SANTA SOFIA, PATRIMONIO UNESCO - La chiesa, simbolo dell'architettura longobarda altomedievale, ardita e fantasiosa, tra i siti di "Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto (568-774 d.C.)" è oggi nel patrimonio dell'Unesco. Il complesso monumentale di S. Sofia con lo storico scriptorium (dove è nata la scrittura beneventana adoperata dai monaci amanuensi), è stato per secoli una delle mete più visitate dai pellegrini cristiani. La chiesa, eretta per volere del duca longobardo Arechi II intorno al 760, presenta una piccola pianta a forma esagonale nel corpo centrale con colonne provenienti dal Tempio di Iside, circondata da un anello decagonale retto da colonne in pietra calcarea. La zona delle tre absidi è circolare con mura che disegnano parte di una stella nella porzione centrale. Gli affreschi originari, che una volta ricoprivano l'interno della chiesa, sono visibili solo nelle due absidi laterali. I colori ancora vivi e le forme armoniche delle linee dell'Annunciazione e della Visitazione alla Vergine, testimoniano la presenza di maestranze bizantine tra l'VIII e IX sec., confermando Benevento capitale culturale di quegli anni. Distrutta in parte dal terremoto del 1688, con il restauro del 1951, spogliata della veste barocca voluta dall'arcivescovo Orsini, ha ritrovato il suo aspetto medievale.
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SANTA SOFIA - Il chiostro
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L'ARCO DI TRAIANO - Detto anche Porta Aurea, è uno dei più ricchi e meglio conservati archi trionfali romani. Come attesta l'epigrafe dell'attico, venne eretto nel 114 d.C. all'inizio della via Traiana, che abbreviava il percorso dell'Appia da Benevento a Brindisi. È uno dei monumenti più insigni di arte traianeia. Le sue decorazioni celebrano l'operato politico e militare dell' Optimus Princeps con un ciclo di rilievi sulle due facciate: sul fronte verso la campagna, le imprese di Traiano nelle province conquistate e, sul lato rivolto verso la città, scene di pace ed elargizioni dell'imperatore in Italia; i rilievi del fornice, sono, invece, relativi alle benemerenze dell'imperatore nei confronti di Benevento. L'Arco, alto 15,45 m, a un fornice di 8,60 m, ha un'ossatura di blocchi di calcare ed un rivestimento di marmo pario.
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IL TEATRO ROMANO - Costruito tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., il teatro romano di Benevento sorge tra Port'Arsa e il Duomo, in prossimità del cardo maximus dell'antico impianto urbanistico romano. Realizzato in opera cementizia con paramenti in blocchi di pietra calcarea e laterizio, presenta una pianta semicircolare e un diametro di 90 m. Originariamente era costituito da tre ordini di arcate, di cui si conservano oggi solo il primo e parte del secondo. La cavea, a pianta semicircolare, realizzata su sostruzioni era caratterizzata da tre ordini architettonici: tuscanico, ionico e corinzio. Le gradinate e l'edificio scenico erano rivestiti con lastre marmoree e stucchi, ancora parzialmente conservati, Le maschere che decoravano gli ordini superiori delle arcate della cavea sono state reimpiegate in edifici del centro storico, dove sono ancora visibili. Probabilmente nella zona circostante il teatro sorgevano anche una scuola di ballo, un'associazione di attori e di musicisti e una fabbrica di strumenti musicali. La presenza sul retro della scena dei di tre scale con numerosi frammenti di colonne e di trabeazioni ha fatto supporre l'esistenza di un altro ingresso per gli artisti.
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ARTE MODERNA NELL'ANTICO HORTUS CONCLUSUS - Tradotto letteralmente dal latino significa "giardino chiuso". Nel medioevo l'hortus conclusus era costruito al fine di avere un posto segreto e dedicato alla meditazione, concepito come luogo privilegiato per confortare l'uomo nella lotta contro le tentazioni mondane. Dal 1992 il mistico giardino del Convento di San Domenico a Benevento ospita un'istallazione permanente dell'artista Mimmo Paladino. Imponenti mura di mattoni, con decori di bronzo e pietre, cingono l'intero spazio, diventando luogo ideale per la più famosa delle opere dell'artista: il Cavallo di bronzo. Una maschera d'oro nasconde il muso del nobile animale, quasi a voler evocare gli antichi miti della maschera di Agamennone e del cavallo di Troia. Una galleria d'arte a cielo aperto dominata dal rosso della struttura architettonica ed arricchita da numerose fontane di forma umanoide. Elmi, gigli rose e palme completano l'opera, regalando colori e odori indescrivibili.
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ARCOS - Acronimo di Arte Contemporanea Sannio, ARCOS suggerisce anche l'immagine degli elementi che caratterizzano la struttura del museo: gli archi tufacei dei sotterranei del Palazzo della Prefettura.
