ACQUI TERME - Abitata dai liguri Statielli, ribattezzata Aquae Statiellae dai Romani, incantati dalle acque salutari che sgorgano in città, antica e potente sede vescovile, Acqui vive un momento di splendore in età alto-medievale, di cui conserva numerose testimonianze come il Duomo e il caratteristico quartiere medievale della Pisterna. Sulla Pisterna vigila il Castello dei Paleologhi, già nell'XI sec. residenza vescovile, oggi Museo Vivico Archeologico. L'Acquese è un territorio ricco di
castelli come i borghi di Morsasco, di Prasco, di Orsara Bormida. A Cassine si svolge, il primo weekend di settembre, un'affascinante Festa Medievale, arricchita da mostre, incontri e attività enogastronomiche.
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ACQUEDOTTO ROMANO - Gli archi dell'acquedotto romano (inizi del I secolo d.C.) si ergono imponenti sulle rive del fiume Bormida. Elemento caratteristico del panorama acquese, esso rappresenta uno degli esempi di acquedotti di età romana più significativi dell'Italia settentrionale. Si conservano due tratti della struttura originaria, con piloni in muratura a base quadrangolare, rastremantisi progressivamente verso l'alto con riseghe regolari, per un'altezza di circa 15 metri. I piloni reggono arcate a sesto ribassato, alla cui sommità è situato il condotto destinato allo scorrimento dell'acqua. Il percorso dell'acquedotto si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 12 km, a partire dal bacino di raccolta delle acque situato in località Lagoscuro (comune di Cartosio), attraverso la valle dell'Erro. La struttura originaria in elevato doveva essere costituita da almeno una quarantina di piloni, attraverso i quali l'acquedotto faceva il suo ingresso monumentale nell'abitato antico di Aquae Statiellae.
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MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO - La prime due sale sono dedicate alla preistoria e alla protostoria, con manufatti in selce scheggiata (Paleolitico e Mesolitico: 120000-8000 anni fa), asce in pietra verde levigata (Neolitico: 5750-3500 a.C.), reperti ceramici e utensili metallici dell'età del Bronzo (2200-900 a.C.) e della seconda età del Ferro (475-173 a.C.); questi ultimi illustrano la cultura indigena dei Liguri Statielli ed il processo di romanizzazione del territorio. La sezione relativa all'epoca romana costituisce il settore più importante del museo ed illustra i molteplici aspetti della vita dell'antica Aquae Statiellae (I secolo a.C.-III secolo d.C.). Il periodo tardo-antico e medievale è illustrato dall'epigrafe funeraria di un magistrato cristiano (inizi del V secolo d.C.), dai corredi funebri di epoca longobarda e da una selezione di materiali ceramici (XIII-XIV secolo) dalle indagini recentemente condotte nel centro storico di Acqui Terme.
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BASILICA DI SAN PIETRO - La Basilica di San Pietro è l'antica cattedrale di Acqui Terme e una delle più antiche cattedrali italiane. Fu costruita all'interno del recinto del cimitero paleocristiano nel IV secolo e nei primi decenni del secolo XI venne riedificata in forme romaniche; fu abbazia benedettina e venne successivamente abbandonata per poi essere ripristinata al culto nel XVIII secolo e dedicata a Maria Addolorata. La chiesa si presenta all'esterno in gran parte riportata in stile primitivo: la facciata e le parti mancanti sono state ricostruite nel restauro condotto tra gli anni Trenta e Cinquanta dall'architetto Vittorio Mesturino. Della costruzione altomedievale oggi si conservano l'abside centrale, le absidi minori poligonali e le fiancate esterne superiori della navata maggiore; più tarda risulta essere l'ottagonale torre campanaria. L'interno, diviso in tre navate da pilastri a sezione ottagonale, è estremamente semplice e austero, totalmente rivestito da un'imbiancatura che ad oggi non lascia visibili le tracce degli affreschi che ne rivestono le pareti.
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CATTEDRALE DELL’ASSUNTA - Il Duomo dell'Assunta si erge nel cuore antico della città: vi si accede da una piazza di suggestiva geometria rinascimentale di fine Quattrocento. Consacrato nel 1067, diversi interventi ne hanno modificato l'impianto originario romanico, comunque riconoscibile nel transetto, nel presbiterio, nella volumetria esterna del tiburio e nella parte inferiore del campanile. Un atrio secentesco a colonne binate incornicia il prezioso portale di marmo (1481) opera dello scultore Giovanni Antonio Pilacorte che in lunetta reca un bassorilievo dedicato all'Assunzione della Vergine. L'interno, disposto su cinque navate, presenta l'elemento architettonico più imponente e meglio conservato le tre absidi in stile romanico lombardo. Al di sotto del presbiterio e del transetto si apre il vasto ambiente della cripta. Il chiostro della canonica adiacente la chiesa, ultimato nel 1495, presenta un portico e una loggia con frammenti di bassorilievi cinquecenteschi. La sagrestia ospita il pregevole trittico dedicato alla Vergine di Montserrat, opera del Bermejo.
