LA STORIA DI NOTO - Il suo primo nome era Neas, sarebbe stata fondata da popolazioni sicane, all’epoca della caduta di Troia, sul colle della Mendola. Caduta nelle mani dei conquistatori siracusani, la città assimilò costumi e culto ellenici, e fu elevata a sede di gimnasium. Passata sotto il dominio romano, come città federata, in epoca imperiale fu dichiarata municipium latino, una singolare condizione che procurò alla città notevoli privilegi, tra cui quello di potersi governare con proprie leggi. Conquistata dagli arabi, che ne fecero una roccaforte munitissima, prese il nome attuale e fu capitale di una delle tre valli in cui essi avevano suddiviso la Sicilia. Dopo due secoli di dominio musulmano, nel 1090, Noto trattò la resa con Ruggero.
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ARCO DI TRIONFO - Facciamo le cose per bene: entrate in città da est, passando sotto l’Arco di trionfo che vi introdurrà al corso Vittorio Emanuele, il cuore di Noto. Ferdinando di Borbone nel 1838 fece la stessa cosa, inaugurando il monumento. Alzate lo sguardo: tre sculture simboliche sulla sua sommità si fanno notare: una torre merlata – la potenza, un cane – la fedeltà, al centro un pellicano – il sacrificio. Anche questa porta reale fu costruita con la caratteristica pietra calcarea giallo dorata, utilizzata per edificare le chiese e i palazzi della città. E’ una pietra calcarea molto particolare per la sua duttilità ed è per questo che è stata scelta, per consentire il taglio così elaborato dei suoi monumenti e anche perché irradia una luce forte. Quando cala il tramonto vi accorgerete che questo colore caldo si mischia alla luce del sole creando un’atmosfera che prende il cuore.
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CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO - Godetevi la passeggiata, è bello fare questo corso avanti e indietro. A destra sopra la piazza Immacolata, incontrerete la Chiesa di San Francesco all’Immacolata che si innalza in cima ad un’imponente scalinata. All’interno della chiesa del ‘700, una navata unica, secondo l’uso francescano, e bianche pareti decorate con stucchi di stile rococò. Annesso alla chiesa c’è il convento francescano. Questa è solo una delle numerose chiese che incontrerete lungo il vostro cammino. Sapete già che Noto è stata edificata dopo un potente terremoto; questo ha concesso agli architetti la massima libertà di progettazione e di creare un impianto urbanistico quasi scenografico. Le 3 strade principali sono tutte orientate da est ad ovest per essere sempre illuminate dal sole, il progetto urbanistico aveva anche previsto che venissero destinate ai 3 ceti sociali principali: il corso, dove vi trovate, al clero, quello superiore alla nobiltà e quello inferiore al popolo. Ecco perché incontrerete tante chiese lungo il vostro cammino sul corso Vittorio Emanuele.
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CHIESA DI SANTA CHIARA - La Chiesa di Santa Chiara, sul lato sinistro del corso, esprime un barocco molto delicato. L’interno, piccolo e ovale, ornato di stucchi e putti, è ben armonizzato dalle dodici colonne. Spingetevi fino all’annesso convento di clausura, è un mondo interessante da scoprire e dalla terrazza c’è una bella vista.
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LA CATTEDRALE DI NOTO - La Cattedrale che sorge in cima ad una monumentale scalèa, fu iniziata già pochi mesi dopo il terremoto, ma fu completata solo nel 1770. La facciata, piuttosto spoglia di ornamenti e stravaganze, incorpora motivi barocchi ed elementi classici. Le tre navate della chiesa sono divise da alti pilastri. Nella cappella di fondo della navata destra è custodita l’Arca argentea di San Corrado, il santo patrono della città. Qualcuno di noi ricorda il crollo della cupola nel 1996; ancora nei nostri occhi le riprese del TG e la disperazione del povero prete che fuggiva per mettersi in salvo dal crollo improvviso. La ricostruzione si è svolta in più di 10 anni con l’uso di tecniche moderne coniugate a quelle del ‘700 e con gli stessi materiali utilizzati allora. Un gran bel lavoro, oggi il simbolo della rinascita della zona, che è inserita nell’elenco dei beni di patrimonio dell’umanità (UNESCO).
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PALAZZO DUCEZIO - Di fronte alla cattedrale troviamo il Palazzo Ducezio, sede del Municipio. Progettato dall’architetto Sinatra il palazzo è rialzato rispetto alla piazza su cui sorge. Fu costruito tra il 1746 ed il 1830 su un’unica elevazione e solo negli anni ’50 vi fu sovrapposto un secondo piano modificando, così, la linea neoclassica originaria. All’interno il salone di rappresentanza è ricco di ori e stucchi.
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PALAZZO NICOLACI - Continuiamo il nostro percorso sulla destra troviamo la via Nicolaci, famosa per l’infiorata, chiusa in fondo dalla Chiesa di Montevergine, con facciata concava tra due campanili. Saltano agli occhi, sulla sinistra, i panciuti balconi del Palazzo Nicolaci Villadorata che rappresentano l’espressione dell’eclatante barocco netino. Le mensole che li reggono hanno forma di vari animali tra volute ed arabeschi. Il palazzo, che fu costruito dall’architetto Nicolaci nel 1731, ha novanta stanze, volte affrescate e dipinti settecenteschi. Per tanto tempo fu la residenza dei principi di Villadorata.
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L'INFIORATA DI NOTO - Nel mese di maggio la via Nicolaci è protagonista della famosa e tradizionale Infiorata. Squadre di artisti compongono un mosaico di petali variopinti che forma un tappeto che ricopre il selciato della strada. Questa manifestazione floreale è dedicata al mondo: ogni anno il tema è dedicato ad un paese diverso.
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CHIESA DI SAN CARLO - Continuando la passeggiata sul corso, subito a sinistra, troviamo la Chiesa di San Carlo e il Collegio dei Gesuiti con il suo grande portale a 4 colonne sovrastate da mascheroni mostruosi. Dalla chiesa salite sul campanile per godervi la vista panoramica sul centro città.
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CHIESA DI SAN DOMENICO - In fondo al corso troviamo la piazza XVI Maggio con la Chiesa di San Domenico, la villetta di Ercole, la fontana e le panchine che vi aspettano per proporvi una piccola sosta. Qui ammirate l’elegante teatro Vittorio Emanuele III.
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