CASALE MONFERRATO - L'avvicendarsi dinastico (Aleramo, Monferrato, Paleologhi, Gonzaga, Savoia) ha arricchito la cittadina, capitale del marchesato,
di storia e di monumenti, nel rispetto dell'originario impianto medievale.
Sulla riva destra del Po il Castello Paleologo difende la città con la sua sagoma imponente, che pare oggi quasi ingiustificata per una cittadina
dall'aria pacifica come Casale. Il primo nucleo risale al sec. XIV e in seguito viene munito di mura imponenti, di quattro torrioni. Sul lato opposto
della città viene completata nel 1590 la Cittadella, voluta dai Gonzaga a chiusura della cinta muraria e poi distrutta dai Francesi.
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CASTELLI NEI DINTORNI - Nei dintorni di Casale molti sono i manieri e le fortificazioni: il castello di Camino con una torre d'avvistamento e un
complesso residenziale, impreziosito nel '400 da un salone decorato da Pier Francesco Guala coi ritratti della dinastia degli Scarampi (protagonisti
di una novella del Bandello). In un punto panoramico si erge il castello Ricaldone, nel paese di San Giorgio Monferrato, risalente al sec. X, feudo
del vescovo di Vercelli; attraverso rimaneggiamenti barocchi del cortile d'onore assume nell'800 la definitiva imponente facciata. Notevoli anche il
Castello Sannazzaro di Giarole e Villa Vidua di Conzano.
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PAESAGGIO VITIVINICOLO E INFERNOT: PATRIMONIO UNESCO - Recente la nomina dei Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato a Sito UNESCO-
Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In occasione della 38a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO, i paesaggi delle Langhe-Roero e
Monferrato sono stati inseriti tra i siti culturali Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nel loro insieme le zone selezionate rappresentano la qualità
eccezionale del paesaggio vitivinicolo piemontese e della sua profonda e viva cultura del vino.
I siti Patrimonio dell’Umanità sono: La Langa del Barolo, Le colline del Barbaresco, Il Castello di Grinzane Cavour, Canelli e l’Asti Spumante, Nizza
Monferrato e il Barbera, Il Monferrato degli Infernot
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Paesaggi vitivinicoli del Piemonte
SANT’EVASIO - Eretta tra l'XI e il XII secolo, la Cattedrale di Sant'Evasio venne consacrata nell'anno 1107. La facciata a capanna è quasi
interamente frutto della radicale ristrutturazione condotta tra il 1859 e il 1861 dall'architetto Edoardo Arborio Mella. L'interno a cinque navate
conserva l'originaria fisionomia spaziale di impianto romanico. In particolare giunge a noi intatta l'architettura di maggior pregio, il nartece:
costituito da quattro archi in pietra incrociati a sostegno di una poderosa volta che si regge grazie alla sagomatura ad incastro, esso presenta una
struttura rara, avvicinabile a matrici islamiche e armene. Nello spazio interno della chiesa, risalta la luminosa apertura del tiburio che illumina
il grande Crocifisso ligneo di scuola renana risalente al XIII secolo e rivestito di lamina d'argento. Nel deambulatorio trovano collocazione opere
di scultura romanica e gotica, bassorilievi e frammenti di pavimento a mosaico appartenenti alla chiesa del XII secolo. Nel braccio destro del
transetto si apre la Cappella di S. Evasio progettata nel Settecento in forma ellittica da Benedetto Alfieri.
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SAN DOMENICO - La costruzione della chiesa e del convento di San Domenico, iniziata nel 1472 per volontà del marchese Guglielmo VIII Paleologo, durò
per oltre un trentennio. Consacrata nel 1513, la chiesa venne ampliata e in parte alterata (specie nella zona dell'abside) nel 1745. La facciata di
tipo lombardo in laterizi è tripartita da contrafforti e coronata da una serie di archetti incrociati. Il portale, inquadrato da lesene architravate
e sormontato dal rosone dello zodiaco, risale al 1505. L'interno è a tre navate con pilastri cruciformi e volte a crociera; risalgono all'inizio del
Cinquecento le acquasantiere su colonnine con capitelli finemente decorati. La chiesa conserva un ricco patrimonio di opere d'arte, fra cui i
pregevoli dipinti di Pietro Francesco Guala: La disfatta degli Albigesi (1724) e le due grandi tele raffiguranti I Miracoli di San Domenico (1753-
54). A destra della chiesa si accede al chiostro, il solo rimasto dei due originari, con grande loggiato di colonne in tufo e un salone
quattrocentesco con finestre ogivali.
