L'ADIGE E PONTE DELLA PIETRA - Il ponte, di fondazione romana del I secolo a.C., fu costruito proprio nel punto in cui l'Adige offriva un naturale attraversamento e si suppone che in origine fosse in legno. Fu poi costruito in arcate di pietra bianca e rosa. Ancora oggi le due arcate romane sono visibili a sinistra Adige insieme ai resti di mura di contenimento del fiume.
Il ponte crollò più volte e nel corso dei secoli venne modificato in base agli stili del tempo: la parte a destra Adige rimanda al medioevo, alla signoria scaligera, con aggiunte di Alberto della Scala il quale, nel 1298 vi costruì delle torrette difensive, di cui una è rimasta in piedi ed è stata recentemente restaurata. Le due arcate centrali sono state rimaneggiate nel 1520, durante l'epoca veneziana.
Affascina l'alternarsi di mattoni rossi e pietre bianche, che colpiscono per la peculiare bicromia che ne risulta. Ed è proprio questa commistione di epoche e stili diversi, che rende Ponte Pietra il più affascinante ponte di Verona, assieme al Ponte Scaligero di Castelvecchio.
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L'ARENA - L'anfiteatro Arena è il monumento più famoso di Verona, da sempre meta d'obbligo per visitatori che qui giungono da tutto il mondo.
Incastonato in Piazza Bra, l'anfiteatro di Verona fu costruito nella prima metà del I sec. d.C.. Terzo anfiteatro più grande d'Italia dopo il Colosseo e l'anfiteatro di Capua, ha forma ellittica, per consentire un'acustica perfetta da tutti i punti e accogliere un gran numero di spettatori. Gli spettacoli si svolgevano proprio al centro del monumento, sull''harena' (da cui il nome) sabbia usata come copertura della zona del combattimento per assorbire il sangue di gladiatori e animali.
Tra platea e cavea, l'anfiteatro poteva contenere ben 30.000 persone. Sotto il piano della platea si trovano, ma non sono visitabili, le gallerie che servivano per il complesso funzionamento dell'anfiteatro, costituito da tre anelli concentrici, ma dell'anello esterno si conserva solo un breve tratto, la cosiddetta 'Ala'. I riquadri sul pavimento attorno al monumento indicano la posizione dei pilastri mancanti. Il prospetto esterno era costruito con blocchi di provenienza calcarea dalle cave della Valpolicella, di colore bianco e rosato.
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LA STAGIONE LIRICA - Oggi L'arena è utilizzata per spettacoli lirici (Festival Lirico) e musicali.
Nell'estate del 1913, il tenore Giovanni Zenatello e l'impresario teatrale Ottone Rovato assunsero il rischio finanziario di promuovere in Arena una grandiosa manifestazione lirica per celebrare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi. Con la messa in scena di Aida l'Arena di Verona divenne il più grande teatro lirico all'aperto del mondo: primato che tuttora mantiene. Nel 2013 si è celebrato il primo secolo del Festival lirico dell'Arena di Verona. La stagione areniana si svolge da giugno a settembre, con circa 60 rappresentazioni (riservando sempre una particolare attenzione alle opere verdiane) che richiamano decine di migliaia di spettatori da tutto il mondo.
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CASA DI GIULIETTA - Casa Capuleti, meglio nota come casa di Giulietta (la sfortunata innamorata cantata da Shakespeare nel dramma Giulietta e Romeo), risale al XIII secolo. E' una casa torre, per lungo tempo di proprietà della famiglia Dal Cappello, il cui stemma è scolpito sull'arco interno del cortile. La facciata in mattoni a vista è decorata da eleganti finestre trilobate, tra cui spicca il famoso balcone dal quale Giulietta si sarebbe affacciata per parlare al suo Romeo, frutto di un rifacimento effettuato negli anni Trenta.
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PIAZZA DELLE ERBE - Che si provenga da Via Mazzini o dalla Casa di Giulietta, da corso Porta Borsari o dalla Basilica di Sant'Anastasia, tutte le strade del centro storico di Verona portano a questa bella piazza. Antico foro romano, la piazza ospita oggi un animato e pittoresco mercato. Nel centro si possono osservare la Fontana di Madonna Verona e il Capitello. A fare da cornice a Piazza Erbe troviamo la Torre dei Lamberti, le Case Mazzanti con gli affreschi, le alte Case del Ghetto e la merlata Domus Mercatorum, oltre alla Torre del Gardello e al barocco Palazzo Maffei. La piazza si anima in particolar modo sul lato est all'ora dell'aperitivo, per la presenza di numerosi locali 'storici'
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PIAZZA DEI SIGNORI - Considerato il salotto di Verona, viene chiamata dai veronesi "Piazza Dante", nome dovuto alla pensierosa statua di Dante Alighieri che si può trovare al centro di questa piazza. Il poeta trovò rifugio dall'esilio a Verona, nel Palazzo del Governo presso gli Scaligeri, come testimonia l'iscrizione all'interno del cancello della Prefettura. Dante volle lodare il principe della Scala dedicandogli un posto d'onore nel Paradiso della sua Divina Commedia.
