Il leone (Panthera leo) è il primo a darti il benvenuto nella grande savana.
Per incontrare l'ippopotamo (Hippopotamus amphibius) occorre recarsi nella zona meridionale e centrale dell'Africa, in particolare nelle regioni dei grandi fiumi.
Il ghepardo (Acynonix jubatus) è facilmente riconoscibile perché ha una struttura fisica unica: è allungato e sottile, ha la testa relativamente piccola, le zampe lunghe e scattanti.
E' poco raccomandabile un incontro ravvicinato con l'avvoltoio reale: ha un becco provvisto di un uncino affilato, che serve per lacerare la carne delle carogne di cui si ciba.
La giraffa (Giraffa camelopardalis), vista da vicino, è il più alto tra tutti gli animali: può superare i cinque metri e mezzo di altezza. La sua lingua, che ha un colore quasi blu, raggiunge i sessanta centimetri.
Molti esemplari di elefante africano (Loxodonta africana) sopravvivono nelle riserve dell'Africa orientale.
Il giaguaro (Panthera onca) vive tra le foreste pluviali del Sudamerica e del Centroamerica e gli spazi aperti del Messico, non sperate di incontrarlo in un safari in Africa.
Inizia a diventare difficile trovare un ippopotamo, di recente è entrato tra le specie a rischio estinzione: "vulnerabile" secondo la World Conservation Union. La sua dimensione è notevole, per grandezza è il terzo mammifero terrestre esistente, dopo l'elefante africano e il rinoceronte.
A vedersi le leonesse sembrano innocui gattoni, mentre sono proprio feroci cacciatrici. Infatti le femmine adulte di leone hanno il compito di cacciare le prede per i leoni maschi e i loro cuccioli.
Gli elefanti vivono in gruppi più o meno numerosi. La gerarchia è di tipo matriarcale, con una femmina anziana a capo del branco.
Ecco un incontro frequente: un babbuino, la grossa scimmia africana dal muso allungato.
Questo gruppo di ghepardi sembra proprio aver preso confidenza con la jeep del safari turistico.
Da vicino il mantello della giraffa è un reticolo molto elegante: pezzato più o meno finemente di bruno su fondo beige.
L'incontro ravvicinato con il rinoceronte nero (Diceros bicornis) è sconsigliabile: è famoso per le cariche furiose contro le jeep e gli altri autoveicoli che transitano nella savana.
Esistono due sottospecie di elefante africano che vivono in habitat distinti e presentano lievi differenze morfologiche. Uno lo si può incontrare nella savana e l'altro nella foresta tropicale.
Ogni tanto conviene lanciare uno sguardo anche tra gli alberi, può essere l'occasione per vedere da vicino un leopardo (Panthera pardus) che riposa tra le frasche.
Le zone di distribuzione dei leoni corrispondono all'Africa centro-meridionale.
Ancora un incontro con l'amico ghepardo: questo felino è relativamente addomesticabile e si avvicina facilmente all'uomo.
I leoni sono animali sociali e vivono in branchi composti mediamente di 15-20 individui.
Il mantello delle zebre è inconfondibile da vicino e da lontano: la zebra delle steppe (Equus quagga) è la più comune.
Gli struzzi sono diffusi anche negli allevamenti di casa nostra, e per questo sembrano animali meno esotici. Nonostante tutto incontrarli nel loro habitat suscita curiosità e simpatia.
Il facocero (Phacochoerus aethiopicus) assomiglia a un cinghiale: ha una vistosa criniera sul dorso e due piccole zanne ricurve che escono dalla bocca. Le antilopi sono molto diffuse: ne esistono 90 specie, di cui 15 a rischio estinzione.
Le zone paludose sono l'ambiente ideale per le mandrie di bufali neri (Syncerus caffer). Sono animali dall'aspetto bonario, ma molto pericolosi per l'uomo e per gli altri predatori, perché sono forti e aggressivi.
La proboscide dell'elefante ha funzione prensile: l'animale se ne serve per raccogliere cibo e acqua. Ha la forza di sradicare un albero e la precisione di prendere una foglia.
Decisamente poco raccomandabile incontrare di notte una pantera (Panthera pardus). Il manto nero in realtà è un eccesso di pigmentazione: se si guardasse da vicino si scorgerebbero le macchie tipiche del leopardo.