LA "RIPA": Una terrazza panoramica lunga circa 50 metri, delimitata a ovest da un parapetto
Sette-Ottocentesco alto una decina di metri e più. Ciò che si può ammirare è una suggestiva
visione di parte della Val di Chiana romana e senese. Dominano la visuale la mole del Monte
Cetona e, ancora più lontano, il massiccio triforcuto del Monte Amiata: un vulcano ancora
attivo, sebbene la sua attività si manifesti ormai soltanto attraverso attività geotermale.
Proseguendo con lo sguardo oltre la valle, a sinistra del Monte Cetona, si scorgono resti di
fortificazioni medievali non dissimili da quelli che, un tempo, erano presenti anche qui. Sulla
destra, sul colle immediatamente di fronte, si può apprezzare l'eleganza signorile del Villino
Marocchi, una residenza storica perfettamente costruita secondo i canoni classici della Villa
Italiana, che vive in simbiosi con un magnifico parco botanico di lecci, ma non solo... all'interno
del giardino è ospitato l'esemplare di sequoia più antico in Europa!
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PORTA NORD: Questo era uno degli ingressi principali al capoluogo in epoca medievale. Si
tratta di un arco a tutto sesto, probabilmente ricostruito laddove già era presente un'ampia
postierla, successivamente al sacco dei mercenari fiorentini avvenuto nel 1643, restituendole
un aspetto massiccio e di ispirazione medievale. La torre che sovrasta la porta, quella che noi
chiamiamo 'Torre Mozza', era uno dei maschi a guardia del paese. E' generalmente da questo
ingresso che si dipana il percorso dell'evento culturale forse più importante della cittadina, per
longevità (la prima edizione risale al 1980), volume di visitatori e spettacolarità: il Presepio
Vivente. Circa 100 figuranti, una trentina di scene tra interni ed esterni per una ricostruzione
dal fascino senza tempo: il paese medievale, i suoi vicoli, grazie al lavoro dei cittadini volontari
dell'Associazione Presepio Vivente, vengono completamente trasfigurati in un villaggio di
pescatori di 2000 anni fa, per vivere una storia lontana nel tempo e nello spazio, la notte della
Natività. Le date degli appuntamenti sono 24, 26, 28 dicembre e 6 gennaio.
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CHIESA SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO: Le campane che ospita hanno un suono famoso in
tutto l'alto orvietano... si dice che il Maestro Attilio Parelli, compositore monteleonese dei primi
del Novecento, abbia tratto ispirazione dal loro scampanio per uno dei segnali d'apertura delle
trasmissioni EIAR, l'ente radiofonico italiano. Leggenda oppure no, sentire il loro suono a festa
è una vera gioia per le orecchie. La facciata della Chiesa, in mattoncino, è piuttosto
caratteristica. Linee delicate con pochi ornamenti, eppure nella semplicità dà un senso di
maestosità e precisione. L'interno ospita eleganti decorazioni neoclassiche del pittore
Orvietano Guglielmo Ascanio, ma ciò che cattura gli occhi è senza dubbio la grande pala
d'altare: si tratta di una tavola rettangolare sormontata da una lunetta in ciliegio opera della
scuola del Perugino, Pietro Vannucci, pittore cinquecentesco di fama universale e maestro di
Raffaello.
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IL POZZO: Al centro dell'abitato, quasi a costituirne in un certo senso l'ombelico, e occupando
il centro di una deliziosa piazzetta, si trova il pozzo con la cisterna per l'approvvigionamento
idrico della popolazione. Naturalmente in una posizione strategica all'interno delle mura,
lontano dalla portata di eventuali aggressori, in modo da garantire la resistenza in caso di
assedio. Oltre a questa funzione esercitava anche quella sociale, essendo un punto di
riferimento e di sosta, e quindi luogo ideale per l'incontro degli abitanti. Si tratta di una struttura
risalente al medioevo, ma il parapetto in mattoni, a pianta ottagonale, è stato ricostruito agli
inizi degli anni 80, per restituirgli l'aspetto originale. Persa la funzione di serbatoio del Castrum,
mantiene però la funzione sociale. Ancora oggi, passeggiando per il corso durante le sere
estive, trovereste le donne del paese che "vegliano" al fresco sedute sul muretto a
chiacchierare, magari intente a "ricamare" qualche pettegolezzo su questo o quel
compaesano...
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TORRE DELL'OROLOGIO: Questo monumento venne edificato nella seconda metà
dell'Ottocento, e rappresenta solamente una parte del progetto iniziale, incompleto, che invece
prevedeva un ampio palazzo del Comune che si sarebbe esteso verso la piazza retrostante,
quella del Pozzo. È uno dei monumenti più rappresentativi del paese per la sua originalità;
molto bella è la formella composita che abbellisce il fusto della torre, dove è rappresentato lo
stemma del Comune: un leone rampante su tre colli. Il basamento su cui poggia l'edificio, che
sporge sulla piazza come una piccola terrazza, viene affettuosamente chiamata "la murella" ed
è anche questa protagonista delle veglie serali e dei momenti di vita sociale di Monteleone.
