Conosciuti come risciò o pedalò, in Asia li chiamano tuc-tuc, mentre in Europa sono arrivati con il nome di
ciclotaxi e sono realizzati con tecnologie avanzate. Sono i nuovi taxi ecologici che funzionano a pedali. Biciclette
adibite al trasporto di persone, la cui corsa è più economica (costano pochi euro) e sono meno inquinanti. Certo, sono anche più lenti, ma per chi non ha una fretta del diavolo sono l'ideale. Sono ormai impiegati in molti Paesi. Dalla
Cina a Singapore, dal Myanmar al Vietnam, da Cuba al Giappone fino agli Stati Uniti, ma ultimamente sono
arrivati anche in Europa. Germania, Inghilterra, Danimarca, Spagna (qui si chiamano Trixi),
Francia.
E in Italia? Nel nostro Paese il ciclotaxi non piace. L'ultimo no è arrivato da Milano, proprio in coincidenza
con l'avvio del tanto criticato Ecopass. Ma anche Roma li ha rimbalzati. Se si pensa che già nel 2004 nella città
meneghina era stato presentato un prototipo mai entrato in azione. Viene da pensare che la colpa sia della lobby
dei tassisti, ma la motivazione ufficiale del comune lombardo è stata che "il velocipede in oggetto, disciplinato
dall'art. 50 del Codice della strada, non può essere utilizzato alla stregua di un taxi". Sarà. Fatto sta che i
ciclotaxi circolano normalmente in moltissime città straniere e rappresentano un biglietto da visita importante per
i turisti in visita.
Qui siamo a New York, Stati Uniti, dove si chiamano Velotaxi. Ce ne sono 500 in tutta Manhattan e costano 0,70 centesimi di euro a block (isolato)
La parola risciò (Jinrikisha) è stata inventata in Giappone e significa 'veicolo a potenza umana'. Esistono dal 1870 e oggi sono divenuti ipertecnologici. All'Expo 2005 di Aichi i ciclotaxi erano il biglietto da visita del Paese del Sol Levante. Oggi sono usati normalmente anche nella trafficatissima Tokyo. Dai turisti, ma non solo. Il governo, dopo la firma del protocollo di Kyoto (che ha lo scopo di ridurre i gas serra), ne incentiva l'uso per il trasporto degli anziani che usufruiscono di uno sconto. Il prezzo normale è di 2 euro a chilometro
Un ciclotaxi Trixi a Barcellona trasporta i turisti in giro per la città e riesce a infilarsi facilmente nei vicoli del Barrìo gotico, il quartiere più antico della città spagnola. La compagnia di taxi ecologici è nata qui, ma si è diffusa velocemente nel resto della Spagna. Costano 6 euro per 15 minuti e 18 per un'ora
A Calcutta, in India, i primi risciò apparvero alla fine del 1800 ed erano trainati da persone, non da biciclette. Ora questi modelli sono divenuti illegali e sono stati sostituiti da ciclorisciò o da più moderni autorisciò. Nel primo caso il conducente muove il risciò per mezzo di una bicicletta a cui è attaccato il carrello, mentre nel secondo è mosso da un motore
A Parigi, oltre alle migliaia di biciclette messe a disposizione di recente dal comune (i vélib), ci sono anche i ciclotaxi. Pochi, usati principalmente dai turisti, ma è già un inizio
Ciclotaxi sfrecciano in mezzo al traffico di Monaco di Baviera, in Germania
A Madrid, come in tutta la Spagna, i Trixi girano per la città liberamente durante il giorno, ma non di sera per questione di sicurezza. Gli spagnoli si sono adoperati per farsi sponsorizzare da aziende che, come già avviene per i taxi, rivestono l'abitacolo adibito al trasporto dei passeggeri con adesivi coloratissimi
A Londra, UK, dopo aver mandato in pensione i vecchi taxi (black cab), troppo inquinanti, e aver attivato la pollution charge per chi desidera entrare nel centro della città, ci si è dati da fare per dare il benestare all'avvio di velotaxi. Qui esistono già sette compagnie di ciclotaxi e costano circa 8 euro l'ora
Berlino, Germania, è stata la prima città europea ad aver adattato i vecchi riscò alle nuove tecnologie. Qui esistono da più di dieci anni e ce ne sono circa 200 che girano per la città trasportando soprattutto turisti. Sono molti gli studenti che diventano ciclotassisti per pagarsi gli studi. Costano 5 euro per il primo km. e 2 euro per i successivi
A Copenaghen, in Danimarca, i conducenti di ciclotaxi si sono sbizzarriti con le forme più diverse, come questo che ricorda una pachina. Vengono usati soprattutto d'estate per i turisti, dato il clima rigido
A Yangon, nel Myanmar, si chiamano Tuc-tuc e sono ancora poco high tech. Tuttavia, i Paesi asiatici sono stati i primi ad adottare questo mezzo di trasporto, non per motivi ecologici bensì economici e non per trasportare i turisti - come avviene ora - ma la propria famiglia o le merci da vendere al mercato
Ad Hanoi, Vietnam, i ciclotaxi o risciò lasciano il passeggero davanti affinché possa godersi il paesaggio. Sono usati soprattutto per trasportare i turisti in visita alla città
All'Havana, Cuba, non esistono molti altri tipi di trasporti, se non automobili americane risalenti agli anni '60 - prima dell'entrata in vigore dell'embrago da parte degli Stati Uniti - che vengono sistemate con pezzi di fortuna oppure autobus collettivi, impiegati per tratti a lunga percorrenza. I risciò sono il mezzo più diffuso e accessibile anche alla popolazione locale
Come nel resto della Spagna, anche a Sitges, sul mare, si sono diffusi i ciclotaxi Trixi che trasportano i vacanzieri in giro per la città
A San Diego, lungo la costa californiana, sono stati riciclati i vecchi riscò degli anni '70 e impiegati al posto dei taxi. Sono colorati ed è divertente farsi trasportare in giro per la città e in spiaggia
Il prototipo di ciclotaxi, chiamato Veloleo, presentato a Milano nel 2004. Il servizio non è mai partito. Con l'entrata in vigore dell'Ecopass (2 gennaio 2008) è stato presentato un nuovo progetto, rifiutato, però, dall'amministrazione cittadina, che, invece, regalerà ai milanesi 5.000 biciclette, in arrivo entro l'anno, sulla falsa riga di Parigi, dove sono stati allestiti parcheggi per i nuovi vélib in tutta la città. Qui la prima mezz'ora è gratuita, ma poi diventa un mezzo salasso. Tanto più che forse non tutti sanno che le biciclette gratuite a Milano erano già state date, ma erano anche state rubate tutte! (i.sa)