In mezzo alla taiga siberiana, sotto la coltre di neve e nascosto dalla nebbia si trova questo incredibile villaggio russo, chiamato Ojmjakon oppure Oymyakon. Qui gli inverni sono i più rigidi del mondo eppure gli abitanti riescono a sopportare i disagi connessi alle temperature così basse sotto lo zero
Durante i mesi invernali ad Ojmjakon le temperature medie si attestano sui -46°C, con la punta record mai raggiunta in un villaggio di -68°C, tenendo conto che in questa stagione le ore di luce sono appena tre. Le estati hanno un clima più mite con 15°C di media e un apice di 35°C, raggiunto una sola volta nel 2010. Nella bella stagione gli abitanti godono di 21 ore di luce quotidiana
In pochi sanno distinguere la posizione di Ojmjakon sulla mappa, si trova presso il fiume Indigirka nel Nord-Est della Repubblica di Sacha-Jacuzia, nell'Oriente della Siberia. A 1.000 chilometri di distanza verso Ovest c'è Yakutsk (due giorni di viaggio circa), la città più fredda del mondo
Ad Ojmjakon vivono circa 500 persone che devono fare i conti con un clima estremamente rigido. È considerato uno dei "poli del freddo", uno di quei luoghi dell'emisfero Sud e dell'emisfero Nord dove è stata registrata la temperatura più bassa dell'aria
Il freddo estremo non facilita le attività umane ma qui ci sono anche le scuole, un ufficio postale, una banca e anche un aeroporto aperto solo d’estate. Al mercato si trovano soltanto carne e pesce e non è possibile coltivare nulla. Le batterie dei cellulari e delle auto non resistono a queste gelate, le auto devono essere sempre ricoverate in garage riscaldati
Il nome del villaggio "Ojmjakon" significa "acqua che non si gela". Questo nome è dovuto ad un'anomalia della natura: alcuni tratti del fiume che attraversa Ojmjakon non si gelano nemmeno d'inverno perché il villaggio è stato costruito su una sorgente termale naturale di acqua calda. Originariamente il paese era una stazione di sosta per le mandrie di renne che qui potevano trovare acqua non ghiacciata