TERRA DI VINI E DEL MARMO - Con le sue coltivazioni di viti che si persono a vista d'occhio, la Valpolicella è composta da otto comuni: Sant'Anna d'Alfaedo, Dolcè, Marano di Valpolicella, Negrar, Fumane, Sant'Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano e Pescantina. I primi insediamenti umani nella zona risalgono alla preistoria.
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L'AMARONE - L'Amarone della Valpolicella, considerato uno dei più pregiati vini veronesi e uno dei più importanti rossi italiani, nasce dall'evoluzione di un altro vino, il Recioto, uno tra i vini più antichi della nostra storia vitivinicola.
Nel quarto secolo dopo Cristo questo vino ottenuto e prodotto nel territorio della Valpolicella era chiamato Acinatico e si tratta senz'altro dell'antenato del Recioto e dell'Amarone. Molto tempo fa in Valpolicella veniva prodotto solo il Recioto, vino dolce e vellutato, ma prolungando la fermentazione delle stesse uve si è potuto notare che davano vita, ad un vino secco e amaro. Questo vino ben presto conquistò il mercato e venne sempre più apprezzaro e richiesto, ma la commercializzazione ebbe un inizio vero e proprio solo nel dopoguerra e nel 1968 conquistò il riconoscimento D.O.C.
Il Risotto all'Amarone - Piatto tipico da gustare nei ristoranti della zona e a Verona.
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LA RACCOLTA DELL'UVA IN VALPOLICELLA
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DEGUSTAZIONI IN CANTINA - Oltre alle splendide enoteche, sono numerosissime le cantine della Valpolicella che accolgono amorevolmente turisti e clienti cui fanno degustare i prelibati vini della zona quali Amarone, Valpolicella e Recioto.
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BREONIO - Numerose testimonianze archeologiche fanno risalire questo borgo all'età del ferro. Durante i secoli passa sotto diverse amministrazioni, e nel '500 vede l'apice del proprio splendore. La Chiesa di S. Marziale in quell'epoca viene restaurata e fatta affrescare dai più importanti pittori veronesi, quali Francesco Morone e Domenico Brusasorzi. Anche la Chiesa di San Giovanni in Loffa è di epoca medievale, con campanile romanico. Importante ricordare l'antica fontana, di origini medievali, sparita sotto il manto stradale ma recuperata alla fine del XX secolo grazie all'intervento della Pro Loco di Breonio.
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NEGRAR, VILLA RIZZARDI E GIARDINO DI POJEGA - L'attrattiva principale è il grande giardino realizzato da Luigi Trezza, che si rifece ai giardini delle ville venete del 500, ultimo esempio di giardino all'italiana. Fu commissionato dal conte Antonio Rizzardi . E' mirabilmente disposto su tre livelli coprendo una superficie di 5,4 ettari. Dal viale di carpini ci s'imbatte in un tempietto con statue di personaggi della mitologia. Dai viali a diverse quote si aprono incantevoli punti panoramici sulla tenuta, si può scoprire il pittoresco teatro di verzura, il più ampio d'Italia, luogo di incontro e di spettacoli, il tempietto di stalattiti, il giardino degli agrumi con due limonaie, uno splendido ninfeo e vi è anche un giardino segreto.
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BREONIO, CAVE DI PRUN - Tutti gli edifici e le case della zona sono costruiti con pietra locale, proveniente dalle numerose cave. Le più conosciute sono quelle di Prun, da tempo inutilizzate ma caratteristica del passato economico, culturale e della tradizione architettonica della zona. Fin dal periodo preistorico si praticavano aperture in galleria e, attraverso l'uso di cunei e punte, si procedeva all'estrazione. Qualità e resistenza caratterizzano questa materia prima così abbondante in questi colli, ed è stata inevitabile protagonista dell'architettura locale. Inoltre, sparsi nel territorio, si possono trovare testimonianze della vita quotidiana tradizionale: lavatoi, fontane, capitelli, mulini, edifici religiosi, colombare.
In questi borghi il tempo si è fermato a quando l'uomo camminava insieme alla natura, lavorava con lei, ne faceva parte...
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BREONIO, CAVE DI PRUN - Vista esterna
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FUMANE, VILLA DELLA TORRE - E' una particolare, inconsueta villa, intrisa di singolari e strani simbolismi, che la rendono molto suggestiva: è bello fermarsi ad ammirare la semplicità del materiale usato, come il tufo e i richiami alle domus romane di un tempo, i grandi e spaventosi camini a forma di mascheroni che si aprono nelle stanze, la cappella ottagonale dedicata alla preghiera attribuita al Sanmicheli, la pesciera con il ponte simile a quelli romani e la grotta nascosta. L'artefice del progetto non è sicuro: alcuni la attribuiscono a Michele Sanmicheli, altri a Giulio Romano, altri ancora a Bartolomeo Ridolfi. Persino il periodo della costruzione è incerto: è stato ritrovato solo un disegno del 1562. Si tratta di tre bellissimi cortili digradanti che portano al brolo e all'ampio giardino, uniti in uno stretto rapporto tra architettura e natura. Oggi la villa è sede di eventi e rassegne.
