Da anni ormai si parla di 'fuga di cervelli' e in Italia si tratta di un fenomeno di entità significativa. Linkiesta ha stilato una classifica delle destinazioni preferite da chi vuole fuggire all'estero, 10 Paesi dove emigrare, sette dei quali non sono europei. La classifica tiene conto di quattro parametri:
1) il Pil pro capite del Paese di destinazione. Nessuno, infatti, vuole emigrare verso un Paese povero;
2) il rapporto debito-Pil, che predice se quel Paese continuerà a essere ricco nel medio periodo;
3) l'indice di efficienza del sistema economico, cioè quanto è facile fare business in quel Paese e tiene conto della facilità di aprire e chiudere un'attività e di ottenere una licenza;
4) i valori dei cittadini del Paese di destinazione, con riferimento alla loro apertura all'immigrazione.
Sulla base di questi quattro indicatori, Linkiesta ha calcolato l'indice di desiderabilità. Il primo dei dieci Paesi della classifica è il Qatar: qui c'è il più basso debito pubblico e il Pil pro capite è tra i più alti al mondo grazie al petrolio. Se volete andare sul sicuro, comprate subito un biglietto di sola andata
L'Australia è una destinazione molto appetibile rispetto a tutti i parametri considerati da Linkiesta, con alta accettazione degli immigrati (0,89), alta libertà economica e basso debito pubblico. Nel Northern Territory, poi, a differenza del resto del Paese, per via del clima umido che spinge molti locali a spostasi a Sud, c'è molta più richiesta di personale e molta più offerta di lavoro, anche per gli stranieri
Il modello scandinavo ottiene un ottimo piazzamento ben visibile in Svezia, un Paese caratterizzato dall'elevato Pil pro capite, da un'altissima accettazione degli immigrati (0,96) e da una buona libertà economica
Come il Qatar, anche qui il Pil pro capite è tra i più alti al mondo grazie al petrolio. Tuttavia, l'indice di accettazione degli immigrati è uno dei più bassi (0,63), inferiore alla media (0,754)
Per quanto riguarda l'Oriente, Singapore primeggia per Pil e, soprattutto, libertà economica (l'indice è 89,4, il più alto del campione preso in considerazione). Tuttavia, l'indice di accettazione è solo di 0,64 e preoccupa il rapporto debito/Pil al 105%
Gli Stati Uniti si confermano una delle migliori destinazioni. Il loro indice di libertà economica (75,5) non è molto lontano da quello svedese (73,1). L'unico problema degli Stati Uniti è riuscire a ottenere la famosa Green Card
L'Olanda è tra le migliori destinazioni d'Europa grazie a un buon punteggio in tutti i parametri presi in considerazione
Stessa cosa vale per la Germania che, secondo Linkiesta, ottiene un buon punteggio in tutti i parametri considerati
La Nuova Zelanda ha indicatori sovrapponibili all'Australia (al secondo posto della classifica), a parte il Pil pro capite (40,842 dollari contro 67,468)
Taiwan è forse una destinazione più sicura nel lungo periodo; garantisce un'alta accettazione (0,8) e un debito pari al 38,9 per cento del Pil