Nel pieno centro di Benevento, il museo è stato inaugurato nel 2005 dopo una lunga operazione di restauro dell'area di 1500 mq adibita a ricovero antiaereo durante la seconda guerra mondiale e a deposito successivamente. Gli ampi spazi sono dedicati all'acquisizione di una collezione permanente e all'allestimento di mostre temporanee che solitamente dai sotterranei si riversano open air invadendo gli spazi urbani con installazioni e opere degli artisti coinvolti. L'idea di fondo è favorire il dialogo del pubblico con i linguaggi contemporanei. ARCOS offre uno sguardo storico, una panoramica sullo scenario artistico con la realizzazione di mostre, ma è anche museo 'vivo', laboratorio culturale, centro di sperimentazione, bottega d'arte, luogo di confronto, attraverso l'organizzazione di workshop, conferenze e attività didattiche con artisti, galleristi, critici d'arte ed eventi spettacolo e l'invito a giovani artisti emergenti, provenienti da culture diverse, di progettare nuove opere a partire da esso. Il museo è dotato di bookshop, sala multimediale, biblioteca e bouvette.
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LA ROCCA DEI RETTORI - Costruita nel 1321 sui resti di un'antica fortezza longobarda, la Rocca sorge nel punto più elevato del centro storico di Benevento. L'aspetto attuale è il risultato di numerosi interventi succedutisi nei secoli ed è perciò piuttosto disomogeneo. L'edificio si compone di due corpi distinti: il torrione angolare a pianta poligonale ed il Palazzo dei Governatori pontifici a pianta rettangolare con cortile interno. Il torrione, costruito dai longobardi, era in realtà il castello vero e proprio. Alto 28 metri, nelle sue pareti si riconoscono pietre provenienti da edifici di età romana e vi si aprono bifore ogivali. Il Palatium, che nei secoli ha subito numerosi interventi di trasformazione, affianco a particolari antichi come i barbacani presenta elementi neoclassici come le finestre incorniciate. La costruzione si sviluppa su tre piani: il piano terra occupato dalle segrete; un doppio scalone conduce al primo piano organizzato in ampi saloni con soffitti in legno; al secondo piano torri di guardia da cui si accede al terrazzo con ampia vista sulla città. Una rampa conduce al giardino posteriore che accoglie un lapidario e diversi frammenti architettonici di epoca romana.
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LA VILLA COMUNALE - Lontano da qualsiasi riferimento a forme geometriche e organizzazioni dello spazio, la Villa Comunale di Benevento si apre a percorsi apparentemente spontanei. In nome della casualità naturale tanto spesso messa in disparte per amore del rigore e dell'ordine. Finte rovine medievali, classiche ed esotiche si confondono nel verde degli scenari naturalistici. Il progetto fu realizzato ed inaugurato, intorno al 1880, dal direttore dell'orto botanico di Napoli, il botanico Alfredo Dehnardt. Una villa dalle linee assai armoniose che assecondano la conformazione naturale del luogo. Prati ed aiuole, stile inglese, sono ornate da busti di illustri personaggi sanniti, tra questi, il monumento dedicato a Salvatore Rampone, realizzato dallo scultore Nicola Silvestri. Il giardino si snoda per singoli scenari, caratterizzato da elementi particolarmente suggestivi: pini, cedri, ippocastagni, alberi secolari ed un piccolo e caratteristico laghetto, ricco di pesci colorati e di maestosi cigni. Durante la stagione estiva la location diventa teatro dei maggiori eventi e spettacoli della città.
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CORSO GARIBALDI - Centralissima via della città sannita, con negozi, bar e piccoli ristoranti con tavolini all'aperto, luogo deputato all'aperitivo e allo struscio serale...
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FESTIVAL BENEVENTO CITTA' SPETTACOLO - Grande fermento culturale anima la città, basti pensare al festival di teatro 'Benevento Città spettacolo' che ha sede qui dal 1980.
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ENOGASTRONOMIA DA PREMIO - Luogo di tradizioni, leggende e ottime specialità culinarie, il beneventano vanta prodotti come la mela Annurca, prodotto a Indicazione Geografica Protetta, tipico delle terre campane, definita la regina delle mele e l'unica mela con origini meridionali. E ancora: il capocollo del Sannio; la pasta Rummo, frutto della selezione delle migliori materie prime e di un metodo di lavorazione antico ed esclusivo, oggi fiore all'occhiello dell'industria campana e simbolo della qualità Made in Italy nel mondo. A Benevento, città delle streghe, si produce, dal 1860 una Strega con la 'S' maiuscola: il liquore Strega, la cui fama è tutt'oggi legata alla leggenda secondo cui esisteva un filtro d'amore preparato dalle streghe per unire per sempre le coppie. Da quasi sessant'anni, inoltre, il nome Strega è legato anche al più importante premio letterario nazionale.
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IL TORRONE DI BENEVENTO - Benevento, città delle streghe e del torrone. Vuole la tradizione che nel Sannio Beneventano fu inventato il torrone. Fu un magico momento quello in cui un pastore sannita scoprì che mescolando e riscaldano latte e miele era possibile realizzare quella piacevole bontà che ancora oggi impreziosisce i banchetti natalizi di tutto il mondo.
Nel Sannio Beneventano e a San Marco dei Cavoti in particolare, questo dolce dagli ingredienti semplici (bianco d'uovo, miele, mandorle e nocciole selezionatissime) è da sempre testimonianza di una lunga tradizione, che ha ottenuto unanimi riconoscimenti e lusinghieri apprezzamenti (www.borrillo.it)
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