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Foto di: Davide Papalini
SACRO MONTE DI CREA - Parco Naturale e Area attrezzata del Sacro Monte di Crea . Il Parco nasce attorno al Sacro Monte di Crea, luogo di spiritualità
antica che si articola in un percorso devozionale formato da 23 cappelle e 5 romitori, con partenza dal Santuario della Vergine il cui culto è
legato, nella tradizione popolare, all'arrivo di Sant'Eusebio nel secolo IV. Le caratteristiche naturalistiche sono di grande interesse per la
presenza di elementi entomologici e floristici poco diffusi o addirittura "fuori area" sulle colline monferrine. Nella sede del Parco vi sono
strutture didattiche (fra cui un'aula polifunzionale e una biblioteca) affiancate all'aperto da aree di osservazione e avvicinamento all'ecosistema
protetto. Percorso naturalistico e devozionale in parte coincidono risalendo le falde del colle, dal cui lato esposto a nord si gode di un panorama
eccezionale sul tratto monferrino e vercellese del Po.
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LA SINAGOGA - La Sinagoga fu edificata nel 1595 al centro del vecchio ghetto e ristrutturata nel corso della seconda metà dell'Ottocento. Nella sala
di preghiera, dove si impone lo splendore architettonico dell'Arca Santa che custodisce i Rotoli della Legge, il barocco rococò piemontese trionfa
ovunque negli arredi e nella decorazione. I due piani dei matronei ospitano il Museo di Arte e Storia ebraica, nel quale è esposto un ricco
patrimonio di arredi e oggetti per il culto. Di grande interesse sono la sezione destinata alla presentazione delle festività che accompagnano le
fondamentali tappe religiose e sociali della vita ebraica e quella dedicata all'arte ebraica moderna che espone opere di artisti quali Emanuele
Luzzati, Roland Topor, Antonio Recalcati. Il suggestivo locale del seminterrato in cui si trovava l'antico forno degli azzimi è oggi dedicato al
Museo dei Lumi, in cui sono ospitate opere di artisti che hanno interpretato in modo originale il tema della Lampada di Hannukkah.
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LA GIPSOTECA BISTOLFI - Al pian terreno è situata la Gipsoteca Leonardo Bistolfi (Casale M.to 1859 - La Loggia 1933). Le cinque sale dedicate
ospitano oltre centosettanta opere: disegni, terrecotte, plastiline, bozzetti e modelli in gesso, marmi e bronzi offrono la possibilità di
comprendere le varie fasi del procedimento artistico lungo l'intero percorso di crescita dell'autore, a partire da opere che risentono della cultura
scapigliata (Gli Amanti) e verista (Il boaro) fino all'approdo simbolista (La patria) e agli ultimi monumenti che oltrepassano tale linguaggio
(Monumento a Carducci).
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LA PINACOTECA CIVICA - Le collezioni civiche della città di Casale trovano sede all'interno delle sale appartenute al Convento agostiniano di Santa
Croce, edificato nel corso del XII secolo e poi più volte trasformato e manomesso. La facciata attuale, che introduce al grande chiostro affrescato
all'inizio del Seicento dal Moncalvo, risale al 1758 ed è opera del Magnocavallo. Le raccolte civiche, acquisite dal Comune tra la metà
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, annoverano soprattutto opere di artisti di cultura piemontese e lombarda dal secolo XVI al XIX. La
Pinacoteca, allestita al primo piano, si apre sulla galleria del Settecento, epoca particolarmente felice per le arti in città (di rilievo i dipinti
di P.F.Guala), mentre la sala adiacente è dedicata a una delle opere di maggior pregio dell'intera collezione: un polittico di arte spagnola
valenzana, su fondo oro, dell'inizio del Quattrocento. Dal loggiato ha inizio il percorso cronologico che dai bassorilievi in marmo e terracotta del
XVI secolo conduce fino alle opere di A. Morbelli (1853-1919), e in cui la tappa fondamentale è segnata dal nutrito nucleo di dipinti del Seicento,
fra i quali spicca l'Autoritratto di Niccolò Musso.
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TORRE CIVICA - Costruzione in mattoni a pianta quadrata, rischiarata da piccole monofore, domina con i suoi 60 metri di altezza tutta la città
risultandone il suo simbolo più caratteristico. La parte inferiore appartiene alla primitiva costruzione risalente al secolo XI. Innalzata
primariamente per scopi difensivi, divenne nel tempo il simbolo del potere comunale. All'inizio del 500 i Paleologi, marchesi di Monferrato,
commisero all'architetto e scultore Matteo Sanmicheli (Porlezza, attivo dal 1480 al 1528) il coronamento a forma di loggia. Anch'essa a pianta
quadrata, è formata da quattro bifore, sormontate da una loggetta a forma ottagonale culminante con un colonnato, ricoperto da un cupolino, ornato da
delfini. Ammodernata attraverso i secoli con intonaci dipinti e decorazioni in stucco, è stata portata alle forme attuali nel restauro effettuato nel
1920.
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