Dalla piazza ai piedi della Torre muove il Corteo Storico, sia durante la Festa delli Luminari
(28 Giugno), sia durante il Palio del Giglio (16 Agosto), altre importante rievocazioni storiche
della cittadina, che ne rinverdiscono i fasti dell'epoca medievale. Durante lo stesso periodo
(prima metà di Agosto) si svolge la Sagra degli Umbrichelli, altro piatto tradizionale: una pasta
fresca a base di acqua e farina, arrotolata a mano a formare un grosso spaghetto, condito con i
sughi tipici del territorio come l'aglione, una salsa a base di pomodoro e aglio fresco, il ragù
d'oca e in genere sughi a base di carne. Durante la Sagra è possibile degustare anche i piatti
di carne caratteristici della tradizione monteleonese.
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IL TEATRO DEI RUSTICI: Il Teatro era in origine fulcro della vita del Castello, ospitando il
palazzo dell'Amministrazione con i vari annessi, comprese le carceri e un locale per
raccogliere i cereali, con cui si pagavano tributi a Orvieto e si allestiva una riserva alimentare
per la popolazione. Lo stemma ottimamente conservato sopra la porta d'ingresso, ci dice
anche qualcosa di più: le lettere incise nella pietra, una O ed una P stanno per Opus Pietatis,
indicando che per un lungo periodo il palazzo assunse anche la funzione di Ospedale. Ciò che
sopravvisse della originaria costruzione, nella metà del seicento, ai saccheggi e alle invasioni
fiorentine, nel 1738 venne destinato ad una diversa e insolita funzione: quella di teatro. Va
sottolineato che questo è stato riconosciuto come il più antico tra i 4 più piccoli teatri del
mondo, ma nonostante ciò è sempre stato protagonista di una intensa attività artistica,
specialmente durante l'Ottocento, e tuttora ospita la vivace stagione teatrale Monteleonese, tra
i mesi di gennaio ed aprile.
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IL BELVEDERE DEL "TORRIONE": una spettacolare terrazza panoramica, rara nella sua
bellezza. È difficile trovare un belvedere con una veduta così ampia che abbraccia una visuale
di circa 200°, e soprattutto con un panorama del genere. È un paesaggio che ricorda molto
quelli ariosi e soleggiati dei dipinti del Perugino. Qui la vista permette di seguire buona parte
della distesa della Valdichiana, da quando si scopre sotto i colli di Chiusi e della Pieve, ad
ovest, fino ad chiudersi sotto i colli di Ficulle e Parrano a sud. Forse questo permette di capire
bene l'importanza storica di fondare (prima) e di controllare (poi) una rocca situata in questa
particolare posizione, da cui è possibile per esempio controllare così tanti castelli delle altre
importanti cittadine medievali: Chiusi, Città della Pieve, Fighine, Allerona, e ancora Ficulle,
Parrano, Montegiove e Montegabbione.
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SANTA MARIA: Fuori dalla cinta muraria del Castrum Montis Leonis si trovano alcune
Frazioni, nuclei abitativi che impreziosiscono la campagna Monteleonese , in alcuni casi
verosimilmente anche più antichi del borgo stesso. E' il caso per esempio di Santa Maria dove,
già sul finire dell'Ottocento, sono stati rinvenuti reperti di origine tardo etrusca e romana,
testimonianza di villaggi sorti probabilmente sul tracciato dell'antica via Cassia. Il nome della
Frazione si deve ad una antica icona, un'edicola di preghiera a protezione della popolazione
della collina soprastante, dedicata a Santa Maria Maddalena, trasformata successivamente in
una vera e propria Chiesetta. E' la Frazione più popolosa di Monteleone, ed ospita, nella terza
settimana di Giugno, la Sagra più partecipata: la Sagra degli Gnocchi. Gli gnocchi di patate -
rigorosamente fatti a mano - vengono serviti con i sughi della tradizione culinaria umbra :
aglione, ragù di oca, di cinghiale, ai funghi ma non solo.
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COLLE: Sulla strada che da Santa Maria sale verso Monteleone si trova la Frazione di Colle,
anzi i Colli, perché curiosamente suddivisa in Colle Alto e Colle Basso, ognuna con la propria
Chiesetta di riferimento, fatte costruire da famiglie benestanti in luogo delle vecchie edicole e
intitolate alla Madonna del Soccorso (Colle Basso), tuttora agibile e aperta al culto benché
privata, e a San Cristoforo (Colle Alto). Quest'ultima - settecentesca - non è accessibile, ma
interessantissima per i caratteristici fregi in terracotta che ne abbelliscono l'ingresso, e per il
complesso a cui appartiene, una residenza signorile con giardino pensile e una piccola
deliziosa corte.
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SAN LORENZO: Salendo ancora si trova la Frazione di San Lorenzo. Anche in questo caso si
tratta di un abitato - quattrocentesco - sorto a ridosso di un'edicola con icona, dedicata al
santo protettore (Lorenzo, appunto), trasformata poi in una Chiesetta per il culto della
popolazione. È la frazione che, più di tutte, ha conservato il suo aspetto medievale, con le case
di sasso e mattone addossate a costituire un vero e proprio borgo coi suoi vicoletti, arroccato
sulle due colline più alte del luogo. A San Lorenzo si svolge, tra la fine luglio e i primi agosto, la Sagra della Pizza, tirata ampia e sottile e rigorosamente cotta a legna! Una
declinazione molto particolare del piatto nazionale.
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