Slum è il termine inglese con cui si indicano le baraccopoli nelle ex colonie britanniche, come appunto il Kenya.
Questo tipo di insediamenti non sono riconosciuti dalle autorità, tanto che spesso non vengono nemmeno indicati sulle cartine "ufficiali" della città: è il caso di Nairobi.
Negli slum mancano le minime condizioni ambientali e sanitarie per una vita accettabile: l'accesso all'acqua e ai servizi igienici è difficilissimo, al punto che ogni abitante è costretto a condividerne l'uso con centinaia di altre persone.
La qualità e la durata delle abitazioni, costruite in lamiera e altri materiali di fortuna, è pessima. Il sovraffolamento negli alloggi è misurabile con una densità dieci volte maggiore rispetto a quello di una zona urbana di medio livello, mentre montagne di rifiuti campeggiano imponenti in mezzo e ai margini di questi insediamenti.
Negli slum ai margini della città di Nairobi vivono circa 2 milioni di persone. Le occupazioni degli abitanti consistono in attività "informali": piccoli commerci, recupero di materiale utile dai rifiuti o, nei casi più fortunati, lavoro nelle industrie: non a caso molti slum sorgono accanto a insediamenti industriali.
I residenti degli slum vivono sotto costante minaccia di sfratto, in quanto la garanzia del possesso delle abitazioni e delle attività non è certa né documentata.
Siamo nello slum di Korogocho: alcune abitanti ci sorridono da un banchetto, avvolte nei loro abiti variopinti.
Gli insediamenti degli slum sono principalmente originati da una massiccia immigrazione dalla campagna alla città di una popolazione che ha trovato impiego solamente in occupazioni informali e a bassissimo reddito.
Impressionanti sono i dati sulla mortalità infantile: l'11% dei bambini degli slum di Nairobi muoiono prima di raggiungere i 5 anni, molto più che nelle altre aree, comprese le campagne.
Il suolo degli slum è fangoso (o polveroso, a seconda delle condizioni meteo) e accidentato: nonostante questo molte attività si svolgono a diretto contatto con la strada: nelle baracche di lamiera infatti il caldo durante il giorno diventa insopportabile.
I dati mostrano che in Africa la crescita urbana è direttamente associata all'espansione degli slum: nel 2001 ben il 72% dei residenti urbani viveva negli slum, e questa percentuale sembra destinata a crescere nei prossimi anni.
La desolazione dello slum è ravvivata dall'azzurro acceso degli infissi, colore "nazionale" del Kenya: tetti e finestre spesso sono dipinti di questo colore, il preferito della popolazione.
Un'altra immagine scattata all'interno dello slum di Korogocho: un baracchino improvvisato adibito a una misteriosa attività si staglia sulla strada sconnessa piena di rifiuti.
Le montagne di rifiuti, che nessuna nettezza urbana rimuoverà mai, fanno parte del paesaggio delle baraccopoli di Nairobi. Colera, tifo e malattie respiratorie sono qui all'ordine del giorno.
Ai margini dello slum un ragazzo, machete alla mano, si dedica alla coltivazione del suo orticello.
Nell'immagine una visione d'insieme dello slum di Korogocho nella zona adiacente al torrente, discarica d'acqua piena di rifiuti.
Particolare del materiale da costruzione più diffuso nello slum: fogli di lamiera arrugginita inchiodati l'uno all'altro.
Ferve l'attività a Korogocho, mentre un bimbo gioca per terra incurante di polvere e confusione: l'importante è stare all'ombra!