CASTELMEZZANO - Incastonato fra le cuspidi d'arenaria è Castelmezzano inserito nell'elenco dei borghi più belli d'Italia, fu presidio normanno fra l'XI e il XIII secolo. Di quel periodo custodisce ancora i resti del suggestivo castello e anche qui, come in altri luoghi della Basilicata, che all'epoca delle Crociate fu un'importante tappa per il ristoro e la preghiera dei cavalieri diretti in Terra Santa, hanno lasciato segni del loro passaggio i leggendari Templari.
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CIME AGUZZE - Una mastodontica e frastagliata cordigliera di arenarie cementate che col suo profilo ricorda le aguzze forme delle più celebri Dolomiti alpine. A generarla quindici. milioni di anni fa le ultime fasi tettoniche del Miocene medio, le stesse che hanno dato vita all'intero Appennino meridionale. A fare il resto ci ha pensato nei secoli l'azione erosiva degli agenti atmosferici combinata a quella di fiumi e torrenti che hanno dato vita sempre nella zona ai profondi anfratti. Fra i giganti emersi dagli abissi oceanici spiccano la Costa di San Martino con la vetta del Monte Impiso (1319 metri), la Cresta Tavernaro (1390) e la Montagna del Caperrino (1455). Intorno impenetrabili foreste di cerri, aceri, castagni, roveri, carpini, agrifogli, tigli, meli, peri selvatici, fra cui primeggia quella di Gallipoli Cognato con i boschi di Costa Cervitale, della Montagna di Caperrino, di San Domenico e Serra Barcuta, e il bellissimo Bosco di Montepiano, nei pressi di Accettura, sede dell'Ente parco.
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IL VOLO DELL'ANGELO - Per gli amanti delle emozioni forti le Dolomiti Lucane offrono la possibilità di fare un'esperienza unica e indimenticabile. Il Volo dell'angelo è, infatti, un impianto che in Europa non ha pari e consente, imbracati a pancia in giù a due cavi d'acciaio che collegano i borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano, di sorvolare sospesi anche a 400metri d'altezza boschi e profondi burroni. Ogni tragitto dura circa un minuto e la velocità può toccare anche i 120 chilometri orari. Numeri che forse fanno rabbrividire ma che non devono scoraggiare a priori perché il volo si svolge in assoluta sicurezza e la ricompensa è davvero molto alta.
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TRICARICO E IL SUO PATRIMONIO ARCHEOLOGICO - Qui, nel rinascimentale Palazzo ducale ha sede la mostra permanente 'Una via di transito
dallo Ionio al Tirreno. Testimonianze archeologiche del Medio Basento' con reperti provenienti in massima parte dall'area archeologica della Civita di Tricarico, che si estende su una superficie di circa cinquanta ettari sulla quale sorgeva un centro fortificato risalente alla seconda metà del IV secolo avanti Cristo caratterizzato da tre circuiti murari concentrici a blocchi squadrati.
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TRA I VICOLI DEI RIONI - Molto suggestivi i rioni Rabatana e Saracena con vicoli ciechi, orti saraceni e giardini terrazzati di chiara impronta araba.
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LE TORRI NORMANNA E SARACENA - Tra gli edifici di spicco del paese, la torre normanna (IX-X secolo), e quella saracena, tra i pochi resti del fortilizio arabo.
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TRICARICO, LA CASA DI ROCCO SCOTELLARO - Il poeta, scrittore e politico lucano nato a Tricarico il 19 aprile del 1923 è noto per la sua battaglia a favore della civiltà contadina di cui non perse mai occasione per denunciare la situazione, spesso disumana e totalmente ignorata dai governi centrali, in cui versava. Dalle carenze alimentari e igienico-sanitarie al caporalato fino all'analfabetismo dilagante. A soli 23 anni divenne sindaco di Tricarico e la sua militanza nel Partito Socialista lo portò a partecipare attivamente all'occupazione delle terre incolte dei latifondisti. Divenne molto amico di Carlo Levi, che definì suo mentore, e insieme a lui cercò di portare avanti questa battaglia per il suo popolo, orgoglioso come fu sempre delle sue origini contadine, e la sua terra, diventando uno dei maggiori promotori della Riforma Agraria del Sud e soprattutto della Basilicata.
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TRANSUMANZA E CARNEVALE - Tricarico, con Cirigliano e San Mauro Forte, è noto per il suo Carnevale con maschere che rappresentano tori e mucche e rimandano alla transumanza. Il 17 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate, e la domenica prima delle Ceneri, Tricarico diventa teatro di una delle manifestazioni più suggestive della regione che ha richiamato in passato l'attenzione di personaggi quali Carlo Levi, Rocco Scotellaro ed Ernesto De Martino.
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FONTI, IL SANTUARIO - Il santuario è situato a circa 12km a nord-ovest di Tricarico, immerso nel bosco comunale di Fonti, composto da alberi di querce, cerri, castagni e faggi. È situata a poche decine di metri dal confine col territorio di San Chirico Nuovo. Dove ora sorge la chiesa vi sarebbe stato anticamente un roveto impenetrabile. Un mandriano, avendo smarrito una delle migliori vacche, la ritrovò piegata sulle gambe posteriori intenta a fissare l'immagine della Vergine dipinta su un muricciolo diruto e corroso. L'affresco è collocato sull'altare maggiore all'interno di una nicchia sulla quale è una tela raffigurante la Ss. Trinità. Nel mese di maggio e in parte anche in quello di giugno si svolgono pellegrinaggi dai paesi vicini in domeniche diverse secondo un ordine prestabilito.
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TERRA DI GOLOSITA' - Fra i prodotti tipici funghi di questi luoghi, tartufi, frutti di bosco, salumi e formaggi come il casieddo, fatto con latte di capra e stagionato in foglie di felci, e il caciocavallo podolico. Ottime le carni del Suino nero di Tricarico, della Bovina podolica e dell'Agnello delle Dolomiti Lucane. Molto buone le paste fresche condite con sughi di selvaggina. Da provare rafanata (frittelle di Carnevale a base di rafano) e crostl (crostole), dolci nuziali con origano e miele.
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