PALAZZO PAPALE - Monumento di grande valore per la storia e per l'arte fu fatto costruire, tra il 1255 e il 1266, dal Capitano del popolo Raniero Gatti. I papi, per sfuggire alle lotte di Roma, venivano a rifugiarsi a Viterbo. In seguito decisero di fermarsi qui sempre più tempo. La città divenne allora una piccola Roma e la chiesa di San Lorenzo una piccola Basilica di San Pietro. Per questo Viterbo è detta anche "Città dei Papi".
All'ingresso del palazzo, dietro al portone c'è la sala del conclave, un'aula enorme illuminata da dodici bellissime bifore, molto rustica, con scanni in pietra per sedersi. Qui si svolse il primo conclave della storia nel 1270. Oggi la grande stanza ha perduto la funzione di una volta. Ogni anno vi si svolge la famosa Mostra dell'Antiquariato che attira moltissimi visitatori.
Purtroppo, in questa sala non sempre si può entrare perché il portone d'ingresso spesso è chiuso.
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QUARTIERE SAN PELLEGRINO - Attraverso strade strette, (nel Medioevo non c'erano le macchine né le grandi carrozze) tortuose (così il vento vi si infilava di meno e faceva meno freddo), senza marciapiedi e quasi tutte con i selci si arriva al quartiere di San Pellegrino. Vista da qui, Viterbo non sembra proprio una grande città: poco traffico, niente semafori, i rumori sono rari. Le case sono piccole e di peperino, una pietra vulcanica locale, di colore grigio.
Da qualche anno, qui si svolge "San Pellegrino in fiore", con tutte queste viuzze addobbate dai fiori esposti da molti fiorai della zona. Ci passeggiano molte persone che vengono per visitare la mostra e per assistere a manifestazioni e spettacoli che l'accompagnano.
In Via San Pellegrino c'è la sede del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. E' il posto dove si riuniscono a prendere le loro decisioni i facchini che il 3 settembre trasportano la macchina. Dentro, tra le altre cose, ci sono i disegni di tutte le macchine costruite dall'inizio fino ad oggi.
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LA MACCHINA DI SANTA ROSA - È uno spettacolo ricco di emozioni e suggestioni, al quale ogni anno assistono decine di migliaia di persone provenienti da ogni dove, stipate lungo il percorso della Macchina, che gridano, piangono, pregano, incitano i Facchini nella loro straordinaria prova di forza e fede. La Macchina viene cambiata ogni 5 anni, con un concorso di idee promosso dall'Amministrazione Comunale.
La tradizione del Trasporto della Macchina di S. Rosa nasce il 4 settembre del 1258, data in cui avvenne, per volontà di Papa Alessandro IV, la solenne traslazione del corpo intatto della Santa Viterbese dalla modesta sepoltura della fossa comune di S. Maria del Poggio al Monastero della Clarisse, che poi prese il nome di colei che i Viterbesi chiamano "la Santa Bambina", morta a soli 18 anni, nel marzo 1251. Il semplice baldacchino sul quale venne effettuata la traslazione, crebbe con gli anni in ricchezza di particolari, strutture artistiche aggiuntive e altezza. Con il tempo, una statua della Santa sulla sua sommità sostituì la processione con il corpo, che venne conservato nella Basilica a Lei dedicata, e la celebrazione venne divisa in due distinti momenti: il pomeriggio del 2 settembre, la sfilata del Corteo Storico con la reliquia del cuore della Santa portato in processione; la sera del 3 settembre, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa.
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PALAZZO DEI PRIORI - Questo edificio conserva intatto l'originario porticato sotto il quale si trova il portone d'ingresso, mentre il piano superiore fu modificato in vari periodi. Una volta entrati, le panchine di peperino che si trovano nel giardinetto interno, offrono riposo al vivitatore. Tra le bellezze del posto, la fontanina con i due leoni rampanti sulla palma, il lieve rumore dell'acqua, il colore del peperino mescolato con il verde del giardino, i coperchi dei sarcofagi etruschi con le caratteristiche figure sdraiate. Gli occhi, salendo in alto, scoprono, sopra il portico, una bella loggia. L'ampia scalinata al piano superiore. Qui c'è una serie di bellissime sale. Tra queste la più importante è la Sala Regia, ornata da affreschi del 1500. Sulle pareti si possono osservare illustrati i fatti storici e mitologici che riguardano la nascita di Viterbo e i personaggi importanti delle varie epoche. Sul soffitto sono rappresentati borghi e castelli sotto il dominio di Viterbo.
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LA NECROPOLI ETRUSCA DI CASTEL D'ASSO - Prima necropoli rupestre etrusca ad essere scoperta e fatta conoscere al mondo, Castel d'Asso sorge vicino al sito dell'antica Axium lungo le rupi che dominano la valletta del torrente Freddano. Strategicamente ubicata su un antico asse viario che conduceva da un lato verso Tuscania e dall'altro verso Viterbo e il lago di Bolsena, presenta una notevole concentrazione di tombe rupestri tra le più importanti dell'Etruria e risalenti dal IV al II sec. a.C.
