MONTE VULTURE - Tesori che offrono scorci fiabeschi fra foreste incantate di faggi, cerri, castagni, aceri e lecci che d'autunno esplodono in una miriade di sfumature di gialli, rossi ed aranci, deliziosi laghetti incastonati nella folta vegetazione e antichi vulcani, come il dormiente i Monte Vulture (1326 metri) attorno alle cui ripide e boscose pendici si estendono terreni che le preistoriche colate laviche hanno reso fertilissimi. Ma anche borghi medievali, insediamenti preistorici, aree archeologiche di straordinaria ricchezza...
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MELFI E IL SUO CASTELLO - Terra di conquista e di battaglie, luoghi perfetti, data la posizione strategica di collegamento fra l'antica Apuleia e la Campania, per controllare i commerci grazie a fortezze aggrappate a inespugnabili alture. Dauni e Sanniti, Romani e Longobardi, Bizantini e Normanni, insieme a Svevi, Angioini e Aragonesi. Ognuno ha lasciato gemme preziose del suo passaggio in una terra dal fascino arcano che ammaliò perfino Federico II di Svevia che le costellò di masserie regie, manieri e castelli. Fra questi quello di Melfi, costruito in epoca normanna ma da lui fatto ampliare, è sicuramente uno dei più maestosi con le sue otto torri che dominano lo splendido borgo medievale reso inespugnabile da un'imponente cinta muraria in parte ancora visibile. Fu in questo castello che Federico promulgò nel 1231 le famose Constitutiones Augustales, anche note come Costituzioni melfitane, le norme che riorganizzavano i diritti feudali riconoscendo alle donne il diritto di successione ereditaria. Il castello è oggi sede del Museo Archeologico Nazionale del Melfese.
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TRA I VIGNETI DELL'AGLIANICO: LA STRADA DEL VINO - I terreni di origine vulcanica che circondano il Monte Vulture offrono un habitat perfetto ai vigneti da cui si produce l'Aglianico del Vulture DOCG, che già Orazio celebrò in diverse delle sue opere. Non si può pertanto non dedicare in questa terra un po' di spazio ai sensi. Degustazioni e visite guidate nelle caratteristiche cantine scavate nel tufo vengono organizzate di frequente a Rionero in Vulture, Venosa, Melfi, Rapolla, Barile, Acerenza, Forenza, Maschito, Genzano, Ripacandida e Ginestra, rivelandosi ottime occasioni per scoprire il carattere inconfondibile del re dei vini lucani... Sempre più ricercato e apprezzato in Italia e all'estero, annoverato ormai da tempo fra i più grandi rossi italiani. Colore rosso rubino, sapore asciutto, sapido, caldo, armonioso che invecchiando diventa sempre più vellutato e che raggiunge una gradazione media fra i 12 e i 15 gradi.
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VENOSA - Mezzora divide Melfi da Venosa, uno dei capolavori urbanistici e architettonici della regione, inserito nella lista dei borghi più belli d'Italia, a lungo fra i centri artistici e culturali lucani più importanti.
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LA PATRIA DI ORAZIO - Fu patria del grande poeta latino Quinto Orazio Flacco che qui nacque nel 65 avanti Cristo. Di lui, gran maestro d'ironia e stile, rimane traccia in quella che la tradizione indica essere la sua casa. Ma il paese vanta altre eminenti personalità fra cui il principe Carlo Gesualdo da Venosa (vi nacque nel 1566), madrigalista impareggiabile e musicista fra i più prestigiosi e discussi del tempo.
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IL PARCO ARCHEOLOGICO - L'antica Venusia, adagiata fra fertili e dolci colline ricoperte di vigneti, uliveti e frutteti, venne fondata dai Romani, anche se prima del loro arrivo era già abitata da popolazioni sannite, nel 291 avanti Cristo. Ne restano ampie tracce nel Parco Archeologico (località San Rocco) dove sono
visibili le terme, la domus, l'anfiteatro, il complesso residenziale ed episcopale.
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L'INCOMPIUTA - Nella parte posteriore dell'abbazia della Trinitài si erge, invece, la cosiddetta Incompiuta i cui lavori, mai terminati, cominciarono nell'XI secolo nell'intento di creare assieme alla chiesa vecchia un'unica immensa abbazia della Trinità. Il colpo d'occhio è davvero straordinario con muri e pilastri che disegnano la pianta a forma di croce di un unico grande luogo sacro che ha per pavimento il prato e come soffitto il cielo. Da qui, in direzione del cimitero.
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LE CATACOMBE EBRAICHE - Dall'Incompiuta, in direzione del cimitero, si arriva alla collina della Maddalena dove sorgono le Catacombe cristiane (IV secolo) ed ebraiche (III-IV secolo), segno della presenza di una cospicua comunità ebraica nella città in quelperiodo. Solo queste ultime sono visitabili previa autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata.
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IL CASTELLO DI PIRRO DEL BALZO - Castello risalente, con le sue torri cilindriche e la pianta quadrangolare, al 1470. Vi si accede da un ponte decorato con due leoni provenienti dalle rovine della città romana e al suo interno ospita la sede del Museo Archeologico Nazionale.
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IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE - Presenta ricche collezioni di reperti provenienti sia dall'area archeologica cittadina che dai dintorni. Fra i più interessanti monete, epigrafi, corredi funebri, elementi di decorazione architettonica, ceramiche, alcune anche daunie, fra cui spicca un askos a decorazione policroma, rinvenuto in località Lavello e rappresentante un funerale indigeno celebrato però secondo le usanze romane.
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