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ARBIZZANO, VILLA NOVARE BERTANI - La Villa di Novare fu costruita a metà del '700 da Adriano Cristofoli, massimo esponente dell'architettura settecentesca Veronese. Guglie, pinnacoli e statue coronano la cancellata e l'intero edificio a dare uno spettacolare effetto decorativo. La famiglia Mosconi, che ricevette la villa dai proprietari precedenti, terminò la sua costruzione aggiungendo il giardino e il bosco, ornandolo con un bellissimo laghetto.
Durante l'800 la contessa Mosconi ospitò all'interno della villa un creativo salotto letterario, frequentato anche dal poeta Ippolito Pindemonte.
All'interno della villa, un salone mirabilmente affrescato, con una balaustra in legno che percorre le pareti, in alto la rappresentazione allegorica delle quattro stagioni.
Già dall'epoca dei primi proprietari erano cominciati gli scavi delle cantine, ora appartiene alla famiglia Bertani, famosi vinificatori.
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PARCO DELLE CASCATE E IL BORGO DI MOLINA, MOLINA DI FUMANE - Il Parco delle Cascate di Molina offre ombra e relax in anfratti nati tra ripidi versanti e stretti fondovalle dove le cascate si sono formate lungo i corsi d'acqua per la presenza di rocce a diversa erodibilità. Boschi, prati e speroni rocciosi arricchiscono la visita che gli appassionati della natura non possono perdere. Il Parco delle Cascate di Molina è situato a Sud-Est del paese di Molina, in località Vaccarole, e si estende su una superficie di circa 80.000 mq..
La particolarità di questo territorio è la ricchezza d'acqua, grazie all'esistenza di sorgenti perenni poste a Nord del paese di Molina. Molina deriva il suo nome dalla presenza, in passato, di numerosi mulini azionati dalla forza idraulica di varie sorgenti, le stesse che danno luogo alle meravigliose cascate del Parco.
Visitare Molina è l'occasione per prendersi una pausa rilassante in mezzo alla natura, scoprendo paesaggi indimenticabili: il paese è immerso nel verde, al centro di tre valli profondamente incassate tra ripidi versanti boscosi e vertiginose pareti di roccia nuda.
Una visita a Molina significa anche fare un salto nel passato: il paese conserva intatte ancora oggi le caratteristiche di un antico borgo medievale ed offre i più svariati esempi della tipica architettura della Lessinia.
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SANT'ANNA D'ALFAEDO, PONTE DI VEJA - Costituito interamente di roccia, il Ponte di Veja era un tempo l'architrave di una grotta carsica, oggi quasi totalmente distrutta, della quale rimangono alcuni massi ammucchiati ai piedi del ponte.
Del ponte ad arcata unica, lungo 52 m e spesso 10 m, colpiscono i contrasti dei colori rosso ammonitico dell'arcata e grigio del calcare degli strati inferiori.
Uno spettacolo naturale che viene arricchito anche da alcune sorgenti d'acqua che scorrono nelle vicinanze.
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PIEVE DI SAN FLORIANO, SAN FLORIANO, SAN PIETRO INCARIANO - Nominata per la prima volta in un documento del 905, è sorta probabilmente sul luogo di una più antica pieve longobarda e per secoli è rimasta la pieve parrocchiale più importante della zona, con un'ampia giurisdizione.
La sua struttura a tre navate, ingloba ampi brani di costruzioni romane e presenta una bellissima facciata in tufo a conci regolari; notevoli anche gli elementi longobardi sparsi un po' ovunque nelle murature della chiesa.
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SAN GIORGIO, FRAZIONE DI SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA, PIEVE DI SAN GIORGIO INGANNAPOLTRON - La Pieve di S. Giorgio costituisce uno dei più importanti monumenti di età romanica del territorio veronese. E' situata nella piazzetta del caratteristico borgo di San Giorgio di Valpolicella, o Ingannapoltron. Risalente al 712 d.C. è sorta presumibilmente sulle rovine di un preesistente tempio pagano eretto dagli Arusnati, polazione che abitava la zona già nel V sec. A.C.
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SAN GIORGIO, FRAZIONE DI SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA, PIEVE DI SAN GIORGIO INGANNAPOLTRON - All'interno sono conservati un antico ciborio scolpito da Maestro Orso e dai suoi discepoli nel VI sec. d. C., e affreschi del XII e XIII secolo.
Contiguo alla Pieve sorge intatto il suggestivo chiostro del XII sec., e un piccolo museo che conserva numerosi reperti preistorici risalenti all'età del ferro rinvenuti grazie a recenti scavi condotti nella zona. Oltre alla sezione archeologica, il Museo di San Giorgio comprende anche una sezione etnografica, dov'è stata ricostruita una tipica casa della Valpolicella dei secoli scorsi.
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