Percorrendo a piedi la strada di accesso all'area, si possono ammirare, immersi nella rigogliosa vegetazione di macchia mediterranea, le grandi porte in rilievo scavate nella roccia con i tipici segni della cultura funeraria etrusca e le scale che salgono lateralmente alle tombe a dado, in molte delle quali sono ancora presenti i sarcofagi con i loro coperchi.
Tra le tombe più significative, la Tomba grande, riconoscibile per avere ben tre porte di accesso e un tetto esterno scolpito con tegole e la nota Tomba Orioli, conteneva in origine ben 62 sepolture poste a formare un disegno a lisca di pesce lungo i 17 metri e scavato all'interno della parete di tufo.
La necropoli di Castel d'Asso si trova a circa dieci chilometri a sud-ovest di Viterbo ed è liberamente accessibile.
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TERME DEI PAPI - Narra la leggenda che Ercole, di passaggio nell'Etruria, fosse sfidato dai Lucumoni etruschi a dare prova della sua forza straordinaria: l'eroe allora conficcò in terra un enorme palo, che nessuno oltre a lui riuscì a divellere; dal gigantesco cratere lasciato nel terreno immediatamente scaturì dell'acqua bulicante, prodigio da cui deriva il nome "Bulicame" che ancor oggi identifica la sorgente principale del bacino termo-minerale viterbese...
Diversi furono i pontefici, tra cui soprattutto Niccolò V e Pio II nel XV secolo, che fecero delle terme viterbesi la loro meta privilegiata per curarsi da malattie quali i reumatismi, la "podagra" (gotta) e il "mal della pietra" (calcoli renali). Favorendo negli anni il restauro e l'ampliamento degli stabilimenti, essi assicurarono alla città e alle sue strutture un nuovo periodo di fama e benessere, tanto che le terme viterbesi furono da allora chiamate "Terme dei Papi".
Michelangelo Buonarroti, sostando a Viterbo per curarsi dal mal della pietra, durante uno dei frequenti viaggi a Roma compiuti tra il 1496 e il 1536, rimase colpito dalla bellezza dei resti dell'antico stabilimento romano "del Bacucco" e ne fece due disegni a penna che sono oggi conservati presso il Museo di Vicar de Lille in Francia.
Attraverso successive e alterne vicende di decadenza e splendore, il complesso termale di Viterbo è comunque riuscito a conservare intatta nel tempo la sua immensa ricchezza naturale; dai primi anni dell'Ottocento fino a oggi, anzi, continue opere di ampliamento e di ammodernamento lo hanno collocato tra i più attrezzati ed efficienti d'Europa.
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LA QUERCIA E IL SANTUARIO DELLA MADONNA - Frazione a circa 2Km dalla città nella quale si erge la Basilica della Madonna della Quercia considerata una delle più armoniose costruzioni rinascimentali della regione. E' possibile visitare il museo degli Ex-Voto.
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TEATRO ROMANO DI FERENTO - L'area archeologica di Ferento si trova a 8 chilometri a nord-est del capoluogo, su un vasto pianoro di trenta ettari in posizione spettacolare tra Montefiascone ed i Monti Cimini. Le rovine della città sono la testimonianza di una lunga vicenda urbanistica improvvisamente interrotta nel 1172, quando i Viterbesi, dopo ripetuti scontri, "entrarno per forza nella città di Ferenti e tutta la robbarno e scarcarno". I resti monumentali oggi visibili, frutto principalmente degli scavi del ventesimo secolo, rappresentano una minima parte di quelli conservati ma già forniscono una prima idea dell'importanza del sito: una strada basolata, il teatro e le terme sono indizio di una vasta area pubblica, prospiciente il decumano, mentre numerose strutture medioevali sono visibili nei terreni esterni al parco.
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BAGNAIA E VILLA LANTE - Centro di antiche origini (nteriore all'anno 1.000), a meno di 5 Km da Viterbo, Bagnaia è giustamente famosa per la presenza di un autentico gioiello architettonico: Villa Lante, costruita nel XVI sec. forse su disegno del Vignola. Per l'originalità e grandiosità dei giardini all'italiana, per le splendide palazzine e fontane Villa Lante costituisce un richiamo irresistibile per i turisti e non solo.
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CAFFEINA CULTURA - Dieci giorni di cultura globale, incontri con l'autore, musica, reading, teatro, laboratori per bambini, libri, dibattiti, proiezioni, anteprime nazionali, emozione, mostre, divertimento, grandi eventi.
Il Caffeina Festival trasforma Viterbo nella cittadella della cultura più divertente del mondo (che torna anche nel 2015 con un'edizione dedicata ai temi di Expo 2015. Dal 26 giugno al 5 luglio).
Per maggiori informazioni: www.caffeinacultura.it
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