Nel corso dei secoli la piazza dei Signori ha sviluppato un ruolo di notevole importanza nella vita cittadina, qualificandosi come spazio di rappresentanza del potere in contrapposizione al ruolo mercantile della vicina Piazza delle Erbe. Nella piazza si possono ammirare il Palazzo del Comune o della Ragione con il Cortile del Mercato Vecchio e la Scala della Ragione. Seguono il Palazzo del Capitano e il Palazzo del Governo, oggi sede dell'Amministrazione Provinciale e della Prefettura. Da ammirare anche la Loggia del Consiglio, o Loggia di Frà Giocondo, e la Domus Nova.
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IL PONTE SCALIGERO - Fu costruito per volere di Cangrande II della Scala nel 1354, unitamente alla struttura di Castelvecchio, per difendersi dagli stessi abitanti di Verona e per avere una via di fuga a Nord verso i parenti austriaci. L'incantevole Ponte Scaligero merlato, costruito con mattoni, Fu usato per scopi militari fino al 1870, quando venne consentito il transito pedonale.
La struttura parte dalla Torre del Mastio, al centro di Castelvecchio, e si sviluppa in tre arcate. Le fortificazioni e le merlature svelano la sua identità di elemento difensivo medievale. Come il Ponte Pietra, il Ponte Scaligero offre un insieme di epoche e di stili: dai mattoni in cotto e pietre bianche locali del periodo Scaligero, al materiale edilizio di epoca romana. Usato come sfondo per meravigliose foto e scene filmiche, emoziona ogni giorno i visitatori che passeggiano sulla sua curva.
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CASTEL SAN PIETRO - Sulla sommità di questo colle, ancora prima dell'arrivo dei Romani, sorse il primo nucleo abitativo della futura Verona. In epoca romana il colle, che non aveva funzioni difensive e militari, come invece avvenne in seguito, era collegato alla città tramite due ponti: il Ponte Pietra e il perduto Ponte Postumio. Sul colle oggi si erge l'imponente ottocentesca caserma austriaca di castel San Pietro. Raggiungibile anche a piedi con una serie di scale tra case pittoresche, dal colle si può godere la più romantica vista su Verona, specialmente al tramonto.
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LA BASILICA DI SAN ZENO - La basilica di S. Zeno è una delle più belle ed importanti chiese romaniche italiane. La basilica e l'annessa abbazia benedettina furono particolarmente fiorenti nel XII secolo. Il portale di formelle in bronzo, al quale lavorarono nel corso del XII sec. due o tre artisti, è uno dei capolavori della scultura medievale europea. E' composto di 48 formelle, che raffigurano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento ed episodi della vita di San Zeno.
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BASILICA DI SAN ZENO - INTERNO All'interno della basilica, nella cripta, è custodito il corpo di San Zeno, vescovo africano patrono della città, mentre nella Chiesa Superiore una celebre statua di marmo policromo ritrae il Santo sorridente. Sull'Altare Maggiore fu collocato nel 1459 uno stupendo trittico di Andrea Mantegna, raffigurante la Madonna in trono con santi ed angeli. Splendidi anche il piccolo chiostro attiguo, con arcatelle a colonne binate, il Campanile e la Torre dell'Abbazia.
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LA TORTA RUSSA E I DOLCI VERONESI - Nonostante il nome è un dolce tipico veronese, a base di mandorle e amaretti, che si può trovare in ogni pasticceria della città. L'origine del nome deriva forse dalla particolare forma della torta che assomiglia ad un colbacco russo. Una seconda ipotesi racconta di un pasticcere veronese che lavorava sulle navi e che inventò questo dolce nel 1966 quando si trovava ad Odessa, e per questo la chiamò Torta Russa.
Verona vanta peraltro una solida tradizione dolciaria. Qui è nato il Pandoro, dolce natalizio per eccellenza creato nel 1894 da Domenico Melegatti nel suo laboratorio di corso Porta Borsari; sull'edificio, situato al numero 21 della via, sono ancor oggi visibili la storica insegna e le riproduzioni di pandori che ornano la facciata. In alcune pasticcerie si prepara ancora il Nadalin, medievale antenato del Pandoro.
Il carnevale si festeggia con Galani (o crostoli) e frittole di mele, mentre in autunno arrivano le favette dei morti.
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LA PASTISADA DE CAVAL - L'origine di questa antichissima ricetta tipica Veronese viene fatta risalire all'anno 489 d.c. In quell'anno, e precisamente il 30 settembre 489, si svolse nei pressi di Verona uno dei tanti scontri militari che insanguinarono quel periodo, tra il primo Re d'Italia tedesco Odoacre e Teodorico Re degli Ostrogoti. Al termine della battaglia rimasero sul terreno diversi cavalli. Il popolo approfittò della disponibilità di carne venutasi a creare, e per poterne disporre all'occorrenza, dopo averla tagliata, la mise a macerare nel vino, con spezie e verdure. La successiva cottura portò come risultato alla scoperta della squisitezza di questo piatto, e la ricetta fu tramandata fino ai nostri giorni.
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