Se fate la coda sotto la Tour Eiffel e davanti al museo del Louvre tutti capiranno che siete un turista. Ma se visitate luoghi o quartieri insoliti, dove nessuno ha la macchina fotografica appesa al collo, allora potrebbero scambiarvi tranquillamente per un parigino doc. Ecco una serie di consigli sui luoghi interessanti da visitare fuori dalle classiche rotte turistiche
Il Viadotto delle Arti è un vecchio viadotto ferroviario di mattoni che un tempo era percorso dall’antica linea della Bastille. Oggi, le sue 60 volte ospitano una serie di laboratori artigianali e spazi espositivi tra i quali gli Ateliers du Cuivre et de l’Argent, laboratori di rame e argento. Sopra al viadotto c'è uno spazio verde destinato a passeggiata pedonale e parco pubblico, la Promenade plantée, il primo parco pubblico sopraelevato del mondo, che va dalla Bastiglia a Porte Saint-Mandé
Ai piedi di Montmartre, si trova un hôtel particulier trasformato nel Musée de la Vie Romantique. Un tempo apparteneva al pittore olandese naturalizzato francese Ary Scheffer, che dal 1830 ha ospitato i principali esponenti della scena romantica parigina come Delacroix e Chopin. All’interno del Museo sono custodite numerose testimonianze dell’epoca romantica, tra le quali i ricordi di George Sand, compresi ritratti, ricordi di famiglia e gioielli, diverse sculture, i dipinti di Ary Scheffer e opere di suoi contemporanei
Nel cuore del Quartiere Latino di Parigi frequentatissimo dai turisti c’è una via che pochi conoscono, a meno che non siano parigini doc. È la rue de Buci, una via che un tempo ospitava macellerie e fruttivendoli e che oggi è animata da bistrot e gallerie d’arte dove si possono trovare pezzi davvero interessanti. Se volete fermarvi per una pausa caffè, fatelo al Café de Buci, classificato tra i monumenti nazionali francesi. Dietro l’angolo c’è anche rue Dauphine, su cui si affacciano tanti edifici storici. Ma la particolarità è nel suo stretto Passage Dauphine, che collega rue Dauphine con rue Mazarine e rue Christine, uno dei tanti ‘passaggi’ parigini che si trovano negli antichi quartieri della città, dove andare per trovare un po’ di pace dal traffico cittadino e godersi l’aria rilassata dei caffè
Se volete bere il migliore tè alla menta della città andate nella sala della Grande moschea di Parigi. L’edificio è bellissimo. I mosaici colorati, gli intarsi nel legno di cedro e il giardino lussureggiante che secondo i musulmani rappresenta il Paradiso invitano alla calma e al relax. Inaugurata nel 1926 è, per grandezza, la seconda moschea d’Europa e la prima di Francia. Di particolare pregio è la sala della preghiera che, però, si può guardare solo dall’ingresso in quanto l’accesso è vietato ai non musulmani. L’entrata costa un simbolico biglietto da tre euro. La sala da tè si trova nel retro ed è arredata con bei tavolini di ferro battuto e piastrelle bianche e blu
L’edificio Les Frigos si trova poco distante dalla Bibliothèque Nationale Francois Mitterand nel XIII arrondissement e, un tempo, era la sede del frigorifero cittadino. Le grandi celle hanno ospitato merci deperibili di ogni provenienza tra il 1920 e il 1975. Nel 1980 la compagnia ferroviaria francese SNCF, proprietaria dell’immobile, mise in affitto i locali e 120 persone aprirono atelier e locali commerciali. Nel 1990 però, alla scadenza del contratto di locazione, la città decise di demolire lo stabile provocando la mobilitazione dei cittadini, che non volevano veder sparire un luogo simbolo della creatività parigina per lasciare spazio a un freddo quartiere finanziario. La protesta ebbe successo e oggi Les Frigos rimane sede di oltre cento creativi, che qui fanno musica, disegnano, progettano, cuciono e dipingono. Girare per i suoi corridoi è una continua sorpresa. Per poter visitare tutti i laboratori aperti, però, bisogna andarci a fine maggio quando tutte le porte vengono spalancate per accogliere curiosi e appassionati di arte
Il quartiere di Belleville è sempre più amato dai parigini, soprattutto dai giovani. Si trova nel XX arrondissement e occupa il colle più alto della città. Qui nacque Edith Piaf, prima che diventasse la diva che tutti conosciamo. Vecchie case, strade strette, negozi e ristoranti etnici rendono Belleville un quartiere molto vivibile e cosmopolita. Il martedì si svolge un vivace mercato con bancarelle di spezie, frutta e oggetti provenienti da ogni parte del mondo
Il parco è il risultato di un’ampia ristrutturazione iniziata nel 2002. L’architetto paesaggista Jacqueline Osty ha progettato il parco attorno a tre temi: le stagioni, lo sport e l’acqua. Una zona di relax con lettini di legno è il luogo perfetto per osservare il foliage autunnale o i fiori che spuntano a primavera. Lo stagno al centro del parco ha una funzione estetica, ma anche un’utilità biologica. Il bacino, infatti, è alimentato da acqua piovana, che viene depurata dalle piante e parzialmente utilizzata per innaffiare il verde. Un gazebo viene utilizzato per esposizioni temporanee e installazioni. Dal 2008 il parco è intitolato a Martin Luther King, premio Nobel per la pace. Intorno al parco sta crescendo un quartiere con edifici dall’architettura contemporanea
Di fronte alla moschea di Parigi, nel V arrondissement, si trova l’ingresso dei Jardins des plantes, un parco che risale alla metà del 1600. Fa parte del Muséum national d'histoire naturelle il cui edificio imponente vale una visita. La straordinaria varietà della flora, con le sue forme e colori, rallegra anche la giornata più uggiosa. E a Parigi purtroppo sono frequenti. Creato da studiosi e giardinieri, è l’unico orto botanico della città e il più importante della Francia. Qui vengono formati i futuri botanici. Grandi serre Art déco conservano piante esotiche ela Roselière, creata nel 1990, possiede centinaia di specie di rose