Tradizione natalizia gallese quasi del tutto scomparsa, consisteva nel far sfilare per le strade teschi di cavallo infilzati in un palo e addobbati con dei nastrini.
In Spagna, e in particolare in Catalogna, il presepe potrebbe strapparvi una risata. Tra le varie statuine, infatti, non può mancare per tradizione il “caganer”: un uomo accovacciato intento a fare i suoi bisogni, segno di fertilità della terra.
In molti Stati della ex-Yugoslavia i bambini erano soliti prendere in ostaggio i genitori per farsi dare i regali in anticipo: due domeniche prima di Natale si legava la mamma, cantandole una canzoncina con la richiesta di riscatto. Per farsi liberare, la mamma anticipava qualche piccolo dono. La domenica successiva toccava a papà. Ma i genitori avevano la loro vendetta: c’era anche un giorno in cui si legavano i bambini facendosi promettere di “fare i buoni”. Oggi la tradizione sopravvive come scherzo
Una tradizione americana è quella di nascondere un cetriolo in mezzo alle decorazioni dell’albero di Natale. Chi lo troverà, avrà un anno di grande fortuna.
In Russia per Natale il Kutya, tipico porridge delle feste, viene posto al centro del tavolo e tutta la famiglia si serve dallo stesso piatto, come simbolo di unione. Poi, tradizione vuole che ne venga lanciato un po’ sul soffitto: la parte che rimarrà attaccata indica la percentuale di successo nell’anno a venire.
Il “ceppo di natale” viene allestito nel giorno dell’Immacolata (8 dicembre), coperto per il freddo, curato e coccolato fino a che non produrrà (e sì, stiamo parlando di feci, motivo per cui è anche detto “Cagatio”) dolciumi per i bambini.
La “Yule Goat”, la capra natalizia fatta di paglia, è un’antica decorazione natalizia scandinava. A Gavle, in Svezia, dal 1966 per Natale ne viene tirata su una gigantesca riproduzione, cui puntualmente i vandali danno fuoco. La capra di Gavle è così popolare da avere un suo account twitter, e i bookmaker ormai accettano scommesse annuali sul momento in cui verrà bruciata.
Mettere squame di pesce sotto i piatti della cena di Natale o sotto la tovaglia è considerato augurio di ricchezza per la casa. Addirittura, c’è chi consiglia di portare le squame nel portafoglio tutto l’anno.
Ogni anno, nella settimana prima di Natale, la città di San Fernando nelle Filippine si illumina grazie al Festival delle Lanterne Giganti. Una buona alternativa alle solite decorazioni natalizie.
A Caracas, in Venezuela, dicembre si passa sui pattini a rotelle, che vengono persino usati per andare in chiesa. Nella notte della “Misa de Aguinaldo”, le strade vengono chiuse al traffico per permettere ai pattinatori di andare in giro.
È una tradizione relativamente recente, quella che porta i Giapponesi a prendere d’assalto i negozi della catena di pollo fritto KFC la sera della vigilia. Negli anni Settanta, infatti, KFC lanciò semplicemente lo slogan: “Kentucky For Christmas”.
Se Babbo Natale porta i doni ai bambini buoni, i Krampus portano le frustate a quelli monelli. Questi inquietanti diavoli-caproni sono protagonisti di molte sfilate del Centro Europa.
Sono forse di origine vichinga i costumi che indossano i Wrenboys durante la parata natalizia, quando vanno alla caccia (ormai diventata simbolica, per buona pace degli animalisti) dello scricciolo, un piccolo uccellino.
Per addobbare l’albero di Natale in Ucraina è tradizione usare decorazioni a forma di ragnatele: la leggenda vuole che il 15 dicembre, quando saranno illuminate dai primi raggi del sole, si trasformeranno in fili d’oro.