Assolutamente suggestivi sono i borghi abbandonati da anni, a volte secoli, ma che ancora oggi meritano un viaggio poiché portano il visitatore a immergersi in un’atmosfera magica, fatta soprattutto di silenzio e dove la natura ha preso il sopravvento. Se ne trovano diversi in Italia e uno più atmosferico dell'altro. E proprio per questo oggi vi porteremo alla scoperta dei borghi abbandonati più suggestivi d'Italia, vere perle che in autunno diventano ancor più incredibili.
Iniziamo questo viaggio da Craco, meraviglioso borgo-fantasma della Basilicata che osservandolo da lontano sembra come una scultura di origini medievali circondata dai “Calanchi”.
Borgo fantasma e paese disabitato lambito da un fiume è Consonno in Lombardia. Ex borgo contadino fino a quando non vi giunse Conte Mario Bagno che vi realizzò la sua città dei Balocchi.
Un borgo bellissimo e abbandonato della Sardegna è Ingurtosu, una delle miniere più grandi e produttive dell'isola e che oggi si erge come un villaggio fantasma vicino alla costa centro-occidentale sarda.
Silenzio e meraviglia regnano a Gessopalena, borgo che nel corso del tempo venne abbandonato e posto su un crinale di una roccia che regala una meravigliosa vista sulla Majella orientale.
Il borgo abbandonato della splendida Tuscia più conosciuto è certamente Civita di Bagnoregio, ma altrettanto pittoresco, incredibile e ricco di storia è Celleno, un borgo fantasma di origine etrusca e che offre diverse e bellissime attrazioni da visitare.
Un borgo fantasma davvero suggestivo è Antuni, un luogo che si specchia sul lago e arroccato in cima a un colle. Appare come circondato da un’aura mitologica, quasi fantasy.
Altro luogo incredibile della Sardegna è Osini, un paese fantasma sospeso nel tempo, che torna a vivere due giorni all’anno durante le celebrazioni in onore della Santa.
Il borgo fantasma ligure per eccellenza è Balestrino, che con vicoli stretti, strade non asfaltate e le numerose porte in legno caratteristiche del tempo riporta indietro negli anni.
Terminiamo questo viaggio a San Severino di Centola, abbarbicato su uno sperone roccioso e borgo medievale a ridosso del fiume Mingardo, di fianco a quella che è denominata la gola del diavolo.