volta ucciso lo portò nella piazza pubblica del borgo. Tuttavia, il combattente morì poco dopo avvelenato dall’aria putrida che aveva respirato. Fino al XIX secolo era solita tenersi una processione nel paesino in onore dell’eroe.
Decisamente misterioso anche Mortegliano in provincia di Udine. Da queste parti, infatti, nel 2012 è avvenuto un presunto caso di incontro ravvicinato del terzo tipo. Stando a quanto ricostruito, un ragazzo stava guidando di notte fonda e notò una coda di auto ferme davanti a lui. Credendo fosse un incidente, scese a controllare e notò che gli altri autisti non avevano alcuna intenzione di scendere. Proseguendo lungo la fila, vide una figura umanoide alta quasi quattro metri: aveva gambe muscolose, piedi rialzati con quattro dita, braccia lunghissime e una testa a forma di pallone da rugby. Una volta resa pubblica la storia, in zona sembrerebbero verificarsi eventi insoliti come il malfunzionamenti della rete elettrica, luci sconosciute e così via.
Poi ancora Sommocolonia, in provincia di Lucca, che pare fosse frequentato dagli streghi, individui dotati di poteri magici ma decisamente pericolosi. Essi assumevano le sembianze di gatti e vagavano per il villaggio tanto che si sentiva miagolare per le strade. Un bambino, però, decise di afferrare uno di questi gatti magici per la coda e, secondo la leggenda, la sua mano non gli crebbe mai. La morale di questa favola? Il rispetto per gli animali randagi.
In provincia di Isernia davvero misterioso è il borgo di Agnone. Qui, infatti, sorge il Palazzo Nuonno di cui nessuno sa cosa si nasconda realmente al suo interno, tanto di essere dotato di una targa che lo definisce “palazzo dei fantasmi”. Non a caso, alcune persone del luogo affermano di sentire urla, passi di danza e musiche.
Poi ancora Moneglia, in provincia di Genova, dove nella chiesa di San Giorgio è custodita una pala in cui è raffigurata una mostruosa bestia nera. Stando a quanto raccontano le leggende, il demone non compariva originariamente nella pala d’altare, ma pare che in seguito si materializzò fisicamente di fronte al parroco e ai fedeli. Esso subito scese a seminare distruzione per le vie del paese, ma venne inseguito dalla popolazione che lo fece tramutare in una bestia mentre si rifugiava nella chiesa ai piedi di Sant’Antonio abate, protettore degli animali, il quale lo immobilizzò con il suo bastone. Ancora oggi la bestia è lì, intrappolata nel dipinto.
A Narni, in provincia di Terni, aleggia una leggenda secondo cui, in epoca medievale, nel territorio tra il borgo e Perugia imperversava un Grifone. Le due città si coalizzarono per abbatterlo e, un volta ucciso, Perugia si tenne le ossa come trofeo, Narni la pelle rossa. Grazie a questa storia, il Grifone di Perugia è bianco, mentre quello di Narni è rosso.
Roghudi, invece, è un borgo in provincia di Reggio Calabria conosciuto anche come il "borgo delle leggende". L'antico Roghudi è oggi un paese fantasma in cui alcune storie narrano di lamenti che si sentono salire dai dirupi verso il paese. Oppure "la rocca tu drago", una roccia monolitica che ricorda la testa di un drago dove sono incisi due cerchi che sembrano due grandi occhi. A quanto pare, questa conserverebbe un tesoro inestimabile e gli abitanti credevano che chi osasse avvicinarsi sarebbe stato travolto da una violenta folata di vento e scaraventato giù nelle acque del torrente.
Infine Burgos, in provincia di Sassari, dove svetta un castello che sembrerebbe essere abitato dal fantasma di un cavaliere medievale. Pare che custodisca un tesoro e che abbia fattezze gigantesche e terribili tanto che un pastore, in cerca di una pecora smarrita, si addentrò nei sotterranei incappando in un paiolo colmo d’oro. Ma prima di afferrarlo l’intera struttura tremò, tanto che fu costretto a scappare e raccontare tutto al parroco. Quest’ultimo, incuriosito, si recò alle rovine insieme al sacrestano con lo scopo di scacciare lo spettro e impadronirsi del tesoro, ma alla vista del paiolo il sacrestano non resistette e lo afferrò. Apparve così Don Blas, colui che incenerì i due religiosi con una pioggia di fuoco.