TREMILA ANNI TRA ARTE, CULTURA E TRADIZIONI - La città di Oria è situata sulle più elevate alture di un cordone collinare di antiche dune costiere e si trova a metà strada tra Brindisi e Taranto, nella parte più a nord del Salento.
Oggi la città, per le sue bellezze monumentali e paesaggistiche, è tra le mete più importanti ed ambite del turismo pugliese. Inoltre, numerose campagne di scavo hanno portato alla luce reperti e testimonianze di varie epoche. Grazie alla sua favorevole posizione - ideale "perla" tra Adriatico e Jonio, i due mari che bagnano la Puglia - rappresenta una tappa obbligata per chi sceglie questa regione per le vacanze.
Oria vanta tradizioni antiche e gloriose. Secondo le indicazioni tramandate da Erodoto di Alicarnasso e da Strabone, un gruppo di cretesi di Minos sarebbero stati sbattuti da una tempesta sulle coste joniche, fondando nell'entroterra Hyrìa intorno al 1200 a.C. Diverse le teorie sull'origine del nome. Di certo, nel tempo ha subìto diversi cambiamenti da Hyrìa (come scrive Erodoto di Alicarnasso) alla greca Orra. Poi Ouria, Uria, Iria, Varia, Ureto, Oira e Orea.
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IL CASTELLO SVEVO - L'imponente maniero fu realizzato tra il 1225 e il 1233 per ordine dell'Imperatore Federico II nella parte più alta della città.
L'antico maniero è certamente opera federiciana, mentre le torri cilindriche sono di epoca angioina. Dalla terrazza della torre detta "Del Cavaliere" è possibile dominare un vasto territorio e le posizioni delle città limitrofe sono indicate su un'apposita lastra marmorea di orientamento. Imponente anche la piazza d'armi, capace di accogliere fino a cinquemila soldati. Ai piedi della Torre Del Salto si trova l'antichissima cripta dei Santi Crisante e Daria, primi protettori della città. Sono i resti della chiesa ipogea fatta edificare intorno alla metà dell'800 dal vescovo Teodosio. Dagli elementi architettonici e da quel che è rimasto degli affreschi si fa risalire la cripta all'epoca basiliana.
Il castello è stato dimora di principi, cavalieri, marchesi e baroni, oltre ad essere meta di studiosi provenienti da tutto il mondo. La famiglia Romanin - Caliandro, fautrice della rinascita di questo bene monumentale, ha acquistato il Castello nel 2007: lavori di consolidamento statico ed un restauro conservativo durati tre anni ne hanno riportato in luce bellezza e pregio.
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IL SEDILE - Il Palazzo simbolo di Piazza Manfredi ha la forma di una torre quadrata in stile barocco-rinascimentale e risale al 1700, quando fu costruito dal marchese di Oria Michele III Imperiali.
Fu sede dei Decurioni (per questo viene indicato anche come "Seggio dei Nobili") e, dopo essere stato il Comando della Polizia municipale, oggi è un punto di riferimento turistico. La facciata presenta due statue che raffigurano San Barsanofio e San Carlo Borromeo che rimandano ad una costruzione religiosa.
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LA BASILICA CATTEDRALE - È dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo. Nel 1750 il vescovo di Oria, Mons. Castrese Scaja fece demolire la vecchia struttura in stile romanico del XIII secolo, pericolante dopo il disastroso terremoto del 20 febbraio 1743. Due colonne del tempio furono acquistate per ottomila ducati per abbellire la cappella della Reggia di Caserta.
La nuova chiesa fu aperta al culto intorno nel 1756 dal vescovo De Los Rejes. Spicca la facciata in carparo locale. A sinistra si erge la torre dell'orologio e, dietro, quella campanaria. Il tutto è poi dominato dalla superba cupola policroma.
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LA BASILICA CATTEDRALE - Interni - All'interno la basilica presenta una pianta a croce latina divisa in tre navate: una struttura che è valsa l'appellativo "San Pietro in piccolo". Si possono ammirare pregiati marmi e stucchi, quattro preziosi candelabri in bronzo e artistiche statue tra le quali quelle dei Santi Medici di scuola veneziana e quella del protettore San Barsanofio di scuola napoletana.
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LA BASILICA CATTEDRALE - La "Cripta delle Mummie", un oratorio del Cinquecento nelle cui pareti sono state ricavate delle nicchie che conservano ancora i cadaveri mummificati di confratelli delle varie epoche.
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SANTUARIO DI SAN COSIMO ALLA MACCHIA - Dedicato ai Santi Medici Cosimo, Damiano, Antimo, Euprepio e Leonzio, il santuario è situato a circa cinque chilometri dal centro abitato, in aperta campagna, in origine era una chiesetta fondata dai monaci basiliani in un'area senza alcuna coltivazione che spiega l'appellativo "alla macchia". Da oltre mezzo secolo rappresenta l'ideale centro religioso di tutto il Salento.
Nel corso dei secoli, la chiesetta è stata ampliata e oggi, alla sommità della facciata, presenta una grande statua del Cristo Redentore. All'esterno, oltre ad un ricco porticato, è stata creata una chiesa all'aperto per le celebrazioni del periodo estivo e primaverile.
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LA PERDONANZA DI S. COSIMO - Il quinto giovedì dopo Pasqua ricorre la Perdonanza di S. Cosimo e a migliaia arrivano i pellegrini, a piedi o con automezzi, per pregare nel Santuario o per tenere fede ad un voto. Dopo la visita al Santuario, muniti dei tradizionali nastri, tutti si riversano in città per partecipare alla festa. Al pomeriggio della vigilia ha luogo la "Processione dei malati" o "dei miracoli". La seconda processione, al pomeriggio della festa, detta "di gloria", è decisamente più solenne e spettacolare.
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CORTEO STORICO DI FEDERICO II - TORNEO DEI RIONI - Trae origine dal bando che l'Imperatore Federico II volle emanare nel 1225, durante un periodo di permanenza ad Oria.
Atleti e cavalieri appartenenti ai quattro rioni si sfidano nelle durissime prove di stampo medievale valide per l'assegnazione dell'ambito "Palio".
Uno spettacolo stupendo di colori e sensazioni che si avvale dell'alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e che da qualche anno è abbinato ad una delle lotterie nazionali, grazie anche al gemellaggio con le città federiciane di Jesi e Palermo.
Un appuntamento da non perdere che si ripete ogni anno - dal 1967, nel secondo fine settimana di agosto - per rivivere una delle pagine più affascinanti e misteriose della storia pugliese.
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GLI SBANDIERATORI - Grazie al "Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni" sono nati, ad Oria, ben quattro gruppi di sbandieratori Rione Lama, Città di Oria, I Domenicani, San Basilio, le cui esibizioni vengono richieste in Italia e all'estero. Tutti i gruppi si sono distinti per le loro eccellenti prestazioni e piazzamenti in tutte le competizioni alle quali hanno partecipato. Si svolgono ad Oria anche i campionati nazionali della Federazione Italiana Sbandieratori e, dal 1980, i gruppi locali danno vita alla tradizionale "Festa della Bandiera".
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LA TRADIZIONE DEI DOLCI NATALIZI - In ogni casa ed in ogni ristorante si possono assaggiare pucce, pasta fritta da spalmare con cunsirvoni, cartiddati, purcidduzzi e pettuli ( da mangiare calde o da intingere nel miele, nel cotto di fichi o nella gelatina di mele cotogne).
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