La difficoltà maggiore per fotografare un'aurora è trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ci sono viaggi che programmo con un anno, o più, di anticipo per riuscire a mettere insieme tutti gli elementi necessari, e ci sono viaggi decisi, come in questo caso, pochissime ore prima perché la tempestività è prioritaria rispetto alla ricerca. Le aurore sono fenomeni prevedibili con poco anticipo e quindi, per chi è a caccia di aurore boreali, il mio consiglio è di tenere la valigia pronta e controllare ogni giorno il sito Alaska.edu
I ghiacciai regalano le immagini più suggestive durante le luci calde di albe e tramonti, meglio ancora se con qualche nuvola in cielo che si colora di arancione la sera e di rosa la mattina. Una particolare accortezza va però riservata all'esposizione perché il bianco inganna spesso l'esposimetro delle fotocamere. Infatti, per evitare di ottenere la neve completamente grigia, bisogna sovraesporre di almeno 1 o 2 stop a seconda della quantità di bianco presente nell'inquadratura
Gli animali sono soggetti complessi da fotografare e possono mutare posizione e atteggiamento in frazioni di secondo. Per riuscire a cogliere il guizzo di un'espressione, o la dinamica di un'azione improvvisa, o la forza magnetica di uno sguardo in macchina, occorrono prontezza di riflessi, conoscenza dell'animale e uno spirito di osservazione piuttosto allenato. Inoltre, quando la situazione non consente di lavorare sul treppiedi o sul beanbag, è importante attivare, se c'è, lo stabilizzatore dell'obiettivo e, a meno che non si stiano cercando mossi creativi, è bene usare tempi molto rapidi. Con la macchina a mano infatti, per evitare i micromossi, come regola generale va impostato un tempo almeno equivalente all'inverso della lunghezza focale che si sta usando: per esempio se si sta scattando con un 400mm, è bene scegliere una velocità di scatto di almeno 1/400 di secondo
Oggi quello che affascina veramente non è più solo la fotografia di un animale, di cui ormai abbiamo a disposizione negli archivi fotografici migliaia di bellissimi primi piani, ma è il fatto che sia in libertà. Quindi è proprio la sua relazione con l'ambiente che va evidenziata. Gli americani hanno coniato un nuovo sostantivo per definire questo tipo di fotografia: da 'wildlife' si è passati al 'wildscape', l'animale ambientato. Quindi il mio consiglio è di portare con voi anche focali molto corte
Il problema che si deve affrontare nella fotografia notturna è il cosiddetto 'rumore' dovuto alla lunga esposizione e agli alti Iso. Il primo consiglio per scattare di notte è quindi quello di fare un'esposizione corretta: non c'è nulla di più irrimediabile di un'immagine notturna sottoesposta perché cercare di aggiustarla in post produzione renderebbe ancora più evidente il 'rumore'. Per una corretta esposizione vi viene in aiuto solo l'istogramma perché la resa del monitor nell'oscurità è altamente fuorviante. Per ottenere le stelle ferme, il consiglio è quello di attenervi alla regola del 500, ovvero 500 / lunghezza focale = tempo massimo di esposizione. In genere i seguenti parametri sono quelli corretti per fotografare le stelle in notti senza luna: un obiettivo grandangolare, apertura f/2.8, tempo di esposizione 20 secondi, ISO 5000
Le fotografie di fioriture sono quelle che prediligo, perché mi permettono più delle altre di esprimere al meglio la mia creatività. Si ha a disposizione, quasi nel vero senso della parola, una tavolozza di colori da plasmare e questo permette di sperimentare sugli sfocati, di trovare linee e geometrie, di cercare l'armonia nel caos e l'elemento estraniante nell'ordine, creare accostamenti di colori puri, interpretare scene astratte, o anche entrare nell'anima del fiore con le macro. E poi i tempi sono dilatati: si è lì, immersi in colori e profumi, in una dimensione contemplativa a studiare come rendere al meglio quello che già di per sé è uno spettacolo gioioso. Quindi in questo caso la chiave è lasciare libera la propria immaginazione e sperimentare mossi, doppie esposizioni, sfocati e tutto quello che vi suggerisce il paesaggio
Se nelle scene di azione, invece di congelare il movimento, si vuole comunicare la velocità, si può ricorrere alla tecnica del panning. E' una tecnica di ripresa che consente di ottenere un certo grado di nitidezza sul soggetto mentre lo sfondo viene reso mosso per accentuare l'idea del movimento e della velocità. Per eseguire un panning bisogna seguire con la fotocamera il movimento del soggetto tenendolo costantemente nella stessa posizione all'interno dell'inquadratura. I tempi di esposizione devono essere abbastanza lenti da non 'congelare' la scena e quindi possono variare da 1/8 a 1/60 di secondo fino anche a 1/100 nel caso di soggetti molto rapidi
Di giorno, guardando il cielo azzurro, è più facile dimenticarsi che viviamo su un pianeta sperduto nello spazio in mezzo a milioni di milioni di altri pianeti e stelle e che viaggiamo nel cosmo a un'assurda velocità di 30 km al secondo percorrendo 940 milioni di chilometri ogni anno e che ruotiamo attorno al nostro asse a velocità diverse a seconda della latitudine... Nella fotografia notturna questo dettaglio è più difficile non notarlo... Gli star trail sono la testimonianza del nostro moto rotatorio. Quindi, per preparare uno star trial, la prima cosa da sapere è a quale latitudine siamo e verso che punto cardinale intendiamo rivolgere la fotocamera. Questo star trail è il risultato di 11 scatti da 240 secondi ciascuno con una focale di 20mm, 125 ISO, f/3.5; la posizione: sul 25esimo parallelo Sud e la fotocamera rivolta verso il Polo Sud Celeste
Il termine 'safari' nella lingua swahili significa solo 'viaggio', ma nella nostra tradizione un safari è un'sperienza evocativa nella natura selvaggia dell'Africa e chi l'ha sperimentata non la dimentica più. In safari le ottiche dal 300mm in su consentiranno bellissimi ritratti poiché aiutano, se usati a diaframmi aperti, a sfocare lo sfondo che in molti casi potrebbe distrarre. Ma anche ottiche grandangolari possono regalare scatti avvincenti di animali contestualizzati nel loro habitat. Un consiglio è di fotografare dalla jeep appoggiandovi a un beanbag
A parte lo scontato vantaggio economico implicito in un viaggio nei paraggi, la breve distanza permette di tornare agevolmente nel medesimo posto in diversi momenti di luce, in condizioni metereologiche diverse o anche in stagioni diverse. Insomma il mio consiglio spassionato è di prendersi del tempo per cercare spot fotografici non troppo lontani da casa perché questo ripagherà moltissimo. Magari un luogo è interessante di per sé ma può valere la pena tornarci per esempio sotto una nevicata o di notte o con i colori autunnali. Io uso per esempio molto spesso come 'palestra fotografica' l'Abruzzo, l'Umbria, la Toscana e le Dolomiti. Una bella immagine si può scattare anche sotto casa: la bellezza è ovunque, basta saperla intuire, isolandola dal contesto