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LA BOLLENTE - L'odierna Acqui Terme racchiude nel cuore del tessuto cittadino la piazza della "Bollente", una fontana con edicola da cui sgorgano 540 litri d'acqua al minuto a 75° C. L'elevata temperatura e il forte odore sulfureo nella stagione invernale si trasformano in cortine di fumo che avvolgono l'edificio, e la fuoriuscita di sbuffi anche dai tombini del manto stradale crea un ambiente da inferno dantesco.
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LE TERME - Ancora oggi, a duemila anni dai Romani, le acque termali (salso-bromo-iodiche-sulfuree) mantengono intatte le loro caratteristiche: le precipitazioni piovose, accumulate, si surriscaldano e si arricchiscono in un percorso lungo un cinquantennio, un lento filtrare che le prepara all'uso terapeutico, soprattutto in sintomatologie di tipo reumatico e artritico, per le malattie dell'apparato locomotore (in abbinamento a fisioterapia strumentale) e delle vie aeree. La riabilitazione avviene attraverso inalazioni, nebulizzazioni, bagni termali e idroginnastica vascolare, con passaggi alternati in acque calde e fredde che rappresentano un'autentica eredità romana, in un ambiente rilassante e professionale. Fiore all'occhiello sono i fanghi, ottenuti dal contatto delle acque termali con argilla selezionata, usati alla temperatura di 47° C per applicazioni locali.
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PISCINA ROMANA - La piscina era compresa all'interno di un complesso termale di età imperiale collocato in un quartiere periferico di Aquae Statiellae, lungo la via Aemilia Scauri. Essa era probabilmente approvvigionata dalle acque calde provenienti dalla Bollente e svolgeva la funzione di calidarium, un ambiente riscaldato dove era possibile prendere bagni caldi, secondo le abitudini termali degli antichi Romani. La vasca, scavata nel banco roccioso, è delimitata da un poderoso muro perimetrale. Le strutture murarie in alzato dovevano reggere, in origine, una copertura a volta, ornata da una ricca decorazione a mosaico policromo in tessere di pasta vitrea.
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ABAZIA DI SANTA GIUSTINA - L'abbazia di Santa Giustina venne fondata secondo la leggenda dal re Liutprando e dedicata nel 772 alla martire Giustina. Ampliata nel 1030 dal marchese Ottoberto I, venne dotata di un monastero affidato ai monaci benedettini. Sebbene rimaneggiata nel corso del Quattrocento, la chiesa si presenta essenzialmente nelle forme dell'XI secolo. L'esterno, in pietre grezze e mattoni, è scandito da lesene e coronato da archetti pensili; una torre quattrocentesca domina l'austera facciata. L’interno presenta una pianta a tre navate e conserva decorazioni ad affresco di scuola lombarda risalenti ai secoli XIV e XV: il Giudizio Universale e le Storie di Cristo nella zona dell'abside maggiore, le Storie della Vergine nell'abside di sinistra, oltre a qualche brano risalente al periodo romanico. La cripta, a pianta quadrata e divisa in tre navate da due serie di esili colonne, è ritenuta la parte più antica del costruito; il pavimento, decorato a mosaico in tasselli di marmo bianchi e neri, reca infatti un'iscrizione che ricorda Ottoberto come "riparatore" della chiesa.
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SAN FRANCESCO - La Chiesa di San Francesco, in stile lombardo gotico, risale al XIII secolo e si presenta con la facciata a capanna caratterizzata da robusti contrafforti e coronata di archetti; ad un primo campanile coevo alla costruzione dell'edificio, ne viene aggiunto un secondo nel 1644. Interessante il portale gotico a profonda strombatura sopra il quale si apre un oculo. L'interno, di forme cistercensi, è a tre navate con archi ogivali e volte a crociera; sulla destra si aprono profonde cappelle intercomunicanti quasi a simulare una quarta navata. La chiesa custodisce importanti testimonianze pittoriche ad affresco risalenti al Tre e Quattrocento. A sinistra della facciata si accede all'ex convento del quale restano il corridoio d'accesso e la sala capitolare ambienti arricchiti da notevoli affreschi di scuola lombarda di metà del Trecento oltre al chiostro a portico e loggia.
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